Si è da poco concluso il “CAMPI FILM FESTIVAL un ponte tra le generazioni attraverso il cinema”, una interessante manifestazione durata ben dodici giorni che ha portato all’interno di alcuni borghi umbri un articolato e variegato programma interamente dedicato al mondo del cinema d’autore. Il festival – alla sua seconda edizione – ha proposto concerti, workshop, presentazione di libri, mostre d’arte, poesia, laboratori per le scuole. Un lavoro gigantesco, se si considera che l’intera organizzazione è stata completamente gestita (e finanziata) dal suo direttore, Francesco Maria Scolari – docente universitario, giornalista, attore, regista – e dalla consorte Benedetta Gentile.
Come scritto dallo stesso Scolari nella brochure di presentazione:
“I campi coltivati sono l’immagine più autentica del positivo fluire tra le generazioni, con l’anziano (simbolo della persona saggia) che semina la terra faticosamente in attesa dei suoi frutti, indicando così la via a chi seguirà dopo di lui”
Da qui il titolo della rassegna la cui affluenza è stata considerevole, l’interesse degli intervenuti vivo, tanto che è stato da più parti richiesto di replicare nel 2025.
I Comuni coinvolti sono stati Montefalco, Bevagna, Castel Ritaldi, Campello sul Clitunno.
Decisamente importanti gli artisti ed autori coinvolti, giovani e meno giovani. Tra questi ultimi, alcuni sono stati effettivi protagonisti nell’avere scritto (direttamente o attraverso collaborazioni con i giganti del nostro cinema degli anni d’oro) la storia del cinema italiano.
Notevole la presenza dei ragazzi attraverso alcune scuole del territorio coinvolte nel progetto, al fine di realizzare proprio quel “ponte” tra le generazioni (dichiarato nel titolo) che è stato, fondamentalmente, lo scopo primo di questa rassegna.
Tutti emozionanti i cortometraggi e i film proposti (alcuni inediti) contenenti tematiche su valori importanti (compresa la pace) che, purtroppo, stanno scomparendo dalla sensibilità dei giovani e che, grazie alla presenza degli stessi autori e protagonisti (come Paolo Bianchini, Leandro Castellani, Franco Nero, ecc..) sono stati veicolati in modo ancor più coinvolgente.
Molto apprezzato il concerto di Felice Clemente (nipote dell’indimenticato Mino Reitano), sassofonista jazz di fama internazionale, a Castel Ritaldi. Con l’occasione, il musicista ha presentato anche il suo libro “Clemente, una vita per la musica”.
Bevagna, dal canto suo, ha accolto, nel penultimo giorno del festival, Cochi Ponzoni, che con Renato Pozzetto ha lasciato un’orma indelebile nella storia del cabaret degli 70 e 80. La coppia comica si è poi disgiunta seguendo ciascuno la propria strada artistica, pur restando profondamente unita dal punto di vista umano, come ha voluto precisare, durante l’intervista, lo stesso Cochi Ponzoni. In questa occasione egli ha presentato il suo libro “La versione di Cochi”.
Nel suo nuovo Auditorium, Campello ha ospitato le numerose premiazioni per gli autori dei cortometraggi, presentatrice Ambra Cenci.
Nel teatro comunale di Montefalco si sono svolte, invece, le premiazioni alla carriera per l’attore Franco Nero (icona del cinema in Italia e all’estero), per il produttore del suo ultimo film Giampietro Preziosa, e, come coronamento del festival nel suo ultimo giorno, per il grande maestro Leandro Castellani, del quale – tra l’altro – si è proiettato il film (al momento introvabile) “Il coraggio di parlare”. Madrina Valeria Ciangottini, l’indimenticabile Paola ne “La dolce vita” di Federico Fellini, presentatrice Ambra Cenci.
Sala gremita di giovanissimi e meno, presenti le Istituzioni, pubblico caloroso e partecipe, tutto degno di un gran finale.
Il manifesto della rassegna è stato opera del pittore folignate Alberto Melari, artista fortemente legato alla tradizione, che ama trattare temi connessi alla spiritualità e all’espressione del sacro. Delle su opere, è stata esposta una mostra dal 28 Settembre al 13 Ottobre, presso il Museo di S. Francesco a Montefalco.
Per tutti i dettagli (che per ovvie ragioni non ho potuto evidenziare) è possibile visitare online il sito www.campifilmfestival.it
Concludo con il pensiero che Francesco Maria Scolari ha definito più volte come la sintesi di tutta la manifestazione, una frase del cantautore Ivano Fossati tratta dalla canzone “C’è tempo”:
“Dicono che c’è un tempo per seminare
E uno più lungo per aspettare.
Io dico che c’era un tempo sognato che bisognava sognare”.
Emanuela Mari