“Gerusalemme est capitale della Palestina”
“Dichiariamo Gerusalemme Est capitale dello Stato di Palestina e chiediamo agli altri Paesi di riconoscere lo Stato di Palestina e Gerusalemme Est come sua capitale occupata”. E’ quanto afferma la dichiarazione finale del vertice dell’Organizzazione della cooperazione islamica (Oci) che si è svolto a Istanbul sulla questione di Gerusalemme. L’annuncio arriva a pochi giorni di distanza dalla decisione del presidente Usa Donald Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele.
Una decisione che secondo l’Oci alimenta il “terrorismo” e l’”estremismo”. L’Organizzazione, riporta il sito del quotidiano ’Sabah’, ha espresso “rifiuto e condanna” della decisione “irresponsabile, illegale e unilaterale del presidente degli Stati Uniti che riconosce Al-Quds (Gerusalemme, ndr) come la cosiddetta capitale d’Israele, la Potenza occupante”. L’Oci, bollandola come “nulla” dal punto di vista legale, ha quindi definito la mossa di Trump “un attacco ai diritti storici, legali, naturali e nazionali del popolo palestinese, un deliberato indebolimento di tutti gli sforzi di pace, un impulso all’estremismo e al terrorismo e una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionali.
Austria, il gas riparte
Ripristinato completamente e verso tutte le direzioni, già prima della mezzanotte, il flusso di gas dall’hub austriaco di Baumgarten. Lo ha confermato il managing director di Gas Connect Austria, Harald Stindl, in un intervento all’emittente radio ORF.
Da Baumgarten, nell’est dell’Austria, vicino al confine con la Slovacchia, transita il gas russo diretto a Germania, Ungheria, Slovenia, Croazia e soprattutto Italia.
“Siamo riusciti a ripristinare tutte le linee di transito, ieri prima della mezzanotte, e tutte queste linee sono operative al 100%”, ha dichiarato Stindl. Gas Connect Austria è la società che opera il sito di Baumgarten.
INTELLIGENCE – Intanto, l’Ufficio federale per la protezione della Costituzione e per l’antiterrorismo austriaco ha fatto sapere che l’esplosione non è stato un atto pianificato ma il risultato di un guasto tecnico.
“Al momento non ci sono segni che si tratti di un attacco deliberato o pianificato ed è anche esclusa con alta probabilità la possibilità che si tratti di un attacco terroristico”, precisa l’intelligence austriaca, citata dall’agenzia russa Tass.
Alabama, schiaffo a Trump
Le elezioni suppletive per il seggio del Senato in Alabama lasciato vacante da Jeff Sessions sono state vinte dal Democratico Doug Jones.
Una sconfitta non riconosciuta dal contestato candidato Repubblicano, Roy Moore, per il quale il margine di vantaggio – 49,6 contro 48,7% secondo dati postati dal segretario di Stato, John Merrill – è troppo ristretto.
“Quando il margine è così ristretto, il voto non è concluso”, ha dichiarato Moore, che ha assicurato ai suoi elettori che i dati stavano ancora arrivando, inclusi quelli per corrispondenza dei militari. Merrill però lo ha corretto precisando che quei voti sono stati i primi ad essere conteggiati.
TRUMP – “Congratulazioni a Doug Jones per questa vittoria molto combattuta. I voti per corrispondenza hanno giocato un ruolo molto importante, ma una vittoria è una vittoria. Il popolo dell’Alabama è grande e i repubblicani avranno un’altra possibilità” ha twittato il presidente Trump.
LO SCHIAFFO – Sono donne e afroamericani dell’Alabama ad aver bloccato Roy Moore, dando un potente schiaffo a Trump. Nello Stato profondamente repubblicano, dove il presidente nel 2016 vinse con 28 punti di vantaggio su Hillary Clinton, il democratico Jones ha ottenuto la maggioranza del voto delle donne, il 57% contro il 41%, per le quali evidentemente hanno pesato le gravi accuse di molestie e aggressioni sessuali contro minorenni mosse contro il repubblicano sostenuto dal presidente.
L’AFFLUENZA – A mettere in k.o. l’ex giudice, accusato di posizioni razziste, anti-Islam e anti-gay, è stata anche un’affluenza record di elettori afroamericani che sono stati il 29% dei votanti in Alabama e hanno massicciamente (il 96%) votato per il democratico Jones, che si è imposto sul repubblicano.
LE ACCUSE – Nello Stato del profondo Sud, Moore – che si è presentato a cavallo e con cappello da cowboy – ha mantenuto la maggioranza del voto dei bianchi, 68% a 30%, ma la percentuale cade in maniera sensibile tra le donne, soprattutto quelle con un livello di istruzione superiore, con un 45% che ha votato per il democratico. E in generale la maggioranza degli elettori che sono andati a votare (il 52%) considera vere le accuse che sono state mosse a Moore.