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Gli italiani si informano “social”

Informarsi nel nuovo millennio. Per gli italiani non c’è dubbio: il web rappresenta una fonte necessaria e sufficiente dalla quale attingere le notizie. Una interessantissima ricerca da parte di Newsruption ha analizzato l’evoluzione della diffusione di notizie e del modo di informarsi che si è andato sviluppando negli ultimi dieci anni. I processi di digitalizzazione ormai in atto da più di un decennio e, di conseguenza, i nuovi mezzi di comunicazione, sembra abbiano avuto la meglio su quelli che un tempo erano considerate fonti autorevoli dalle quali ricevere notizie.

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Gli italiani usano sempre di più la Rete per informarsi e, dato certamente da sottolineare, ogni giorno almeno un milione di articoli vengono condivisi sui social media. Le nuove modalità di diffusione delle notizie hanno trasformato anche il profilo di consumo dell’informazione dell’italiano con un energico aumento dell’attività non solo su internet, ma, in maniera significativa, anche sulle app e sugli smartphone. Si pensi che tra il 2013 e il 2015 il dato riguardante le condivisioni è cresciuto ben del 185% con un volume che si attesta su 30 milioni di condivisioni mensili. Questo studio certifica dunque ancora una volta una tendenza ormai in atto nel mondo dell’editoria che disegna una parabola in forte fase ascendente di quelli che sono i prodotti provenienti dall’online, a scapito della carta stampata, ormai con sempre meno lettori.

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Quest’ultimi (il 75%) chiamati infatti a scegliere tra quali supporti informativi preferirebbero attingere le notizie, si dichiarano favorevoli al web, mentre solo il 16,2% afferma di preferire il mezzo cartaceo. La ricerca Infine segnala anche un altro dato importante ovvero l’influenza dei social network sull’informazione digitale: tra i quattro social più diffusi oltre il 95% di utilizzo è registrato da Facebook, il restante spazio è quasi tutto di Twitter e solo una piccola percentuale spetta ad altre piattaforme di condivisione. L’informazione classica registra da ormai troppi anni preoccupanti dati negativi (il Censis lo certifica da tempo), a favore di una scelta degli utenti della Rete e dei social dai quali attingere i contenuti. La lenta e inesorabile perdita di centralità nella dieta mediatica degli italiani, e non solo, del quotidiano tradizionale, rompe quello che per decenni è stato il perpetuarsi di un rito nell’informazione, ovvero la lettura del quotidiano.

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Oggi ci troviamo di fronte a una circolarità dell’informazione che ci rende tutti, volenti o nolenti, lettori e nello stesso tempo autori della notizia in un continuo tam tam mediatico che somiglia molto al primitivo tamburo tribale delle prime comunità di uomini. Il pubblicare informazione e, nello stesso tempo, lo scambio dell’informazione può diventare un interessante esercizio di arricchimento reciproco a patto di non snaturare e deviare verso altre strade la ricerca della verità.

Data:

31 Ottobre 2015