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GRAN BRETAGNA: LA SVOLTA LABURISTA DI KEIR STARMER

“Riprendiamoci il futuro”: con questo slogan Sir Keir Starmer, leader laburista, ha sugellato un grande congresso organizzato nella città di Liverpool. Starmer, che ha rimarcato la propria genealogia operaia, si mostra pronto a governare il paese in vista delle elezioni dell’anno prossimo, forte di un consenso popolare che in questi ultimi mesi lo ha molto incoraggiato.

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Il punto cruciale del suo proclama è il cambiamento dell’essenza del partito, che modifica la propria ontologia ponendosi al servizio del paese anziché promuovere un atteggiamento di mera opposizione. Le parole pronunciate hanno fatto presa sul pubblico che, inizialmente, si era mosso esso stesso in termini di contestazione, tanto che un attivista è salito sul palco dal quale parlava l’oratore per insudiciarlo con dei coriandoli, probabilmente paillettes. Starmer ha sorriso, non si è tolto la giacca, e ha proseguito nell’esplicazione di una nuova politica, moderata. E su questa nuova strada vorrà costruire il futuro del Paese, tralasciando gli estremismi del suo predecessore Jeremy Corbyn e puntando su riforme che sostengano il servizio sanitario nazionale, gli investimenti per progetti infrastrutturali (per la costruzione di 1 milione e mezzo di nuove case e persino nuove città), il verde e le energie rinnovabili, ovvero tutta una serie di interventi che Sunak aveva messo da parte.

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Il suo progetto è a lungo termine, nella convinzione non solo di vincere alla prossima tornata elettorale, ma di continuare a farlo per i prossimi 10 anni, firmando la rinascita della Gran Bretagna e una vera e propria “guarigione” dalle “ferite” causate dagli ultimi 13 anni di governo conservatore. Non serve essere pessimisti, perché “ciò che è rotto può essere aggiustato” e il suo impegno sarà per la consolidazione di un Paese “forte, stabile e sicuro”. I venti punti di vantaggio sui Tories si guadagnano anche, come prevedibile, dalla politica in tema di migrazione. Starmer parla di eliminare tutte le agevolazioni fiscali per gli stranieri residenti ma di fatto “non domiciliati” e di lottare contro il traffico di essere umani, fenomeno da combattere con le stesse armi che solitamente si usano per terroristi e criminali gravi: tali “poteri speciali che sono stati usati per il terrorismo, per il traffico di droga, non sono mai stati usati per crimini gravi e organizzati legati all’immigrazione”, ha riferito in una recente intervista al Times. “La mia opinione è che dovrebbero essere usati anche per quello”.

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Non è un mistero che Starmer sia visto con favore anche dalla società finanziaria. Lo testimoniano le presenze qualificate a Liverpool di ben 43 società (contro le 28 presenti al summit del partito conservatore). Le aziende leader mondiali plaudono alla sua politica, da Mastercard alla Lloyd’s, finanche la Bank of England. Mark Carney, ex governatore della Banca d’Inghilterra, ha qualificato come “serio” il suo programma in materia economica. La promessa di Rachel Reeves, futura ministra dell’Economia, si incentra su una policy di rigore che faccia quadrare i conti, garantendo un “bilancio di ferro”. A livello internazionale Starmer vuole confermare la posizione di sinistra moderata, muovendosi nello scacchiere europeo con fierezza ma con spirito di collaborazione verso quella Ue che hanno abbandonato, ma con la quale comunque ci si può accordare. La separazione, sia pur cercata e voluta, ha comportato dei costi anche per i britannici. E non hanno nemmeno funzionato un gran che.

Data:

11 Ottobre 2023