Ci sono enormi puzzle sparsi in tutto il mondo, di numerose civiltà provenienti da diverse parti della terra, che contengono centinaia e migliaia di indizi e prove, dietro le quali potrebbero nascondersi i segreti dell’esistenza degli esseri umani e della terra. I misteri che assillano l’umanità, sono ancora tanti. Quando ci si rende conto di essere lontani da queste verità si ha un senso di incompletezza e di impotenza. Fortunatamente una grande caratteristica umana è quella di spingersi oltre i confini, se così non fosse, ci troveremmo ancora oggi ad accendere il fuoco sfregando le pietre e a vestirci di pelli di animali.
C’è una comunità o una popolazione chiamata Essena, che oggi è motivo di studio e di discussione, riguardo alla sua origine, provenienza e molto altro. Si sa che si trattava di un popolo di guaritori, schivi e isolati dal resto del mondo, da cui rifiutavano l’ipocrisia e la vanità. Vivevano quasi come eremiti, ma al tempo stesso prestavano il loro servizio a chiunque ne avesse bisogno. A portare alla luce questa popolazione sono stati i rotoli del mar Morto. I manoscritti furono scoperti da alcune tribù di beduini all’interno di alcune caverne dimenticate nella zona di Qumran sopra il mar Morto nel 1946. La traduzione e la pubblicazione è stata oggetto di grandi controversie tra il mondo politico e quello accademico per oltre quarant’anni. Che cosa potrebbero dirci quei ventiduemila frammenti di rame, pelle d’animale e papiro, chi sono gli Esseni e quale messaggio ci hanno lasciato?
Conosciuti come “gli Eletti” e i “Prescelti”, da loro provengono tutti i profeti e i grandi maestri. Furono il primo popolo che condannò la schiavitù, l’uso di servitori e l’uccisione di animali ai fini alimentari. Vegani, praticavano l’agricoltura e vivevano a contatto con il suolo che li nutriva. Intendevano la preghiera come un linguaggio con cui onorare la natura e il cosmo. Erano studiosi meticolosi che annotavano e documentavano le loro esperienze per le generazioni future. Profondi conoscitori di geologia, climatologia, astronomia, praticavano arti di guarigione attraverso l’utilizzo di erbe e tramite la comunione con le forze celesti: lo stile di vita scelto consentiva loro di vivere fino a 120 anni o più. Inviavano in giro per il mondo i loro guaritori: Elia, Giovanni Battista e probabilmente anche Gesù. I loro insegnamenti sono riscontrabili in quasi ogni civiltà e culto religioso: dai Fenici, ai Veda, al Brahmanesimo, allo yoga indiano, al Buddismo. La stessa dottrina ha contribuito alla nascita della cultura occidentale: dallo Gnosticismo, alla Cabala e al Cristianesimo. Pitagorici e storici dell’antica Grecia, ispirarono gran parte del loro stile ai principi Esseni.
L’insegnamento fondamentale degli Esseni, mostra come le deviazioni dell’uomo dalla Legge, siano la causa di tutti i suoi problemi e fornisce il metodo con cui esso può trovare la via d’uscita al proprio dilemma. Il vero rapporto sacro è con noi stessi, quella è la prima relazione da cui tutto parte. L’assunzione della propria responsabilità personale è la prima qualità, vedere ogni cosa come uno specchio che riflette parti di noi stessi è la seconda qualità importante. Ogni momento della nostra vita, la nostra realtà interiore, ci viene rispecchiata dalle azioni, dalle scelte e dal linguaggio di coloro che ci circondano. Gli Esseni insegnavano dell’esistenza di 7 specchi essenziali per la ricostruzione dei rapporti.
Il primo specchio ci rimanda il riflesso di ciò che siamo. Si tratta di qualcosa che abbiamo fatto a noi stessi o degli errori o ferite che ci siamo auto inflitti. “Noi non vediamo le cose come sono, ma le vediamo come siamo” Le persone che ci irritano, ci infastidiscono o ci fanno adirare, ci sono state inviate dal nostro Io Superiore per indicarci qualche nostra precisa caratteristica.
Il secondo specchio riflette ciò che giudichiamo. Si tratta di qualcosa che ci ha feriti e su cui abbiamo costruito una carica emotiva. Può essere qualcosa che abbiamo subito in passato e che non abbiamo mai perdonato. Quando condanniamo il prossimo e lo facciamo caricando il giudizio di emotività è probabile che in realtà stiamo giudicando noi stessi. Ci aspettiamo tanto dagli altri e quando “quel tanto” non arriva siamo delusi e giudichiamo. Un essere umano equilibrato avrà degli obiettivi non delle aspettative.
Il terzo specchio riflette qualcosa che abbiamo perduto o che ci è stato sottratto. Quando vediamo qualcosa che ci piace negli altri, (colpo di fulmine) si tratta di qualcosa che prima era nostro, ma che è andato perduto o ci è stato rubato. Ogni rapporto è un rapporto con noi stessi dove si cerca di recuperare ciò che si è perso. Tutto si può recuperare all’interno di se.
Il quarto specchio riflette i nostri amori dimenticati. Potrebbe trattarsi di uno stile di vita, una passione o un rapporto spezzato. Spesso sono esperienze risalenti a vite passate, che hanno avuto una conclusione sbagliata. Tendiamo a ricercarle fino a quando la conclusione non verrà metabolizzata sotto forma di saggezza.
Il quinto specchio, riflette il padre e la madre. Spesso si dice che cerchiamo persone simili ai nostri genitori. Tendiamo a ripetere sia i modelli sani che quelli non sani che abbiamo appresi da bambini dai nostri genitori. Percepiamo i genitori come divinità e scegliamo i nostri partners, sulla base dei rapporti che abbiamo avuto con loro.
Il sesto specchio, riflette la ricerca della Tenebra o ciò che viene definito la notte scura dell’anima. Accade quando ci troviamo ad affrontare le nostre sfide più grandi, le nostre peggiori paure. La cosa più importante è ricordare che la nostra anima ci dona queste opportunità per crescere ed evolvere e che in realtà non esistono vittime.
Il settimo specchio, riflette la nostra percezione di noi stessi. Il nostro prossimo ci percepisce e ci tratta in base al modo in cui noi ci trattiamo e percepiamo noi stessi. Se abbiamo bassa autostima e non riteniamo di essere degni di ricevere amore o non vediamo la nostra bellezza, anche il prossimo non ci amerà e non vedrà la nostra bellezza. Se siamo acidi e privi di amore, il prossimo ci riserverà lo stesso trattamento. E’ fondamentale imparare ad essere compassionevoli e amorevoli verso noi stessi e abbracciare tutto ciò che siamo, senza giudicare. Amore, gioia e felicità li abbiamo dentro di noi.
La creazione di un rapporto sano, richiede che innanzitutto risolviamo le nostre grane, che curiamo le nostre ferite. Il primo passo è lavorare sul rapporto con noi stessi, solo allora i cambiamenti si paleseranno, illuminando le nostre vite. Solo allora inizieremo a notare le differenze nei rapporti con il nostro amore, al lavoro, con i nostri genitori e amici. Non è necessario cambiare niente di noi stessi, non dobbiamo diventare qualcuno diverso da quello che siamo, dobbiamo soltanto imparare ad Amarci.