L’edizione 2024 del Global Gender Gap Index mette a confronto la parità di genere in 146 economie, fornendo una base per l’analisi degli sviluppi della parità di genere in due terzi delle economie mondiali.
Dal report emerge che, sebbene nessun paese abbia raggiunto la piena parità di genere, il 97% delle economie incluse in questa edizione ha colmato oltre il 60% del proprio divario, rispetto all’85% del 2006. L’Islanda (93,5%) è di nuovo al 1° posto ed è in testa all’indice da un decennio e mezzo. Inoltre, continua ad essere l’unica economia ad aver colmato oltre il 90% del divario di genere. Delle restanti nove economie nella top 10, otto hanno colmato oltre l’80% del loro divario.
Le economie europee occupano sette posti nella top 10 mondiale. Oltre all’Islanda, questi includono Finlandia (2°, 87,5%), Norvegia (3°, 87,5%), Svezia (5°, 81,6%), Germania (7°, 81%), Irlanda (9°, 80,2%) e Spagna (10°, 79,7%).
I restanti tre posti sono occupati dalle economie dell’Asia orientale e del Pacifico (Nuova Zelanda, 4°, 83,5%), America Latina e Caraibi (Nicaragua, 6°, 81,1%) e Africa subsahariana (Namibia, 8°, 80,5%). La Lituania (11°, 79,3%) e il Belgio (12°, 79,3%) sono usciti dalla top 10, con Spagna e Irlanda che salgono rispettivamente di +8 e +2 posizioni, per unirsi ai top performer nel 2024.
L’Italia si trova all’87° posto con il 70,3% (il 79° l’anno precedente). Per quanto riguarda la rappresentanza della leadership nel governo, negli ultimi 50 anni quasi la metà (47,2%) delle economie monitorate dal Global Gender Gap Index ha avuto almeno una donna in posizioni politiche di alto livello. La parità di genere nella rappresentanza parlamentare ha raggiunto il livello record del 33% nel 2024, quasi raddoppiando dal 2006 (18,8%). Anche se le prospettive economiche offrono spunti di ottimismo a breve termine, a lungo termine le previsioni sui tassi di crescita sono alquanto insoddisfacenti. Le prospettive economiche per le donne e le ragazze sono minacciate dalle continue recessioni e dalle prolungate crisi.
Mentre l’adozione di politiche economiche per promuovere l’uguaglianza di genere è complessivamente aumentata, tra le regioni ci sono ancora forti differenze non solo nell’adozione, ma anche nello stanziamento di risorse e nell’attuazione. In conclusione, come dimostrano i risultati dell’indice di quest’anno, la portata e la velocità dei progressi non sono del tutto sufficienti per raggiungere l’uguaglianza di genere entro il 2030.
Raggiungere l’uguaglianza di genere dovrebbe essere un impegno per i governi nel realizzare un nuovo paradigma di pensiero economico, in cui la parità di genere sia accolta come condizione per una crescita equa e sostenibile. Lo aveva spiegato già il Global gender gap report 2023 del World economic forum affermando che ci vorranno 169 anni per colmare il divario di genere nella partecipazione economica.
La parità di genere è, peraltro, riconosciuta a livello internazionale anche da organizzazioni ed esperti come leva per lo sviluppo sostenibile: L’uguaglianza di genere e l’autodeterminazione di donne e ragazze è il quinto obiettivo dell’Agenda 2030 dell’ONU ma i governi conservano poca memoria degli impegni assunti dal Paese che rappresentano.
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Fonte: https://www.aranagenzia.it/
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