La Campania, è una delle regioni più belle d’Italia, eppure, ancor oggi, soffre atrocemente per la piaga dell’inquinamento e dei roghi di rifiuti rilevabili soprattutto nella zona definita “Terra dei Fuochi”, area compresa tra la provincia di Napoli e quella di Caserta.
Ma questa espressione, apparentemente solo suggestiva, in realtà nasconde una situazione ancor più drammatica che riguarda il tasso di mortalità di quell’area. “Qui si muore più che nel resto d’Italia” aveva dichiarato nel luglio del 2013 Antonio Marfella, oncologo della fondazione Pascale di Napoli e presidente dell’Isde” (Associazione dei medici per l’ambiente) al giornale “Today.it” citando gli studi dell’Osservatorio Comunale.
Così, bambini e uomini di ogni genere si vedono impotenti davanti a questa piaga, apparentemente senza via d’uscita.
La domanda, dunque, sorge spontanea: si arriverà mai ad una soluzione? A quanto pare no. Sono anni che la Terra dei Fuochi desta preoccupazioni ed imbarazzo, ma nonostante ciò sembra abbandonata a se stessa forse anche perché incapace di uscire dal tunnel della criminalità organizzata, come si evince dal Rapporto Ecomafie del 2003 (sui traffici illegali e sull’abusivismo edilizio) curato dall’Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente e che ha visto la collaborazione, tra l’altro, delle forze dell’ordine (Carabinieri e Polizia), del Corpo Forestale dello Stato e delle Regioni a statuto speciale, della Guardia di Finanza e della Dia (Direzione investigativa antimafia).
Di conseguenza, qui la vita non è semplice e la gente del posto, è costretta a barricarsi in casa per sfuggire ai quotidiani odori sgradevoli dovuti ai roghi. E neppure le proteste dei cittadini, stanchi, sembrano essere sufficienti.
Ma questa terra diventa anche oggetto di scontro politico nella stessa maggioranza.
Ad alimentare le polemiche sulla Terra dei Fuochi ci ha pensato il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, che ha accusato il collega degli Interni, Matteo Salvini, di inoperosità. In una recente intervista al Corriere della Sera, infatti, lo stesso ministro pentastellato, aveva dichiarato: “Io ho fatto tutto quello che dovevo fare, non il ministro Salvini”. Secondo Costa, in effetti, toccherebbe a Salvini presidiare il territorio impegnando maggiormente le forze di polizia per evitare il drammatico fenomeno dei roghi.
Tuttavia alcuni progressi ci sono stati. Lo scorso 12 luglio, infatti, è stato sottoscritto il nuovo protocollo d’intesa con i comuni di Caserta, Capua, Maddaloni, Marcianise, San Felice a Cancello, San Marco Evangelista, Santa Maria Capua Vetere, San Nicola La Strada. A curare il tutto è stato Gerlando Iorio l’Incaricato per il contrasto del fenomeno dei roghi che al giornale “la Repubblica” ha dichiarato: “Si, i roghi di rifiuti stanno diminuendo, ma negli ultimi mesi c’è una tendenza al rialzo, ho 255 uomini impegnati nel controllo del territorio ma non bastano”.
Una triste verità, che inasprisce lo scontro nella maggioranza, dove il sottosegretario all’Ambiente leghista Vannia Gava replica su “Il fatto Quotidiano” in maniera polemica al ministro Costa: “Non si può schierare l’esercito a ogni rogo e invocare l’intervento del ministro Salvini”.
Ma queste dichiarazioni, polemiche, nonché velate minacce di far cadere l’esecutivo non interessano agli abitanti della Terra dei Fuochi costretti da anni a vivere in condizioni penose e privi di qualsiasi tutela. La politica è al servizio del cittadino, non viceversa.
(Foto da adnkronos.com – Si ringrazia)