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Gli interessi della mafia, e non solo, nello smaltimento illegale di rifiuti

La Dia (Direzione investigativa antimafia) ha rilasciato una relazione sullo smaltimento illegale di rifiuti in Italia in riferimento all’anno 2019.

Piergiorgio Samaja, capo della Dia di Milano, ci ha tenuto a sottolineare come anche in Lombardia la situazione rifiuti sia piuttosto allarmante. Secondo lo stesso, però, i crimini ambientali che riguardano lo smaltimento dei rifiuti non sono gestiti solo dalle mafie, ma anche dagli imprenditori, per ridurre il pagamento delle tasse. Samaja aggiunge che la maggior parte delle azioni illecite sarebbe legata più al mondo industriale che alla criminalità organizzata.

Questa rete complessa e articolata di illegalità non può passare in secondo piano, e le pene per questi ecoreati non sono nemmeno paragonabili a quelle che riguardano il traffico di droga e di essere umani. La mancanza di un’adeguata tutela in ambito penale facilita l’azione illecita delle mafie e delle aziende che, anche se non gestite dalla criminalità organizzata, incrementano i loro profitti con l’illecito contenimento nel costo di smaltimento.

Per quanto riguarda i comuni, invece, spesso le amministrazioni locali si trovano in situazioni d’emergenza per cui provvedono a un veloce smaltimento dei rifiuti, soprattutto per tenersi a distanza da eventuali responsabilità. E spesso, per farlo, si rivolgono proprio alla criminalità organizzata.

Questo perché, come dichiarato dallo stesso Samaja, “da un lato è difficile controllare, sia da parte delle amministrazioni e delle forze dell’ordine, i subappalti alle aziende che si occupano di smaltimento rifiuti e che le imprese vincitrici sottoscrivono al ribasso e senza vincoli di trasparenza. Dall’altro, mancano, su molti territori italiani, idonei impianti di smaltimento.

Su quest’ultimo punto il Sud si trova ad affrontare una situazione molto difficile, proprio per l’assenza di termovalorizzatori. Questo porta a un aumento dei passaggi di trasporto e di smaltimento di rifiuti, in cui si assiste al riciclo di denaro sporco che finisce nelle tasche dello stato e della criminalità organizzata.

Prima, nel traffico gestito dalla criminalità organizzata, i rifiuti viaggiavano da Nord a Sud, soprattutto verso la cosiddetta Terra dei Fuochi, in Campania, dove venivano bruciati.

Negli ultimi anni, invece, i rifiuti hanno iniziato a fare un viaggio inverso, anche verso il Nord Europa. La Lombardia ha seguito a poco a poco il cattivo esempio della Terra dei Fuochi, con un gran numero di roghi e rifiuti ammassati in capannoni abbandonati.

Il trasporto, lo smaltimento e la bonifica del luogo sono i tre passaggi fondamentali in cui opera la criminalità organizzata.

In questo circolo vizioso sono sempre più frequenti gli incendi di natura dolosa in impianti abusivi, che inquinano l’aria, le falde acquifere, ma soprattutto mettono a rischio la salute dei cittadini.

Secondo i dati ricavati, si stima che, da giugno 2018 a giugno 2019, vi siano stati all’incirca 260 roghi; solo nel 2018, invece, si sono registrati 8000 ecoreati.

La maggiore sensibilizzazione riguardo all’ecosostenibilità dell’ambiente ha indotto anche le autorità locali a interessarsi maggiormente allo smaltimento illegale di rifiuti.

In questo senso, è tuttora molto utile il monitoraggio del territorio nazionale con appositi droni, grazie al quale è possibile individuare questi reati e i colpevoli per consegnarli alla giustizia, che però manca ancora di un complesso di norme penali in materia di ecoreati.

Data:

16 Marzo 2020