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Giovane attivista blocca un volo e impedisce il rimpatrio

Dove può arrivare la forza dell’empatia e della solidarietà umane? A quanto pare ad impedire l’applicazione delle nuove restrizioni della legge svedese sul rimpatrio, ostacolando il decollo di un aereo pieno di passeggeri nell’aereoporto di Gotemborg. Sembrerebbe un aneddoto assurdo, e invece è proprio quello che è successo lo scorso mercoledì, quando una giovane studentessa svedese, Elin Ersson, attivista per i diritti umani, è salita sullo stesso aereo di un 52enne afghano, designato dalle autorità svedesi per il rimpatrio nel suo Paese d’origine, e ha dato avvio a una diretta Facebook durante la quale spiegava le ragioni del suo gesto. La ragazza si sarebbe rifiutata di sedersi, richiedendo insistentemente di parlare con il pilota. “Non mi siedo se non fate scendere anche lui” ha affermato con determinazione la ragazza, spiegando che se quell’uomo fosse stato ricondotto con la forza nel suo Paese avrebbe rischiato la vita.

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Nel video si sentono poi le voci delle autorità intervenute intente a toglierle di mano il cellulare, chidendole: “Cerchi di cambiare le regole?”. Ma chi è che in realtà sta infragendo le regole? In vista delle elezioni di settembre lo Sverigedemokraterna, i «democratici svedesi». Un partito di matrice fortemente nazionalista, attualmente in ascesa secondo i sondaggi che gli attribuirebbero il 18,5% dei voti, il 5,6% in più rispetto alle consultazioni del 2014, porrebbe come priorità nell’agenda di governo la restrizione drastica dei flussi migratori in Svezia e standard molto più severi sul rimpatrio. É dal 2015, anno in cui 163.000 migranti avrebbero fatto richiesta di asilo, che la Svezia tratta il tema migranti seguendo una linea di austerità e intransigenza, prevedendo decine di migliaia di rimpatri, e di certo le previsioni per i risultati delle prossime elezioni non lasciano intravedere alcun tipo di miglioramento e moderazione in questo senso.

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É dunque necessario ricordare che riesternalizzare le migrazioni è una violazione dei diritti umani per ciò che concerne i profughi di guerra e coloro che fuggono da qualsiasi tipo di persecuzione, come nel caso dell’uomo afghano del volo di Gotemborg, che ha accidentalmente trovato un vero angelo custode: la giovane Elin, la quale ha spinto ad una riflessione sulla legittimità delle leggi sull’immigrazione nel suo Paese, denunciandole come puro abuso di potere, e inscenando un esemplare gesto di fratellanza e solidarietà nei confronti di uno sconosciuto come tanti altri, vittima della più ceca incomprensione. La ragazza, supportata dagli altri passeggeri, è infine scesa dall’aereo seguendo il rifugiato afghano scortato da tre agenti.

Data:

27 Luglio 2018