Nell’articolo seguente si analizza la variabile “Investment” come indicata all’interno del Global Innovation Index. La variabile Investment nel contesto del Global Innovation Index (GII) si riferisce a tutte le risorse dedicate da un paese o un’azienda per sostenere e stimolare l’innovazione. Questo concetto comprende vari tipi di investimenti, tra cui quelli in capitale umano, ricerca e sviluppo (R&S), infrastrutture, tecnologie e capitale finanziario. L’indice misura la capacità di una nazione di favorire e sostenere un ambiente propizio all’innovazione, valutando non solo i risultati in termini di brevetti, nuovi prodotti o servizi, ma anche quanto viene investito per creare tali risultati. Gli investimenti sono quindi sia di natura economica che istituzionale: si guardano alle risorse impiegate per formare le persone, migliorare il contesto imprenditoriale, e facilitare l’accesso a finanziamenti per iniziative innovative. Un aspetto cruciale è il ruolo dello Stato e del settore privato nell’investire in ricerca scientifica, tecnologie emergenti e formazione professionale. Un livello elevato di investimenti in questi ambiti è generalmente indicativo di un’economia orientata all’innovazione. Nel GII, l’investimento è valutato anche attraverso indicatori come la spesa pubblica e privata in R&S, il livello di istruzione, l’infrastruttura tecnologica e le politiche governative volte a promuovere l’innovazione. Maggiori investimenti in questi settori portano generalmente a un miglioramento delle condizioni per l’innovazione e, di conseguenza, a migliori prestazioni nell’indice globale. Questo quadro permette di comprendere il legame diretto tra investimenti e la capacità innovativa di una nazione, fondamentale per il progresso economico e sociale.
Gli investimenti nel global innovation index nel 2022. I dati che hai fornito riflettono gli investimenti nel contesto del Global Innovation Index (GII) del 2022, un indice che misura le capacità di innovazione di un paese e gli investimenti a supporto dell’innovazione. Analizzando i dati, possiamo osservare una significativa diversità in termini di investimenti tra paesi, e notiamo che fattori economici, politici e culturali giocano un ruolo determinante nell’influenza che un paese ha nella promozione e nel sostegno all’innovazione. In questo commento, esploreremo le implicazioni di tali differenze, analizzando i fattori chiave che possono spiegare le variazioni nei livelli di investimento e l’importanza dell’innovazione come fattore di crescita economica e sviluppo. Tra i paesi in cima alla lista, troviamo l’Iran (96,5), l’Estonia (96,2) e Singapore (92,5), che risultano essere tra i maggiori investitori in innovazione. Ciò potrebbe sembrare sorprendente per alcuni paesi, in particolare per l’Iran, che non è comunemente percepito come un centro di innovazione tecnologica rispetto a paesi come gli Stati Uniti o Israele. Tuttavia, questa posizione può essere spiegata dall’enfasi che l’Iran ha posto negli ultimi anni sulla ricerca scientifica, soprattutto nel campo della scienza e della tecnologia, e dalla crescente attenzione all’educazione universitaria e alla formazione in discipline STEM (Science, Technology, Engineering, and Mathematics). Questo può dimostrare che, nonostante le sfide economiche e politiche, un forte investimento in innovazione è visto come un elemento strategico per lo sviluppo a lungo termine. L’Estonia è un altro caso di studio interessante: questo piccolo paese è spesso considerato un “tech hub” grazie alle sue infrastrutture digitali avanzate, alla presenza di un settore pubblico altamente digitalizzato e a politiche governative che incoraggiano le startup tecnologiche. L’Estonia ha fatto dell’innovazione digitale una priorità nazionale, e questo si riflette chiaramente nei suoi elevati livelli di investimento. Singapore, conosciuto per la sua economia aperta e avanzata, è un centro globale di innovazione, con politiche governative mirate a incentivare la ricerca e lo sviluppo in settori come la biotecnologia, la finanza digitale e la tecnologia verde. Il livello di investimento elevato in innovazione è coerente con il suo approccio orientato alla crescita e alla competitività globale. Tra i paesi tradizionalmente associati a innovazioni avanzate, alcuni, come gli Stati Uniti (76,3) e