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GUSTAVE COURBET – Gli Spaccapietre

Gli Spaccapietre è un dipinto di Gustave Courbet che descrive in modo estremamente realistico il duro lavoro degli operai in Francia a metà Ottocento. L’opera purtroppo fu distrutta durante i bombardamenti di Dresda della Seconda Guerra Mondiale.

E’ una opera che, con minuziose e dettagliate immagini della realtà, testimonia la fedeltà dell’autore ai canoni del Realismo. Lo sfondo propone un aspro paesaggio montano che si estende in modo uniforme, ma interrotto solo, in alto a destra, da uno scorcio del cielo. Nitide in questo scenario si stagliano due figure in una situazione di povertà estrema e non solo materiale anche psicologica.

Gli uomini e le donne che lavorano, per molto tempo, sono stati protagonisti o anche solo comprimari di importanti opere d’arte: sin dai dipinti rupestri della preistoria, se consideriamo le scene con i cacciatori che si procacciano il cibo. Fu tuttavia dal XIX secolo, con la rivoluzione industriale e l’affermazione del socialismo, che l’attenzione nei confronti del lavoro da parte degli artisti si fece più forte e serrata. Grandi pittori realisti come Gustave Courbet (1819-1877), pittore ribelle e anticonformista, dedicarono ai lavoratori opere intense e dalla carica fortemente contestataria.

I due protagonisti, lavorano in una cava di pietra spaccando la roccia con la forza delle braccia. Uno, lo spaccapietre rappresentato di profilo, è piegato su un ginocchio per meglio sferrare il colpo di mazza; l’altro spaccapietre, di spalle, è intento a trasportare le pietre.

Il lavoro impone loro di vedere solo le pietre senza neppure poter alzare lo sguardo al cielo; i loro volti rimangono in penombra o totalmente oscurati e come tali sono inespressivi. Il loro lavoro, infatti, indica una povertà non solo materiale ma anche interiore. Tutta la scena esprime una condizione di abbrutimento.

Ogni dettaglio, anche se degradante, è raffigurato con assoluta precisione, con intento quasi documentario: le toppe sulle maniche della camicia, lo strappo del panciotto, le calze bucate, gli zoccoli consumati dell’adulto; la camicia a brandelli del ragazzo; gli strumenti di lavoro, le gerle, la pala e i picconi, la pentola con il pane. Il paesaggio è spoglio, essenziale e scuro, per mettere in evidenza i due protagonisti. I colori terrosi contribuiscono a comunicare un senso di tristezza e di povertà. La collina copre tutta la parte superiore della tela; solo un piccolo stralcio di cielo blu si può intravedere in alto a destra. Il colle costituisce, insomma, un vero e proprio muro, a causa del quale lo spettatore percepisce gli spaccapietre come intrappolati. La composizione della scena è molto innovativa, considerando i canoni estetici dell’epoca. In primo luogo, essa risulta priva di equilibrio compositivo. Mancando una vera e propria linea di orizzonte, lo spettatore non può percepire un asse orizzontale; al centro della scena si trova poi uno spazio vuoto e non un elemento pieno; rispetto a un ideale asse verticale (che comunque risulta decentrato a sinistra) le due figure non sono né simmetriche né equilibrate. Tutto questo risultava inaccettabile al pubblico ottocentesco che, seppur colto, era ancora legato alle composizioni accademiche.

 Le due figure degli spaccapietre furono salutate da Proudhon come il primo esempio della nuova arte socialista. Indubbiamente, questo capolavoro di Courbet è un violento atto d’accusa. L’artista è brutale, quasi cinico nel rappresentare i suoi sottoproletari. Rifiuta categoricamente la funzione consolatoria della bellezza, evita con attenzione di idealizzare e nobilitare sentimentalmente un lavoro che di nobile non ha nulla, ma che dev’essere comunque rispettato. Non prova nemmeno a destare la commozione del pubblico, anzi, intende scioccarlo mostrandogli la “verità” della fatica fisica. Così facendo, egli esalta la dignità delle classi subalterne, invita al rispetto del lavoro manuale, denuncia la drammatica situazione sociale dei lavoratori. Il pubblico ebbe una reazione violentissima di fronte a questo quadro: non solo non accettò che un artista potesse dare così tanta importanza a due insignificanti lavoratori (laddove la pittura aveva ben altri compiti, celebrare la bellezza, gli eroi, la storia) ma si scandalizzò, si offese persino, vedendo che Courbet aveva rappresentato i due uomini per quello che erano, come due straccioni.

Data:

28 Agosto 2024

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