Il debutto in Prima Nazionale al Festival Teatrale di Borgio Verezzi, l’estate scorsa.
Nel ruolo di Giuda: Maximilian Nisi.
Testo di Raffaella Bonsignori.
Musiche di Stefano De Meo, Video di Marino Lagorio. Costumi di Tiziana Gagliardi.
Produzione “Centro Mediterraneo delle Arti”.
Una menzione speciale Premio Camera di commercio Riviere di Liguria è stata assegnata a Giuda “per la profondità dei contenuti e l’alto livello dell’interpretazione di Maximilian Nisi”.
Sarà consegnata quest’estate da Enrico Lupini Presidente della Camera di Commercio, durante uno degli spettacoli in cartellone al 65° Festival di Borgio Verezzi.
Nell’attesa e vista la riapertura dei Teatri, tornerà in scena il 6 maggio al Teatro “Lo spazio” di Roma. La durata è di 70’.
Pandemia permettendo dovrebbe recuperare la data di Vicenza del 2020 che per il lockdown non è andata in scena.
Il 5 luglio sarà in piazza del Duomo a San Miniato (Pisa) per il Festival del Dramma Popolare che festeggia i 75 anni e nel 1997 ha ospitato il debutto di Nisi con “Billy Budd”. Nel 1998 è tornato con “San Francesco” nel 1999 con “Il Cavaliere di Ventura”.
Come nasce l’idea dello spettacolo?
Al di là dell’interpretare il ruolo di Giuda, la cosa che più m’interessava era curare la messa in scena, tirare fuori il testo, dare voce a Giuda trovando la giusta vocalità, far lavorare Stefano De Meo su delle musiche evocative, aggiungendo anche delle immagini di Marino Lagorio.
Era un progetto sul quale stavo già lavorando prima del Covid e nasceva come Reading all’interno delle Grotte di Borgio Verezzi che non erano agibili e quindi lo faccio in Teatro. Più che uno spettacolo è una performance. Regala un bel momento di riflessione e mette insieme una serie di tasselli storici.Giuda è uno dei personaggi più saccheggiati in qualsiasi campo sia stato rappresentato.
Perché dare voce a Giuda?
Rappresenta il fascino del malvagio. Attorno alla figura di Gesù oltre a Giuda che lo ha tradito si parla di Pietro che lo ha rinnegato e di Tommaso che non credeva in lui. Tutti noi abbiamo la consapevolezza di essere buoni e contemporaneamente anche cattivi.
Giuda è terribilmente umano ma non ha la possibilità di avvicinarsi ad un concetto di amore universale.
Era necessaria una pedina di Dio e in questo caso Giuda malgrado fosse il più ricco e il più colto degli Apostoli, aveva più limiti rispetto agli altri.
Ci sono alcune teorie che dicono che Giuda e Gesù avessero una grande intesa. Giuda era l’unico a poter capire il desiderio di Gesù e ad aiutarlo nella realizzazione del suo mandato.
Come vivi questo periodo storico?
É vero che con il lockdown siamo tutti destabilizzati emotivamente ma abbiamo bisogno di cose che ci possano far riflettere, darci una speranza e ci possano riportare su una via che credo in questo momento abbiamo smarrito.
Siamo molto disorientati e ricominciare dalle origini parlando di un amore maltrattato può essere un buon avvio.
Noi abbiamo bisogno anche solo di una manciata di spettatori per far sì che il Teatro possa continuare a fare quello che ha fatto nel corso dei secoli.
Il Teatro non si deve fermare, deve comunque andare avanti e quando si sbloccherà questa situazione saremo pronti a continuare il nostro percorso.