il Regno Unito (63,2), mostrano livelli di investimento che, pur essendo elevati, sono inferiori a quelli dei paesi leader. Negli Stati Uniti, l’innovazione è trainata dal settore privato, con giganti della tecnologia come Google, Apple e Microsoft che dominano il panorama tecnologico. Tuttavia, il governo degli Stati Uniti tende a focalizzare meno risorse pubbliche per l’innovazione rispetto ad altre nazioni, come la Germania o il Giappone, dove i sussidi statali e le collaborazioni pubblico-private sono più prevalenti. Il Regno Unito sta attraversando un periodo di incertezza a causa di fattori politici come la Brexit, che ha avuto un impatto sul clima economico e sugli investimenti. Nonostante ciò, Londra rimane un centro chiave per l’innovazione tecnologica, specialmente nei settori della finanza digitale e della biotecnologia. Tuttavia, è possibile che le incertezze politiche abbiano limitato la capacità del Regno Unito di raggiungere livelli più alti di investimento. Alcuni dei paesi più sviluppati, come la Germania (25,4) e il Giappone (24,2), mostrano livelli di investimento relativamente bassi rispetto alle aspettative. Entrambi i paesi sono noti per essere leader globali nella produzione industriale e nella tecnologia avanzata, e la loro bassa posizione nell’elenco potrebbe suggerire che, nonostante le loro forti economie, potrebbero non essere altrettanto forti nell’investire direttamente nell’innovazione rispetto ad altre nazioni. Tuttavia, potrebbe anche riflettere il fatto che questi paesi hanno infrastrutture e sistemi già molto avanzati, e quindi possono non richiedere lo stesso livello di investimenti in innovazione rispetto a economie emergenti. Al contrario, alcuni paesi emergenti, come Mauritius (65,9), mostrano livelli sorprendenti di investimento in innovazione rispetto al loro peso economico globale. Mauritius ha cercato di diversificare la propria economia, tradizionalmente basata su agricoltura e turismo, investendo in settori come la finanza, le TIC (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione) e la formazione. Questo dimostra come anche paesi di dimensioni relativamente piccole possano dare priorità all’innovazione come mezzo per accelerare la crescita economica. India (38,8), un gigante economico emergente, ha migliorato significativamente i suoi investimenti in innovazione negli ultimi anni, grazie a un crescente ecosistema di startup tecnologiche e un forte focus sull’ingegneria e l’informatica. Tuttavia, l’India deve ancora affrontare sfide legate alle disuguaglianze sociali e all’accesso all’istruzione di qualità, fattori che possono limitare il potenziale innovativo del paese. Paesi come il Vietnam (11,4) e la Filippine (10,6) stanno iniziando a fare passi avanti nell’innovazione, anche se partono da una base inferiore. Entrambi i paesi stanno cercando di capitalizzare sulle loro economie in rapida crescita e sulla loro giovane forza lavoro, ma devono ancora investire molto in infrastrutture e istruzione per sfruttare appieno il loro potenziale. Infine, è interessante notare che paesi come Italia (6,4), Brasile (17,2) e Argentina (4,0), nonostante siano economie di medie o grandi dimensioni, hanno livelli di investimento molto bassi in innovazione. Questo potrebbe essere indicativo di sfide economiche strutturali, mancanza di politiche governative efficaci o difficoltà nell’implementazione di infrastrutture tecnologiche. Per quanto riguarda l’Italia, il paese soffre di una cronica mancanza di investimenti in settori chiave come la ricerca e sviluppo, e anche se ci sono eccellenze in settori specifici come la moda, il design e la produzione meccanica, il paese nel complesso non riesce a stare al passo con i principali attori globali in termini di innovazione tecnologica. L’analisi dei dati del Global Innovation Index 2022 evidenzia chiaramente la correlazione tra investimenti in innovazione e crescita economica. I paesi che hanno investito massicciamente in settori chiave come l’istruzione, la ricerca e lo sviluppo, le infrastrutture tecnologiche e le startup tendono a prosperare nell’economia globale moderna. Tuttavia, paesi con economie consolidate ma bassi investimenti in innovazione potrebbero vedere una diminuzione della loro competitività se non si adattano rapidamente a queste nuove dinamiche globali.
