Per la prima volta nella storia della chiesa, le porte del mondo cattolico si aprono al mondo omosessuale. La notizia, giunta qualche giorno fa, ha fatto il giro del mondo destando entusiasmo e sospetti nell’opinione pubblica. L’incontro si è svolto in contemporanea con il tanto criticato Congresso della Famiglia di Verona.
Indubbiamente tutti si aspettavano la presenza di Papa Francesco, ma la stessa curia romana ha dichiarato categoricamente l’assenza del pontefice. A presiedere l’appuntamento davanti a circa 50 attivisti del mondo Lgbt c’era invece il segretario di stato Pietro Parolin.
Molta delusione traspare dai partecipanti che desideravano incontrare il Santo padre. Ma, a quanto pare, non è la prima volta che il Papa diserta incontri così problematici. Lo ricorda chiaramente Francesco Zanardi, presidente della Rete l’Abuso, che sul tema della pedofilia attendeva con tribolazione una presa di posizione netta da parte del pontefice.
L’incontro con il mondo gay è stato organizzato per presentare uno studio sulla “criminalizzazione dei gay nei Caraibi”. Questo studio è stato condotto dall’istituto Interamericano de Derechos Humanos.
Nonostante l’imbarazzo per l’assenza del pontefice, il segretario di stato sostiene con vigore: “la violenza è inaccettabile, bisogna difendere la dignità di tutti”. Certamente l’incontro tra le due parti non ha risolto tutti i problemi, ma resta il fatto che si sia avviato un dialogo con le cariche del Vaticano. Il cammino è molto tortuoso, per questo gli attivisti e i politici impegnati nella tutela dei diritti Lgbt chiedono un impegno maggiore da parte della chiesa, esortando i prelati a schierarsi dalla loro parte per contrastare il fenomeno crescente dell’odio verso gli omosessuali.
Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Ad oggi non ci è dato scommettere, solo il tempo chiarirà quali sono le reali intenzioni della chiesa.