(Adnkronos) – ”Le recenti revisioni delle stime trimestrali e annuali da parte dell’Istat, pur elevando di molto il livello del Pil sia in termini nominali che reali, hanno comportato una correzione ‘meccanica’ al ribasso della crescita acquisita per il 2024 sui dati trimestrali, che rende più difficile il conseguimento di una variazione annuale del Pil reale dell’1 per cento, per l’anno in corso”. Lo afferma il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, in audizione nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato. “In un quadro globale ancora caratterizzato dalle tensioni geopolitiche connesse ai conflitti in atto e da una politica monetaria restrittiva, nel primo semestre dell’anno la dinamica del pil reale è stata nel complesso conforme alle previsioni sottostanti il Def dello scorso aprile. A fronte di consumi stazionari, la crescita del primo trimestre è stata guidata sostanzialmente dalla domanda estera. Nel secondo trimestre, invece, all’espansione hanno contribuito le scorte e i consumi”, aggiunge Giorgetti. Giorgetti parla anche del deficit dell’Italia. “L’impegno nell’adozione di riforme consentirà di estendere da quattro a sette anni il periodo di aggiustamento del Piano. La trattativa è ancora in corso”, dice il ministro. ”Il governo ritiene di poter conseguire, pur adottando un profilo di aggiustamento coerente in media con quello stimato dalla Commissione, una riduzione del rapporto tra indebitamento netto e il Pil più rapida e tale da portare l’Italia al di fuori della procedura di deficit eccessivo a partire dal 2027”, dichiara il titolare di via XX Settembre. ”Al percorso di correzione strutturale individuato lungo i sette anni di aggiustamento corrisponde un tasso di crescita medio anno della spesa netta pari a 1,5%, che è in linea con quello della traiettoria di riferimento della Commissione”. Giorgetti spiega che ”partendo dal livello di indebitamento netto previsto per l’anno in corso, che è stato aggiornato al 3,8% dal 4,3% lo scorso aprile, i livelli obiettivi di crescita della spesa netta consentiranno una correzione annua del saldo primario strutturale pari a 0,55 punti percentuali nel 2025 e nel 2026, coerente con il requisito della procedura di deficit eccessivi cui è assoggettato”. ”Successivamente, all’uscita della procedura per deficit eccessivi prevista a partire dal 2027, il rispetto del percorso obiettivo della spesa netta garantisce un aggiustamento lineare del saldo primario strutturale pari a 0,52 punti percentuali, conforme ai requisiti e alle salvaguardie previste dal patto. Il profilo di crescita annuale della spesa programmata implica che la crescita accumulata della spesa netta si mantenga ben al di sotto di quella del prodotto potenziale nominale”, rileva il titolare di via XX Settembre. “L’esame degli indicatori più recenti mostra una sostanziale tenuta della nostra economia”. “Al lieve rallentamento rilevato nell’espansione del settore dei servizi – spiega – si contrappone la graduale stabilizzazione della manifattura. Le più recenti indagini qualitative condotte in quest’ultimo settore mostrano un minor ritmo nella flessione della fiducia delle imprese. Quanto ai servizi, l’indice dei responsabili degli acquisti del comparto (Purchasing Managers’ Index, Pmi) ha continuato a fornire segnali positivi, mantenendosi stabilmente al di sopra della soglia di espansione, anche se su livelli inferiori rispetto al primo semestre del 2024”. “Nonostante la normalizzazione del regime di agevolazioni fiscali per gli edifici residenziali, la produzione del settore delle costruzioni, anche per effetto delle numerose opere pubbliche in corso di realizzazione, non ha subito un brusco rallentamento. Le prospettive per l’export risultano complessivamente ancora favorevoli”, aggiunge. In audizione il ministro spiega poi che ”se da un lato l’andamento delle variabili economiche appare complessivamente in linea con le attese, con elementi quali il mercato del lavoro e il saldo di finanza pubblica che risultano addirittura più favorevoli rispetto a quanto previsto mesi fa, dall’altro l’allargamento dei conflitti in atto, in particolare nel Medio Oriente sta alimentando ulteriormente l’incertezza che da tempo caratterizza lo scenario economico globale”. ”L’incertezza sul quadro globale, le devastazioni belliche e le perdite umane a cui assistiamo quotidianamente, sia pure a distanza stanno probabilmente incidendo non solo sugli investimenti delle imprese ma anche sulla spesa dei consumatori il che può contribuire a spiegare la risalita del tasso di risparmio delle famiglie italiane negli ultimi trimestri”, sottolinea il ministro. ”Il governo – evidenzia Giorgetti – ha la responsabilità di definire interventi che, compatibilmente con gli spazi di bilancio disponibili, riescono a coinvolgere le energie imprenditoriali e gli altri attori di mercato per migliorare ulteriormente la competitività della nostra economia”. La stabilità delle finanze pubbliche ”è un elemento di grande rilevanza in questo scenario”, sottolinea. Il Psb ”delinea un quadro di finanza pubblica che nel medio periodo porta a una stabile riduzione dello stock di debito pubblico, e dei relativi oneri”, osserva il ministro. ”Una necessità ineludibile, come sostenuto qualche settimana fa dal Presidente Mattarella anche in vista della realizzazione degli investimenti per la doppia transizione digitale e ambientale che stiamo affrontando”. Per Giorgetti il Psb ”è un documento allo stesso tempo ambizioso ma realistico, che nel rispondere ai complessi vincoli introdotti al fine di raggiungere un compromesso tra approcci diversi alla gestione delle politiche di bilancio affronta i principali problemi del Paese e delinea un percorso di rientro dai deficit accumulati negli anni recenti”. ”La presentazione di questo nuovo documento avviene in un momento caratterizzato da tendenze contrastanti”, aggiunge il ministro. “La prossima manovra di bilancio si baserà sia sugli spazi di bilancio disponibili, sia sul reperimento di adeguate coperture”, sottolinea Giorgetti. In primo luogo, afferma, “la manovra di bilancio che presenteremo nelle prossime settimane fornirà le risorse necessarie a confermare gli interventi ritenuti prioritari. Tra questi rientrano, soprattutto, le misure necessarie a rendere strutturali gli effetti del taglio del cuneo fiscale sul lavoro e l’accorpamento delle aliquote Irpef su tre scaglioni già in vigore per l’anno in corso, nonché interventi finalizzati a favorire la natalità e a fornire un sostegno alle famiglie più numerose”. La manovra “stanzierà anche risorse per il rinnovo dei contratti pubblici relativo al periodo 2025-2027, per tenere conto dell’andamento dell’inflazione”, spiega, ricordando che l’ultima legge di bilancio aveva già stanziato le risorse per il rinnovo del triennio 2022-2024, in corso di perfezionamento. “Inoltre, il Governo considera necessario incrementare i fondi destinati alla sanità pubblica. La spesa sanitaria crescerà a un tasso superiore a quello fissato per l’aggregato obiettivo della spesa netta. Infine, le risorse disponibili a legislazione vigente e quelle ulteriori allocate con la prossima manovra serviranno anche per avviare il programma di riforme e di investimenti delineato nel Piano”, afferma Giorgetti. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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