Gli investimenti nel global innovation index tra il 2013 ed il 2022. L’analisi dei dati relativi agli investimenti nel Global Innovation Index (GII) per il periodo 2013-2022 rivela significativi cambiamenti nei livelli di investimento e nelle performance di innovazione di vari paesi. Questi dati mostrano un panorama globale in evoluzione, con alcune nazioni che hanno registrato miglioramenti impressionanti, mentre altre hanno subito cali sostanziali nel loro impegno per l’innovazione. In questo commento approfondito, esploreremo le tendenze generali, i successi e i fallimenti di alcuni paesi, e rifletteremo sui fattori che hanno contribuito a queste variazioni. Tra i paesi che hanno registrato una crescita eccezionale, l’Iran e l’Estonia si distinguono in modo particolare. L’Iran ha visto un incremento straordinario di 83,8 punti nel GII, con un aumento percentuale del 659,84%. Questo miglioramento può essere attribuito a un aumento significativo degli investimenti in ricerca e sviluppo, nonché a un focus su settori strategici come l’energia, la scienza dei materiali e le tecnologie nucleari. Nonostante le sanzioni internazionali e le difficoltà economiche, l’Iran è riuscito a trovare risorse per potenziare il proprio settore dell’innovazione, soprattutto attraverso iniziative di formazione scientifica e collaborazione con università e istituti di ricerca nazionali. L’Estonia, che ha registrato un incremento di 80,7 punti (520,65%), è un esempio eccellente di come un piccolo paese possa diventare un leader globale nell’innovazione tecnologica. L’Estonia ha investito massicciamente nella digitalizzazione, sviluppando un’infrastruttura tecnologica avanzata e promuovendo la trasformazione digitale a livello di governo e settore privato. Il modello di “e-government” estone e il focus su soluzioni digitali innovative, come l’e-residency, hanno consentito al paese di emergere come hub tecnologico in Europa. Anche Mauritius ha ottenuto risultati notevoli, con un aumento di 38,3 punti (138,77%). L’isola ha cercato di diversificare la propria economia, tradizionalmente basata su turismo e zucchero, investendo in settori emergenti come la finanza, la tecnologia dell’informazione e la biotecnologia. Questa trasformazione è stata possibile grazie a politiche governative favorevoli all’innovazione e alla creazione di un ambiente imprenditoriale che ha attirato investimenti esteri e supportato le start-up locali. Alcuni paesi, come Israele, Singapore, e Arabia Saudita, hanno registrato miglioramenti moderati ma significativi. Israele, con un incremento di 18,1 punti (29,05%), rimane un leader globale nell’innovazione, particolarmente nel campo delle tecnologie avanzate come la cybersecurity, l’intelligenza artificiale e le biotecnologie. Nonostante il progresso relativamente modesto in termini percentuali, Israele continua a essere uno dei paesi più innovativi al mondo, grazie a un ecosistema di start-up dinamico e a forti legami tra il settore privato e quello accademico. Singapore ha visto un miglioramento di 18,6 punti (25,17%), consolidando la sua posizione come uno dei principali hub finanziari e tecnologici del mondo. Il governo di Singapore ha continuato a sostenere l’innovazione attraverso iniziative di sviluppo delle competenze e incentivi fiscali per la ricerca e sviluppo, rafforzando ulteriormente il suo ruolo di leader nell’innovazione in Asia. L’Arabia Saudita ha fatto passi avanti con un aumento di 8,2 punti (23,98%), in parte grazie alla sua strategia Vision 2030, che mira a diversificare l’economia oltre il settore petrolifero. Gli investimenti in settori come la tecnologia e l’energia rinnovabile, insieme a riforme sociali ed economiche, hanno contribuito a migliorare l’ambiente per l’innovazione nel paese. Tra i paesi