Il conflitto Russia -Ucraina è un vero banco di prova per misurare la capacità difensiva dell’Unione Europea che a tutt’oggi manca di una verza Forza Armata comune costituita da uomini e mezzi provenienti dai diversi stati membri. Ciò pone l’Unione Europea di fronte ad un bivio: seguire la strategia dell’alleato americano o decidere autonomamente per una più equilibrata soluzione visto che questa volta il conflitto è in casa propria?
Questo il grande dilemma e mentre Hollande e la Merkel invocano un inasprimento delle sanzioni alla Russia come il ‘fratello’ Obama ha stabilito, Renzi chiede saggiamente a Putin di sedersi al tavolo delle trattative.
Certo è che con una economia disastrosa ed una quasi permanente instabilità politica nel vicino medio oriente dove la guerra , la violenza quotidiana e il terrorismo imperversano senza tregua impedendo quei normali rapporti commerciali che portano ricchezza in tempi di pace, l’Europa non può che trovarsi in condizioni sfavorevoli e del tutto inadeguate ad affrontare un Gigante atomico come la Russia.. L’ inefficienza europea in fatto di difesa è reale e mortificante poiché induce politici e governi all’impotenza militare e i cittadini europei alla paura di una guerra dalle sorti incerte.
Come scrive il presidente del “Centro Studi sul Federalismo “ Flavio Brugnoli il quale nel suo saggio traccia un excursus storico della Comunità di Difesa (CED), oggi PESC, siamo in ritardo di sessant’anni e quel progetto di un esercito comune promosso nel 1951 per contenere anche eventuali minacce da parte dell’Unione Sovietica mai ratificato per il veto posto dall’Assemblea Nazionale francese il 30 a agosto del 1954, ora potrebbe ripartire.
Infatti, durante i sei mesi di presidenza del Consiglio Europeo, grazie a quella lontana e lungimirante iniziativa di Altiero Spinelli e di De Gasperi, l’Italia potrà operare scelte responsabili in termini di difesa comune. La CED, oggi PESC (Politica di Sicurezza e Difesa Comune) che ha permesso di sostenere tante operazioni militari in tutti i conflitti scoppiati dagli anni novanta in poi potrebbe costituirsi all’interno di una vera e propria Federazione Europea.
Intanto, la situazione attuale impone delle scelte : drammatiche o coraggiose. Drammatiche, perché se si decide di sfidare la Russia ’l’Europa potrebbe entrare in un tunnel dal quale si uscirebbe solo con una guerra mondiale; coraggiose, perché se si decide di far prevalere il buon senso e la ragione utilizzando questa crisi come occasione per rafforzare l’Europa potremmo aver fatto un passo avanti verso la futura costituzione di quel Governo mondiale, auspicato dai Federalisti Europei, affinché. la libertà e la pace, siano beni comuni a tutti i paesi e cittadini del mondo. Nell’ambito di un tale progetto i conflitti che ora vengono esasperati per la volontà di appartenere gli uni di qua ( Nato) e gli altri di là (federazione Russa) non esisterebbero poiché anche l’Eurasia voluta da Putin sarebbe parte di una Federazione Mondiale.
Attualmente la Russia, con la sua determinazione a far valere le sue ragioni , ha tutta l’aria di voler ricordare agli europei che Essa è una delle più grandi potenze atomiche e chiunque volesse privarla del ruolo che la storia le ha assegnato come vitale alleato nella seconda guerra mondiale dovrà fare i conti con il suo potenziale atomico.
Lo stesso Putin è stato esplicito dichiarando apertamente quanto su menzionato. Le sanzioni adottate dagli Usa che Bruxelles ha pienamente accettato , non sono che misure irrilevanti se si considera che in questa scelta, ad essere penalizzata è la stessa Europa e tutte le categoria imprenditoriali e industriali che esportano in Russia.. L’Unione Europea ha già previsto aiuti alle imprese più colpite dal blocco delle importazioni russe dall’Europa. Come si legge, infatti, nella newsletter di EurActiv (agosto 2014) il portavoce della Commissione europea Jonathan Todd avrebbe riferito che sono in discussione stanziamenti di 125 milioni alle imprese agroalimentari danneggiate dal blocco; una prova evidente questa di come l’Europa stia lentamente scivolando in un baratro la cui profondità potrebbe essere misurata dal grado di risonanza delle trombe di guerra che l’alleato d’ oltreoceano intende far suonare.
Credere che le tensioni Russia-Europa siano solo una prova di forza che si concluderà con una risoluzione pacifica è come voler camminare sulla luna senza avere il mezzo spaziale per arrivarci. Il conflitto Russia- Ucraina non è una contesa limitata al solo territorio ucraino Il vero grande gioco consiste nel creare un giusto equilibrio tra le tre importanti potenze mondiali: Russia, Cina, Usa. In questo contesto la crescita esponenziale della Cina (conseguenza di una politica economica dissennata dell’occidente che ha voluto una globalizzazione senza regole) e i progressi economici della Russia spaventano gli USA che, difendendo la sovranità Ucraina, cercano di frenare il potenziale russo nella scena mondiale.
L’Europa non ha scelta. Non avendo un potenziale bellico efficiente è costretta a seguire il fratello americano con tutte le conseguenze devastanti che tale progetto porterebbe con se come devastanti sono state, e i fatti lo dimostrano, alcune avventurose politiche USA in medio oriente, Europa compresa. Il folle e occulto progetto denominato Eurabia, dal 73 ad oggi, ha portato in europa flussi mai interrotti di immigrati tra i quali non mancano estremisti che, subendo il fascino del terrore e della loro relativa verità, avrebbero la forza di trasformare questa nostra Europa in un campo di guerriglie isolate per colpirla al cuore e ferirla nella sua storia, nella sua civiltà, nella sua evoluzione.
Questo il non tanto ipotetico scenario apocalittico in cui l’Europa potrebbe essere immersa. Dunque ogni rivalità con la Russia è inopportuna. La recente nomina ’ di Federica Mogherini a guida della Politica estera Europea, PESC (Politica Europea di Sicurezza e Difesa Comune ) è segno incoraggiante di come la sensibilità e il carisma di uno spirito femminile possano modificare il corso degli eventi in senso straordinariamente positivo. Federica incarna ed esprime con la sua sicurezza e la sua preparazione l’ideale di una Europa decisa a non mollare, pronta a volare verso quell’unica grande ambizione che è La Pace, l’unico valore per il quale si può e si deve vivere e forse anche morire.