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Giudici Onorari all’attacco

cms_18439/apertura.jpgLa sentenza oggi in commento ha risolto una questione specifica, costituita dal diritto alle ferie dei Giudici di Pace, ma per una specie di serendipità ha dato la stura alla vexata quaestio che riguarda la parificazione dei diritti tra magistrati onorari e togati. La Giustizia, per semplificare, è suddivisa tra i Magistrati effettivi, di carriera e a tempo indeterminato, e un numero notevole di Magistrati Onorari che hanno cariche limitate nel tempo. I criteri di suddivisione delle questioni, poi, in linea di massima coincidono con la maggior semplicità per i secondi, supponendo che le loro preparazioni e capacità, non testate e raffinate attraverso le consuete forme di reclutamento e formazione dei togati, siano di rango inferiore rispetto a questi ultimi, oltre a intrattenere un rapporto estraneo al lavoro subordinato. A questa supposizione si lega il diverso trattamento economico tra le due categorie e il sistema delle carriere. Ora, la sentenza della Corte di giustizia europea, nella causa C-658/18, se da un lato sancisce che la questione circa le ferie va regolata nel senso che uno Stato Ue può prevedere un trattamento economico dei Giudici Onorari diverso rispetto a quello dei togati, ha però chiaramente espresso il concetto che la natura del rapporto di lavoro dei Giudici Onorari ha elementi caratterizzanti di subordinazione, quali gli ordini di servizio del capo dell’Ufficio, i provvedimenti organizzativi del Csm e i risvolti disciplinari. Questi cenni alimentano chiaramente le speranze mai sopite di tutti i Magistrati Onorari verso un riconoscimento pieno e totale di parificazione ai Magistrati togati. Prendere una posizione netta su un argomento così delicato non è facile, poiché le implicazioni sono molteplici. Ma c’è un modo per uscire dall’impasse che non deve necessariamente coincidere con un complicato livellamento tout court tra le due categorie. Difatti, essendo innegabile che le necessità di giustizia dei cittadini sono ormai stabilizzate anche (se non soprattutto) nelle aree di intervento in cui oggi operano i Giudici Onorari ed essendo incontestabile che tali necessità comportano in ogni caso un dispendio notevole di risorse pubbliche, si potrebbe eliminare la categoria dei Giudici Onorari e reclutare al loro posto i togati, magari prevedendo che i Giudici Onorari, aspiranti togati nel concorso a farsi, possano vantare, grazie all’esperienza accumulata, un qualche punteggio in più a loro favore. Sostenere, infatti, che la giustizia amministrata dagli “onorari” sia diretta a risolvere questioni “bagatellari”, potrà anche presentare qualche elemento di verità, ma non per questo può tollerarsi anche la semplice idea che tale amministrazione, svolta con gli stessi arnesi usati dai togati (codici e sentenze precedenti) sia svolta da chi si suppone non abbia le medesime capacità e non sia messo per legge nelle condizioni di migliorarla perché escluso dai meccanismi formativi oggi riservati ai “professionisti”. Un cittadino non può sentirsi rassicurato da un siffatto modo di vedere le cose. E quindi la sentenza che vi facciamo leggere forse rappresenta un primo passo in questa direzione. Lo speriamo, almeno.

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Data:

27 Luglio 2020