che hanno subito una flessione nei loro livelli di innovazione, troviamo alcuni leader tradizionali come gli Stati Uniti, il Canada, e il Regno Unito. Gli Stati Uniti hanno registrato un calo di 6,3 punti (-7,63%), il che riflette una relativa stagnazione nel contesto di un’economia altamente innovativa. Questo potrebbe essere dovuto a una riduzione degli investimenti pubblici in ricerca e sviluppo, un tema ricorrente negli ultimi anni. Nonostante il declino, gli Stati Uniti rimangono una delle nazioni più innovative grazie alla forza delle loro aziende tecnologiche e delle università. Anche il Canada ha subito un calo, con una diminuzione di 7,1 punti (-9,45%). La diminuzione potrebbe essere attribuita a una mancanza di investimenti sufficienti in settori chiave come la tecnologia e l’intelligenza artificiale, nonostante il paese possieda un forte potenziale innovativo. Simile è la situazione nel Regno Unito, dove il calo di 12,8 punti (-16,84%) potrebbe essere legato all’incertezza economica e politica derivante dalla Brexit, che ha influenzato gli investimenti esteri e le collaborazioni internazionali nel campo della ricerca. Alcuni paesi hanno registrato cali significativi, con diminuzioni superiori al 50%. Tra questi, spiccano Norvegia, Giappone, e Corea del Sud, tutti paesi noti per la loro tradizione di innovazione. La Norvegia ha subito una diminuzione di 29,9 punti (-62,95%), un calo sorprendente per un paese con una forte economia basata su risorse naturali e tecnologie avanzate. Questo potrebbe riflettere una riduzione degli investimenti in settori non legati al petrolio, in linea con la transizione energetica che il paese sta affrontando. Il Giappone ha visto un calo di 25 punti (-50,81%), segnalando una potenziale crisi nell’innovazione tecnologica. Nonostante sia uno dei principali attori globali nella robotica e nell’elettronica, il Giappone ha faticato a mantenere il suo vantaggio competitivo negli ultimi anni. Questo calo potrebbe riflettere un invecchiamento della popolazione e una mancanza di nuove politiche per sostenere le start-up e l’innovazione digitale. La Corea del Sud, che ha registrato un calo di 47,8 punti (-74,22%), è un altro caso sorprendente, dato il suo status di leader tecnologico mondiale. Nonostante la presenza di giganti come Samsung e LG, il paese potrebbe aver subito una flessione a causa della saturazione del mercato e della concorrenza globale in settori chiave come l’elettronica e le telecomunicazioni. Un gruppo significativo di paesi in via di sviluppo, tra cui Brasile, Messico, e Argentina, ha visto cali drammatici nei livelli di innovazione. Il Brasile ha registrato una diminuzione di 15,9 punti (-48,04%), il Messico ha perso 16 punti (-66,95%) e l’Argentina ha visto un calo di 13 punti (-76,47%). Questi cali riflettono una mancanza di investimenti in ricerca e sviluppo, instabilità politica ed economica e difficoltà strutturali che limitano l’innovazione in questi paesi. Nonostante il loro potenziale in termini di risorse umane e naturali, molti paesi dell’America Latina continuano a lottare per costruire ecosistemi favorevoli all’innovazione. L’analisi dei dati del Global Innovation Index 2013-2022 mette in evidenza l’importanza di politiche coerenti e investimenti sostenuti per promuovere l’innovazione. I paesi che hanno registrato i maggiori progressi, come l’Iran, l’Estonia e Mauritius, hanno saputo sfruttare le opportunità derivanti da investimenti strategici e politiche governative proattive. Al contrario, i paesi che hanno subito cali, in particolare quelli tradizionalmente innovativi come gli Stati Uniti, la Corea del Sud e il Giappone, dovranno affrontare sfide significative per rimanere competitivi in un mondo sempre più basato sulla conoscenza e sulla tecnologia.
