C’è grande attesa attorno al calcio in questo momento. Ci sono i calciatori che vorrebbero tornare a giocare, i governatori del calcio che farebbero di tutto pur di far ripartire il campionato e i tifosi che sarebbero felici di poter tornare ad esultare per un gol dei propri beniamini. Insomma, tutto il mondo del calcio è lì pronto ad aspettare il giorno della ripresa. Ma come sarà quel giorno? Come cambierà il calcio dopo l’emergenza COVID-19?
Forse sarà opportuno cominciare ad immaginarlo questo futuro, anche perché non sarà più lo stesso. Cambieranno, infatti, le abitudini dei calciatori e dei tifosi durante e dopo la partita. È bene sapere che cambierà parecchio. Secondo quanto riferito dal ’Telegraph’ e riportato dall’Ansa, per esempio, nel protocollo inglese (e non solo) saranno proibite le esultanze di gruppo dopo un gol e lo scambio di maglie a fine partita per almeno un anno dall’entrata in vigore. Insomma, oltre alle mascherine, ai guanti, ai test e ad altri accorgimenti che saranno inevitabilmente imposti dal Comitato Tecnico Scientifico, per il momento non ci si potrà più neppure abbracciare.
Ma non è solo questo che preoccupa il Presidente dell’Aic (Associazione Italiana Calciatori), Damiano Tommasi: “Speriamo che tutto ciò basti – ha dichiaratoa ‘La Gazzetta dello Sport’. A me, più delle mascherine, suscita perplessità il distanziamento sociale, questo metro di distacco che oggi come oggi bisogna rispettare anche sul campo. È strano, è una misura che allenta l’energia tipica dello sport. Il calcio depotenziato. Poi ho letto che il pallone può essere elemento di contagio e sono stranito. Il pallone è l’oggetto che sul campo lega tutti e crea attrazione perché tutti lo tengono d’occhio e puntano a toccarlo. Lo spogliatoio venuto meno, in questa fase, è una cosa che mi lascia abbastanza indifferente, non ho mai creduto nella sua sacralità, penso che le squadre diventino tali per altre vie”.
Effettivamente tutte queste cose contribuiranno a rendere il calcio diverso da come era vissuto solo qualche mese prima. E non sarà facile per nessuno. Né per i calciatori, isolati all’interno di un rettangolo verde, né per i tifosi che saranno costretti – per coloro che potranno – a vedere i loro eroi dal freddo del loro apparecchio televisivo. Senza dimenticare che si giocherà a porte chiuse per ancora chissà quanto tempo.
Di qui, probabilmente, la simpatica iniziativa – riportata dall’Ansa – del Borussia Moenchengladbach che, per colmare quel vuoto e quel silenzio assordante che arriverà dagli spalti, ha deciso di riempire le tribune dello stadio con 16.500 cartoni raffiguranti i tifosi della squadra neroverde. E probabilmente ci saranno anche altre iniziative simili da parte di società che cercheranno di rendere meno freddo e più umano questo calcio. Ma sempre ammesso che si riprenda.
Perché, in realtà, dopo le parole distensive del Ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora e quelle concilianti della sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, ecco che puntualmente arrivano i soliti dietrofront dello stesso Ministro Spadafora che, intervistato da ‘Seilatv Bergamo’, ha subito voluto precisare: “Le notizie degli ultimi contagi non fanno ben sperare e fino a quando non si avranno novità sull’evoluzione sanitaria, non si potranno dare risposte certe. Ci vuole prudenza anche perché quanto accaduto nelle ultime ore non aiuta”.
Insomma, ci sono ancora tante incertezze e tanti dubbi sulla ripresa del campionato. C’è la volontà da quasi tutto il mondo del calcio di ritornare in campo, ma ancora molte perplessità da parte del Governo che, d’altronde, ha la responsabilità primaria di tutelare la salute degli atleti, dello staff e di tutti i cittadini che gravitano attorno alle società di calcio.
(Foto da it.finance.yahoo.com e adnkronos.com Fotogramma/Ipa – si ringrazia)