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L’ETERNO CASO ORLANDI

Sembra non esserci pace per la famiglia Orlandi, che dal 1983 cerca di dare un senso alla scomparsa di Emanuela. Molte sono state le ipotesi avanzate nel corso delle varie indagini, partendo proprio dalla basilica di Sant’Apollinare dove la Orlandi frequentava il corso di musica.

Ad essere più volte richiamato è stato il tanto chiacchierato rettore Don Vergani, capace di permettere la sepoltura di De Pedis, il famoso boss della banda della Magliana.

Le ipotesi proposte non finiscono qui: da Giovanni Paolo II, il quale sosteneva potesse trattarsi di un caso internazionale, fino ad arrivare alla raggelante affermazione di Papa Francesco al fratello della Orlandi: “Emanuela sta in cielo”. Cosa voleva dire il pontefice, e soprattutto perché Emanuela è scomparsa in Vaticano?

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La stessa magistratura ha avuto molte difficoltà nelle indagini, perché la Santa Sede impone molte restrizioni, come la segretezza di molti documenti, non visionabili da nessun organo se non esclusivamente da quello ecclesiale.

Eppure, i colpi di scena sembrano interminabili. Recentemente, la famiglia ha segnalato un possibile occultamento del corpo nel cimitero Teutonico sito nel territorio Vaticano.

Date le circostanze, il 27 giugno, con decreto della segreteria di stato, è stato ordinata la riapertura delle tombe. Una decisione voluta fortemente dal segretario di Stato Pietro Parolin per cercare di far chiarezza su una triste vicenda, che getta molte ombre sulle sfere vaticane.

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Qualche giorno fa, lo scorso 11 luglio, sono state riaperte le tombe. L’esito che ne è derivato è sconcertante: all’interno delle sepolture non è stato rivenuto alcun resto umano. A comunicarlo per primo è stato il fratello di Emanuela, Pietro, lasciando trapelare tutta la sua delusione: “Tutto mi aspettavo tranne che trovare tombe vuote, anche perché il custode diceva di essere stato incaricato dalla famiglia di tenere fiori e lumini”.

Molte sono le perplessità, che fanno riemergere molti dubbi sulla conduzione delle indagini. Ovviamente, altri accertamenti verranno effettuati. La vicenda non è chiusa ed il nostro compito, seppur esiguo, è quello di non dimenticare la povera Emanuela.

Data:

14 Luglio 2019