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GOVERNO DRAGHI…STRADA IN SALITA

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Un’ora e un quarto di colloquio, anche se hanno avuto bisogno solo di pochi minuti per trovarsi d’accordo sull’analisi del momento che attraversa l’Italia e sulla necessità di farvi fronte rapidamente, con quella richiesta di un governo “di alto profilo” formulata l’altra sera dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e accompagnata da “un appello a tutte le forze politiche presenti in Parlamento” perché gli conferiscano la fiducia.

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Uscendo dall’incontro con il Capo dello Stato, Mario Draghi si è detto pronto a raccogliere la sfida e fiducioso sulle possibilità di vincerla, attraverso il “confronto con i partiti e i gruppi parlamentari” e il “dialogo con le forze sociali”, auspicando che “emerga unità e, con essa, la capacità di dare una risposta responsabile e positiva all’appello del Presidente della Repubblica”.

Al più presto il premier incaricato si metterà quindi all’opera, rivolgendosi “innanzitutto al Parlamento, espressione della volontà popolare”, per sbrogliare una matassa che resta assai ingarbugliata, pronto a sciogliere “la riserva al termine delle consultazioni”. Mattarella non ha posto limiti temporali al tentativo di Draghi, anche perché entrambi hanno convenuto sulla complessità della situazione e sul fatto che la strada da percorrere al momento appare in salita.

Prematuro ogni accenno ad una ipotetica squadra di governo, a nomi e profili di ministri, anche perché Capo dello Stato e presidente incaricato non hanno e non avranno certo difficoltà a trovare un punto di incontro nell’individuare le personalità adatte ad entrare nel tipo di esecutivo che si cerca di far nascere.

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Il Presidente della Repubblica ha speso tutta la sua autorità politica e morale nell’indicare ciò di cui l’Italia ha bisogno in questo momento e nell’affidarsi alla riserva più di prestigio di cui la Repubblica dispone. Ora per Draghi si apre la fase più difficile e cruciale, nella quale dovrà capire fino a che punto i partiti saranno disposti a mettere da parte veleni, contrapposizioni, convenienze, necessità di salvaguardare equilibri interni, legittimi obiettivi politici, per riuscire a trovare un minimo comun denominatore che consenta il varo di un governo “che non debba identificarsi con alcuna formula politica”, come sintetizzato sempre ieri sera da Mattarella.

Impossibile naturalmente, avventurarsi in previsioni su se, come e quando avrà successo il tentativo di Draghi. Solo dopo i confronti interni ai partiti e i colloqui con essi, il premier incaricato riuscirà a capire entro quale perimetro parlamentare potrà muoversi un suo eventuale governo, quindi con quale programma e naturalmente con quali uomini.

Ci saranno soltanto figure tecniche come avvenne con gli esecutivi presieduti da Lamberto Dini e Mario Monti? Troveranno posto ministri parlamentari espressione diretta perciò dei partiti insieme a tecnici come nel gabinetto guidato da Carlo Azeglio Ciampi? Saranno presenti personalità in qualche modo riconducibili ad aree culturali di riferimento delle forze politiche? Ci sarà una qualche forma di continuità con ministri del governo uscente, vista anche la necessità di fare i conti con l’emergenza sanitaria e le sue conseguenze economiche e sociali? Ci sarà un ruolo anche per Giuseppe Conte, che comunque avrebbe confidato ad esponenti del Movimento 5 stelle di non essere disposto ad accettare alcun ministero?

Sono le domande che rimbalzano con più frequenza in queste ore, alle quali nessuno è in grado di rispondere. Di certo dal Capo dello Stato non sono state date indicazioni in un senso o nell’altro.

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Draghi avrà ampia libertà di manovra per poter confrontarsi con partiti e forze sociali per individuare le “risposte ai problemi quotidiani dei cittadini” e “rilanciare il Paese”. Come affermato al termine del colloquio con Mattarella, “abbiamo a disposizione le risorse straordinarie dell’Unione europea, abbiamo l’opportunità di fare molto per il nostro Paese, con uno sguardo attento al futuro delle giovani generazioni e al rafforzamento della coesione sociale”.

Se nei colloqui con i partiti si riuscirà a trovare un punto di caduta che permetta la nascita dell’esecutivo di alto profilo, il presidente incaricato potrà tornare al Quirinale con la lista dei possibili ministri e sciogliere la riserva. Quando? L’imperativo è fare presto, ma anche fare bene. Mattarella non ha posto limiti temporali per il tentativo di Draghi, visto che il suo lavoro inizia praticamente da zero. Certo, l’attesa non sarà infinita, potrebbero esserci degli step per informare il Capo dello Stato sull’evolversi della situazione, ma per ora non vengono previste né tanto meno indicate scadenze per il ritorno del premier incaricato al Colle.

cms_20859/grillo_beppe_fg.jpgGrillo a M5S: “Leali a Conte, no a Draghi”

