È ancora allerta in Giappone. L’eruzione del vulcano Sakurajima ha seminato il panico nel sud del Paese, precisamente a Kagoshima, dove la cenere ha coperto un raggio di 2,5 km dal cratere. Decine di persone sono state evacuate dalle loro abitazioni e l’agenzia meteorologia nazionale ha dichiarato il livello di allerta massimo, pari a 5; precedentemente si erano fermati al livello 3, limitato all’impossibilità di accesso alla montagna. In alcune riprese televisive si vedono chiaramente lava e lapilli scuri espulsi dal cratere a partire dalle ore 20 locali. Al momento, fortunatamente, non sono stati segnalati particolari danni.
Il Giappone conosce bene questo genere di emergenze poiché ospita decine di vulcani attivi; si trova infatti nel cosiddetto “Anello di fuoco” del Pacifico, area in cui si verificano costantemente terremoti, eruzioni vulcaniche ed altri eventi anomali che spesso si sono trasformati in vere e proprie calamità naturali. L’area interessata dall’eruzione delle ultime ore, Sakurajima, ha subito grosse variazioni proprio a causa di precedenti eruzioni: in principio era un’isola e da poco più di un secolo si trova fisicamente annesso alla penisola Osumi. Normale amministrazione, quindi, anche se c’è da dire che il massimo livello di allarme non viene dispiegato con facilità dalle autorità giapponesi: l’ultima occasione in cui è accaduto è stato a causa dell’eruzione dell’isola di Kuchinoerabu, sempre a Kagoshima, nel 2015.