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GLI STATI UNITI CHIEDONO IL RILASCIO DI NAVALNY

Lo scontro Russia – USA ormai è a campo aperto, e non più solo per quanto riguarda l’Ucraina. A tenere banco in questi giorni è la nota diffusa dal portavoce del dipartimento di Stato americano Ned Price, che richiede il rilascio dell’oppositore politico Aleksej Navalny in quanto la Russia sta violando ogni suo diritto. “Gli Stati Uniti sono profondamente preoccupati per l’escalation e arbitraria interferenza del governo russo con i diritti di Aleksey Navalny. Le autorità carcerarie hanno interferito con la preparazione di Navalny della sua difesa e la capacità di comunicare liberamente con il suo avvocato. Questa interferenza, insieme al fatto che è stato più volte messo in isolamento per presunte infrazioni minori, è un’ulteriore prova di maltrattamenti di matrice politica. Ci uniamo ancora una volta alla famiglia, ai colleghi e ai sostenitori di Navalny in tutto il mondo nel chiedere il suo rilascio immediato.”

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Navalny era finito in carcere nel gennaio 2021 all’aeroporto di Mosca, dopo essere stato curato in Germania dall’avvelenamento da Novichok. Da quel momento l’oppositore numero uno di Putin è stato incriminato con svariate accuse politiche, tra cui una di 9 anni da scontare sotto regime “severo”, nel carcere di massima sicurezza di Melekhovo, nei pressi della città di Vladimir, 200 km a Est da Mosca. Negli ultimi giorni sono apparse due foto che constatano la durezza della prigionia per Navalny. La prima ritrae Navalny a un’udienza in cui appare smagrito, volto scavato ed occhi infossati. Nella seconda invece si trova in una cella di due metri per tre, ovvero quella di isolamento, dove è stato messo per la quarta volta in un mese.

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Oltre a ciò, ad aver spinto gli Stati Uniti a diramare la propria nota, è il fatto che l’attivista è stato privato del rapporto di riservatezza avvocato-cliente. Ciò significa che le conversazioni tra Navalny ed i suoi legali non saranno più riservate, e ogni documento che si scambieranno dovrà essere soggetto a “verifica per tre giorni” da parte dell’amministrazione penitenziaria. Il carcere ha motivato questa prassi in quanto si sospetta che Navalny stia svolgendo “attività criminali” anche in prigione. Aleksey ha affidato come sempre ai social, attraverso i suoi avvocati, un commento sulla situazione: “Con i miei avvocati, ora discutiamo attraverso una finestra rivestita di plastica, attraversata da una griglia. La nostra conversazione è più simile a un numero di mimo. In verità, non è rimasto più nulla, formalmente, dei miei diritti di difesa, che erano già del tutto illusori”.

Data:

11 Settembre 2022