Restare compatti e leali a Giuseppe Conte, no a un governo tecnico guidato da Mario Draghi. Dunque nessun sostegno all’ex numero 1 della Bce. Questa, a quanto apprende l’Adnkronos, la posizione di Beppe Grillo, espressa ad alcuni big del M5S che lo hanno sentito in queste ore. Il garante del Movimento, viene spiegato, avrebbe approvato la linea indicata dal capo politico Vito Crimi, ovvero nessun sostegno a un governo tecnico presieduto da Draghi. Ai suoi la raccomandazione di continuare a sostenere il premier uscente, Giuseppe Conte.
cms_20859/dibattista_fg66.jpgDi Battista ai 5S: “Non cedete, vogliono indebolire Movimento”
“Le pressioni saranno fortissime. Vi accuseranno di tutto. Di essere artefici dello spread. Di irresponsabilità. Di blasfemia perché davanti all’Apostolo Draghi non vi siete genuflessi. Voi non cedete. Questa ’manovra’ è stata pensata ad hoc per indebolire il Movimento e plasmare il Recovery ad immagine e somiglianza di Confindustria. Non cedete. Dovranno farcela con le loro forze, non con il nostro avallo”. È l’appello rivolto ai parlamentari del Movimento 5 Stelle da Alessandro Di Battista in un post su Facebook.
“La linea – prosegue Di Battista – era chiara ed era sostenuta dalla maggior parte degli italiani: Sì Conte Presidente del Consiglio e NO Renzi al governo. Qualsiasi sostegno (diretto, indiretto o mascherato) ad un governo Draghi diventerebbe un NO Conte Presidente del Consiglio e Sì a Renzi. Ovvero a colui che ha creato tutto questo. È inaccettabile”.
cms_20859/dimaioftg.jpgDi Maio: “Nessuno provi a dividere M5S”
“Le regole della democrazia sono molto chiare. La volontà popolare è rappresentata dalle forze presenti in Parlamento il cui mandato, ricevuto dagli elettori, non è stato quello di un governo tecnico ma, lo ribadisco, è stato quello di proporre un governo politico al Paese che rispondesse alle esigenze degli italiani”. E’ quanto ribadisce Luigi Di Maio in un post su Facebook, nel quale ricorda che “nel 2018 il MoVimento 5 Stelle ha preso il 33% dei voti, in Parlamento siamo la forza politica più grande e come abbiamo già dimostrato, siamo determinanti. Ora dobbiamo mostrarci compatti, serve unità”. “Nessuno provi a dividerci”, conclude.
cms_20859/vitocrimi_repertorio_fg.jpgCrimi: “Con i tecnici abbiamo già dato”
“Abbiamo già dato con i governi tecnici”. Lo ha detto, a quanto apprende l’Adnkronos, il capo politico M5S Vito Crimi durante l’assemblea dei gruppi convocata per fare il punto sulla situazione politica dopo l’incarico conferito dal presidente della Repubblica a Mario Draghi.
Crimi ha detto di voler provare ancora una volta con un governo politico. “Oggi ci ritroviamo con un governo tecnico. Mettete da parte Draghi, al di là della persona, pensate a un governo tecnico che è freddo e calcolatore. Un governo tecnico avrebbe mai potuto fare il reddito di cittadinanza? Un governo tecnico avrebbe potuto fare misure costose ma innovative e di rilancio come il superbonus al 110% e le comunità energetiche? Queste sono operazioni che può fare un governo politico, non un governo che ha la necessità di far quadrare i conti. Un governo tecnico non fa il bene del Paese, abbiamo già dato”
cms_20859/renzi7_afp.jpgRenzi:”Draghi miglior premier, saprà trovare via d’uscita da crisi”
“Penso che Draghi sia il miglior presidente del Consiglio per l’Italia, in particolare in questo momento. Draghi era presidente della Bce, è ammirato nel mondo. E’ la speranza del Paese”. Lo dice Matteo Renzi in una intervista alla Cnn. “L’Italia è un grande Paese ma ha bisogno di visione per uscire dalla crisi. Se si continuasse con la strategia del giorno per giorno – avverte il leader di Italia Viva – non saremmo in grado di creare una via d’uscita dalla crisi”. Molti “non hanno capito perché aprire la crisi”, dicendo “non è adesso il momento”. “Ma io – insiste Renzi – penso che fosse proprio questo il momento, per trovare la via d’uscita dalla crisi: Draghi sarà in grado di farlo”.
cms_20859/salvini8_afp.jpgSalvini: “Draghi persona di spessore, non vado a porre condizioni”
Mario Draghi è “persona assolutamente di spessore, quindi non andiamo a porre condizioni a nessuno. Andiamo a capire se i suoi interessi per il Paese corrispondono con la nostra visione di un’Italia fondata sul merito e la libertà”. Così il segretario della Lega, Matteo Salvini, ospite di ’Otto e mezzo’ su La7. “Se c’è un progetto sono disposto a mettermi in gioco a prescindere dagli interessi della Lega – ha detto Salvini – se c’è una squadra all’altezza e un progetto chiaro, se ci sono le condizioni partecipiamo assolutamente”. Ma “un governone tutti insieme dalla Boldrini, a Zingaretti, alla Lega, ai Cinquestelle sarebbe improponibile” ha messo in chiaro. Comunque, “vado oltre le sigle, voglio vedere i progetti”.

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Data:

4 Febbraio 2021