“ Gli U2 sono probabilmente l’ultimo gruppo di cui la gente ricorderà il nome di tutti e quattro i componenti, davvero fantastici. “Queste le parole di Bruce Springsteen, una leggenda per descriverne un’altra. Narrano le cronache che, nell’ormai lontano settembre 1976, cinque ragazzi giovanissimi, dai 14 ai 16 anni, si ritrovarono nella cucina di una casa di un sobborgo di Dublino. Il proprietario, amante della batteria, qualche giorno prima aveva affisso un annuncio nella bacheca della Temple Mount School: “cercasi componenti per formare una band”.
Era un certo Larry Mullen, gli altri Paul David Hewson, Adam Clayton, David Howell Evans e suo fratello Dick. Passarono quasi un anno a provare pezzi come Show Me the Way di Peter Frampton, Jumpin’ Jack Flash dei Rolling Stones, Suffragette City di David Bowie, per fare, con il nome di “Feedback” nel 1977, la loro prima apparizione live proprio alla Mount Temple, davanti ai compagni di scuola.
La neonata band però cambierà subito nome in “The Hype”. Ma tre chitarristi erano troppi. Ritennero, di comune accordo, che una formazione di quattro elementi fosse ideale per loro.Dick lasciò quindi il gruppo per formare insieme ad altri i Virgin Prunes. David Howell Evans decise quindi di diventare “The Edge” e Paul Hewison “Bono Vox”. Adesso i nomi iniziano a dire qualcosa, no? Erano nati gli U2. Questo l’ennesimo – e stavolta definitivo – nome scelto dai componenti ispiratisi all’aereo spia americano che nel 1960 venne abbattuto su suolo sovietico. Ma in realtà, come in fondo è giusto che sia, circolano diverse versioni sull’origine. Dovranno trascorrere altri due anni affinché riesca loro di registrare il primo demo, grazie all’incontro con Paul McGuinness, che proprio con loro ha iniziato la sua carriera di manager e produttore discografico. Il suo legame con il gruppo dublinese è stato talmente forte da essere definito il “quinto elemento” della band. Se ci fermiamo a ripercorrere le tappe dello straordinario cammino artistico che da una cucina ha portato quattro adolescenti ad assurgere a icone contemporanee, si evince chiaramente come gli U2 siano stati capaci non solo di seguire, ma anche spesso di anticipare i tempi.I loro esordi si incardinano in un’estetica Punk-New Wave pervasa da una rabbia giovanile verso un mondo, ancora per poco, scevro dalla rivoluzione digitale che di lì a poco sarebbe arrivata. Il sacro fuoco della creatività ha veementemente permeato il gruppo, procedendo parallelamente con l’evoluzione tecnologica tipica di una società sempre più globalizzata. Il loro estro ha partorito opere di assoluto valore che si ascoltano e riascoltano, divenute “classici”in un momento storico nel quale il rock stava vedendo affievolirsi la fiamma che lo animava.
Uno dei pochi esempi di band attive nel panorama musicale capaci di divenire “leggenda” al pari di formazioni incardinate nei decenni precedenti. Ragazzi come tanti, partiti con in tasca speranze e voglia di fare, che hanno iniziato la loro storia raccontando di un Paese, l’Irlanda, profondamente lacerato dalla lunga scia di conflitti tra lealisti e repubblicani. Nei testi delle loro composizioni c’è tutto lo strazio di una Nazione, lacerata dai suoi temi politici, dagli accadimenti e dai personaggi che hanno fatto la storia contemporanea. Album come “War“, “The Joshua Tree”, “The Unforgettable Fire” o “Achtung Baby” sono tra i lavori più significativi del rock. E non solo.
Leggendarie le loro performance dal vivo. Esibizioni infuocate e dense di pathos, che si sono via via evolute in fantasmagorici spettacoli. Ricordi indelebili per coloro che hanno avuto il piacere di condividerle, soprattutto nella “golden age”, il periodo giovanile della band.
Gli U2 hanno fortemente innovato, e per certi versi cambiato, i criteri di messa in scena dei concerti rock.Improvvisazione e una straordinaria partecipazione del pubblico. Questi gli ingredienti del successo scenico.
Una volta si esibirono su un tetto di Los Angeles per registrare il video di “Where the streets have no name”. La polizia era ammirata, ma fu costretta ad interrompere le riprese dopo che i fans avevano – letteralmente – fatto impazzire il traffico cittadino in interi isolati.
La band arriverà vicino al punto di rottura all’inizio del 1991, sulla scia di varie incomprensioni circa il percorso musicale da seguire. Ma la registrazione di “Achtung baby”, disco di assoluto spessore, nella Berlino ancora pervasa dalla polvere del muro abbattuto, si rivelerà essere un nuovo elemento coesivo per questi ragazzi ormai divenuti parte dello “star system”.
Sempre all’altezza nel gestire il rinnovamento e creare una sapiente alchimia tra il sound di fine millennio e il rock vecchia maniera, gli U2 attraversano il passaggio all’attuale corso con punte di sperimentazione spesso ardite, come quelle di “Pop”, l’album dance che lasciò tutti un po’ sgomenti. Grandi riconoscimenti come la Rock & Roll Hall of Fame e svariati Grammy Award. Diverse colonne sonore composte per il regista Wim Wenders e un’esibizione al Madison Square Garden a un mese dall’attentato alle Torri Gemelle nel 2001.
Sempre attenti al nuovo che avanza, Bono e colleghi hanno per primi reso gratuitamente disponibile su iTunes, il mega store on line di Apple, la loro ultima fatica, “Songs of Innocence”, toccando il record di distribuzione. L’album ha registrato ben 36 milioni di download.
Adesso in occasione del quarantennale della band, si preparano a nuovi traguardi con il nuovo disco “Songs of Experience” e il tour mondiale che partirà a marzo 2017.
Che dire, ne avete fatta di strada ragazzi! Auguri U2!