La questione Taiwan è molto spinosa nel quadro mondiale e coinvolge numerose realtà geograficamente lontane, prima fra tutte gli Stati Uniti.
In un’intervista il presidente Joe Biden ha dichiarato che l’America è pronta ad intervenire nel caso in cui la Cina decida di invadere con il suo esercito l’isola di Taiwan.
Immediata la replica del portavoce del ministero degli Esteri cinese, Mao Ning, che ha ribadito come il presidente cinese abbia già trattato la questione affermando che la Cina è pronta a prendere tutte le misure necessarie per difendere la propria sovranità da ingerenze esterne come quelle americane.
Taiwan è stata da sempre oggetto di discussione tra gli Stati Uniti d’America e la Cina.
Nel 1979 gli Usa avevano interrotto le relazioni diplomatiche con l’isola, riconoscendo come unico interlocutore Pechino e quindi, indirettamente, legittimando la sovranità cinese sull’isola. Con il passare degli anni e lo sviluppo economico, però, la Cina è passata da essere un partner commerciale ad un rivale sempre più agguerrito, escalation che ha portato l’America a riformulare questa presa di posizione, tornando ad essere più vicina a Taiwan attraverso il sostegno militare, rifornendo le armi per la difesa contro i possibili attacchi di Pechino.
Obiettivo di questa strategia alquanto ambigua era quello di evitare una possibile invasione cinese e allo stesso tempo provare a scongiurare che l’isola innescasse una guerra per l’indipendenza.
Joe Biden durante l’intervista è stato perentorio nelle risposte e ad una specifica domanda, riguardante la possibilità di un intervento americano nel caso di invasione cinese dell’isola di Taiwan, ha replicato categoricamente con un sì, facendo anche un parallelismo con il conflitto russo-ucraino, nel quale invece le truppe americane non sono intervenute ma si stanno limitando solo a fornire armamenti.
Questa ferma posizione del presidente americano deriva anche dagli obblighi assunti a seguito della firma del “Taiwan Relations Act”, che impegna gli Usa a supportare Taiwan con armi e con l’intervento dell’esercito.
La conferma arriva anche da un recente annuncio avente ad oggetto la vendita da parte degli Stati Uniti a Taiwan di 1,1 miliardi di dollari di armamenti militari.
Vedant Patel, portavoce del Dipartimento di Stato, ha infatti dichiarato: “Questo pacchetto era in lavorazione da tempo proprio perché ci aspettavamo che sarebbe stato necessario quando la Cina avrebbe aumentato la sua pressione su Taiwan. Abbiamo e continueremo ad essere responsabili, fermi e risoluti e a mantenere aperte le nostre linee di comunicazione con Pechino, ma anche a sostenere Taiwan in modo coerente con la nostra politica”.