Politiche economiche per promozionare gli investimenti nel global innovation index. Le politiche economiche volte a promuovere gli investimenti nel Global Innovation Index (GII) devono affrontare una serie di sfide globali e nazionali, ponendo l’accento su infrastrutture, capitale umano, collaborazione tra pubblico e privato, finanziamenti e un quadro regolamentare che favorisca l’innovazione. Queste politiche sono fondamentali per aiutare i paesi a migliorare la loro posizione nel GII e, in ultima analisi, a stimolare la crescita economica, la competitività e la resilienza alle crisi. Esistono diverse leve economiche che i governi e le istituzioni possono adottare per incentivare gli investimenti nell’innovazione. Una delle principali aree su cui agire è il miglioramento delle infrastrutture tecnologiche. Gli investimenti nelle reti di telecomunicazioni, nei sistemi di trasporto e nella connettività digitale sono fondamentali per supportare un ecosistema innovativo. L’infrastruttura digitale, in particolare, costituisce la spina dorsale per molte attività innovative, consentendo alle imprese di accedere rapidamente alle informazioni, di interagire con clienti e partner a livello globale e di operare in modo efficiente. I governi dovrebbero promuovere politiche per accelerare la diffusione della banda larga ad alta velocità, del 5G e di altre tecnologie avanzate, nonché incentivare l’adozione di soluzioni cloud e di tecnologie dell’informazione da parte delle imprese, specialmente le piccole e medie imprese (PMI), che spesso faticano ad accedere a risorse tecnologiche di alto livello. Inoltre, i paesi dovrebbero investire in infrastrutture energetiche sostenibili, necessarie per alimentare i crescenti bisogni energetici di settori innovativi come l’intelligenza artificiale, la blockchain e l’internet delle cose. Oltre alle infrastrutture fisiche e digitali, è cruciale investire nel capitale umano. Le persone rappresentano la principale risorsa per l’innovazione, e le politiche economiche devono essere progettate per sviluppare un ecosistema educativo e formativo capace di rispondere alle esigenze del mercato del lavoro e delle imprese innovative. Ciò significa implementare politiche per migliorare il livello di istruzione, con particolare attenzione alle competenze STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica), oltre a promuovere l’istruzione superiore e la ricerca scientifica. I governi dovrebbero facilitare l’accesso all’istruzione attraverso borse di studio, prestiti agevolati e sgravi fiscali per chi investe nella propria formazione o in quella dei propri dipendenti. È altresì necessario creare programmi di riqualificazione per la forza lavoro esistente, in modo da garantire che le persone possano adattarsi ai cambiamenti tecnologici e alle nuove esigenze del mercato del lavoro. Un altro aspetto cruciale è attrarre talenti stranieri qualificati, favorendo la mobilità internazionale dei lavoratori e creando condizioni favorevoli per l’immigrazione di esperti in settori chiave per l’innovazione. Le politiche fiscali rappresentano un ulteriore strumento per stimolare gli investimenti in innovazione. Molti paesi utilizzano incentivi fiscali per incoraggiare le aziende a investire in ricerca e sviluppo (R&S), come crediti d’imposta, sgravi fiscali per le startup innovative e deduzioni per gli investimenti in tecnologie emergenti. Questi incentivi possono ridurre significativamente il costo dell’innovazione per le imprese, incoraggiando un maggior numero di aziende a impegnarsi in progetti innovativi. Oltre a ciò, è importante sviluppare un sistema fiscale che premi il successo nell’innovazione, ad esempio mediante una riduzione delle imposte per le aziende che creano brevetti, nuovi prodotti o servizi innovativi. Tuttavia, è necessario bilanciare questi incentivi con politiche fiscali sostenibili che non compromettano le finanze pubbliche, garantendo al contempo un ambiente fiscale favorevole all’innovazione. Un’altra area su cui concentrarsi è la collaborazione tra settore pubblico e privato. Le partnership pubblico-private sono essenziali per condividere rischi e risorse, accelerare lo sviluppo di nuove tecnologie e stimolare l’innovazione in settori strategici. I governi possono promuovere la creazione di cluster di innovazione, dove università, centri di ricerca e imprese collaborano per sviluppare tecnologie all’avanguardia. Tali cluster possono beneficiare di finanziamenti pubblici per la ricerca applicata e per progetti di sviluppo pre-competitivo, oltre che di infrastrutture e servizi condivisi, come laboratori e spazi di coworking. Le università e i centri di ricerca possono svolgere un ruolo cruciale nella promozione dell’innovazione, non solo attraverso la produzione di nuove conoscenze scientifiche, ma anche attraverso la creazione di spin-off e il trasferimento tecnologico alle imprese. I finanziamenti per l’innovazione costituiscono un aspetto cruciale delle politiche economiche per promuovere gli investimenti. Molte imprese innovative, soprattutto nelle fasi iniziali di sviluppo, affrontano difficoltà nell’accedere a finanziamenti adeguati a causa dell’alto rischio associato all’innovazione. I governi possono creare o facilitare l’accesso a fondi di venture capital, garanzie sui prestiti e programmi di finanziamento agevolato per le startup e le imprese innovative. Inoltre, è importante sviluppare mercati dei capitali più profondi e accessibili, in cui le aziende innovative possano raccogliere risorse finanziarie attraverso emissioni di azioni o obbligazioni. I governi possono anche incentivare gli investimenti privati nel capitale di rischio attraverso agevolazioni fiscali per gli investitori che finanziano imprese innovative. In alcuni casi, i governi possono creare fondi sovrani o di investimento specializzati nell’innovazione, che possano fornire capitale alle imprese nei settori tecnologici ad alto potenziale di crescita. Un altro aspetto chiave delle politiche economiche è la creazione di un quadro regolamentare favorevole all’innovazione. Le normative devono essere progettate in modo da facilitare lo sviluppo di nuove tecnologie e modelli di business, senza imporre eccessivi oneri burocratici. Un ambiente normativo troppo rigido può ostacolare l’innovazione, specialmente nei settori emergenti come la biotecnologia, le energie rinnovabili e le tecnologie digitali. I governi devono bilanciare la necessità di regolamentare per garantire la sicurezza e la protezione dei consumatori, con la necessità di permettere sperimentazione e flessibilità nel lancio di nuovi prodotti e servizi. In alcuni settori, come quello delle criptovalute o della guida autonoma, sono emersi nuovi modelli di regolamentazione sperimentale, noti come “sandbox”, che consentono alle aziende di testare nuove tecnologie in un ambiente regolamentare semplificato e controllato. Questa flessibilità normativa può accelerare l’adozione di innovazioni disruptive e attrarre investimenti in settori ad alta crescita. Un’area emergente di grande rilevanza per l’innovazione è quella delle politiche ambientali. Con il crescente focus sulla sostenibilità e il cambiamento climatico, le politiche economiche devono favorire l’innovazione in tecnologie verdi, come l’energia rinnovabile, la mobilità sostenibile e le tecnologie di efficienza energetica. I governi possono promuovere l’innovazione ambientale attraverso incentivi fiscali per le aziende che sviluppano tecnologie pulite, sussidi per la ricerca nel campo dell’energia rinnovabile e regolamenti che stimolano l’adozione di pratiche sostenibili. Le politiche climatiche possono diventare un potente motore per l’innovazione se progettate correttamente, contribuendo sia alla crescita economica sia alla protezione dell’ambiente. Infine, è importante sottolineare l’importanza di una strategia di innovazione nazionale integrata e coerente. I governi dovrebbero sviluppare piani a lungo termine per l’innovazione, definendo obiettivi chiari e misurabili, identificando settori strategici e allocando risorse in modo efficiente. Queste strategie devono coinvolgere tutti i principali attori dell’ecosistema dell’innovazione, comprese le università, le imprese, i lavoratori e la società civile. Solo attraverso un impegno coordinato e sostenibile sarà possibile promuovere un ambiente favorevole all’innovazione e migliorare la posizione di un paese nel Global Innovation Index.
Conclusioni. Il valore degli investimenti è diminuito significativamente tra il 2013 ed il 2022 passando da un ammontare medio di 31,37 fino ad un valore di 19,19 ovvero pari ad una riduzione del 38,84%. Tuttavia vi sono dei paesi nei quali il valore degli investimenti è cresciuto significativamente ovvero Iran con +659,84%, Estonia con +520,65%, Islanda con +170,95%, Mauritius con +138,77%, Malta con +103,61%. Vi sono anche dei paesi nei quali il valore degli investimenti è diminuito assai più della media ovvero Ucraina con -92,75%, Guatemala con -92,86%, Bielorussia con -95,91%, Algeria con -97,48%, Etiopia con-98,37%. Guardando ai paesi che hanno maggiore reddito pro-capite nel 2022 possiamo notare una grande eterogeneità dei livelli di investimento che varia da un valore di 96,2 unità nel caso dell’Estonia fino ad un valore di 15,5 nel caso dell’Austria. Pertanto non è possiible concludere che il livello degli investimenti sia di per se un elemento dirimente della crescita economica e dello sviluppo economico
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Source: Global Innovation Index
Link: https://www.wipo.int/web/global-innovation-index
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