“Hello, Dolly!” non è solo uno dei musical più amati della storia, ma anche un’icona culturale che ha influenzato generazioni di spettatori con le sue canzoni contagiose, personaggi indimenticabili e una trama ricca di emozioni. Scritto da Jerry Herman con libretto di Michael Stewart e basato sulla commedia The Matchmaker di Thornton Wilder, il musical ha fatto il suo debutto a Broadway nel 1964 e ha trasformato la protagonista Dolly Levi in una figura immortale del teatro musicale.
La storia ruota attorno a Dolly Gallagher Levi, una vedova energica e piena di risorse che vive a New York a fine Ottocento e lavora come “combinatrice di matrimoni”, ossia una mediatrice matrimoniale e tuttofare. Con il suo spirito brillante, Dolly viene ingaggiata per trovare una moglie al ricco e scontroso commerciante di Yonkers, Horace Vandergelder. Ma Dolly, piena di carisma e con un piano in mente, decide di conquistarne il cuore per sé stessa, facendo scattare una serie di eventi comici e romantici che coinvolgono un cast di personaggi divertenti e colorati. Attraverso le sue avventure, Dolly dimostra che non è mai troppo tardi per reinventarsi e cercare la felicità. Il musical è costellato di brani che sono diventati dei classici di Broadway, capaci di suscitare entusiasmo anche dopo decenni. La canzone “Hello, Dolly!”, interpretata per la prima volta da Carol Channing, è probabilmente uno dei pezzi più iconici della storia del musical. Altri brani, come “Put On Your Sunday Clothes”, “Before the Parade Passes By” e “It Only Takes a Moment”, trasmettono la vivacità e la gioia di vivere che caratterizzano l’opera.
Quando “Hello, Dolly” fece il suo debutto a Broadway, divenne subito un successo fenomenale. La produzione originale vinse ben 10 Tony Awards, un record che all’epoca non aveva precedenti, tra cui quello per Miglior Musical e Miglior Attrice per Carol Channing, la Dolly originale. L’interpretazione di Channing, vivace e ironica, ha fissato uno standard così alto che è diventata un punto di riferimento per tutte le attrici che hanno interpretato il ruolo negli anni successivi. Mary Martin, Ethel Merman, Betty Grable, e Bette Midler hanno vestito i panni di Dolly, ciascuna con uno stile unico. La leggendaria Pearl Bailey, nel 1967, ha reso ancora più indimenticabile il musical interpretando Dolly in una storica versione con un cast interamente afroamericano.
Il ritorno di Bette Midler nel 2017 ha riportato “Hello, Dolly”ai vertici delle classifiche di Broadway, e la sua interpretazione le ha fruttato un Tony Award, oltre a ottenere una serie di spettacoli sold-out, a dimostrazione della resistenza e del fascino duraturo del musical.
Nel 1969, “Hello, Dolly” è stato adattato per il cinema con un’interpretazione memorabile di Barbra Streisand nei panni di Dolly e la regia di Gene Kelly. Il film, all’epoca una delle produzioni cinematografiche più costose, puntava tutto su sfarzo e grandezza, ricreando un’autentica New York di fine Ottocento. Nonostante un’accoglienza mista alla sua uscita, oggi è considerato un classico del cinema musicale e ha contribuito a consolidare la fama del musical, mantenendolo rilevante anche per il pubblico cinematografico. Il musical conquistò dieci Tony Awards alla sua prima stagione, un record imbattuto fino a The Producers nel 2001. Questo riconoscimento segnò “Hello, Dolly”come uno dei musical più premiati e amati della storia.
La versione di “Hello, Dolly” registrata da Louis Armstrong scalò la Billboard Hot 100 nel 1964, superando addirittura i Beatles e dimostrando quanto fosse popolare anche al di fuori del mondo di Broadway.
Nel 1967, Pearl Bailey rese celebre una versione tutta afroamericana del musical, rompendo le convenzioni di Broadway e ottenendo recensioni entusiastiche. Questa interpretazione storica dimostrò come: Hello, Dolly”fosse un’opera capace di parlare a diverse comunità e culture.
La colonna sonora di “Hello, Dolly”viene usata nel film Pixar WALL-E (2008), dove il piccolo robot protagonista guarda scene del musical, tra cui la canzone “Put On Your Sunday Clothes,” che diventa un simbolo di speranza e gioia di vivere.
Ethel Merman fu la prima scelta per Dolly Levi, ma inizialmente rifiutò. Ironia della sorte, interpretò il ruolo anni dopo e ricevette una canzone aggiuntiva, “Love, Look in My Window”, che però non arrivò mai nella produzione finale.
“Hello, Dolly” è stato tradotto in molte lingue e messo in scena in tutto il mondo, confermando il suo richiamo universale. Dagli Stati Uniti al Giappone, il musical è diventato sinonimo di buon umore, fascino e romanticismo. A distanza di decenni dal suo debutto, “Hello, Dolly” rimane un musical amatissimo, e il personaggio di Dolly Levi continua a ispirare con la sua visione positiva della vita. È una storia che celebra la gioia, la capacità di reinventarsi e la fiducia che, indipendentemente dalle difficoltà, ci sia sempre una nuova possibilità. Dolly Levi non è solo un personaggio; è un simbolo della resilienza e dell’ottimismo, e il musical stesso è diventato un tributo alla bellezza e alla speranza che la vita offre, un fenomeno culturale che ha superato le barriere del tempo. Dai teatri di Broadway agli schermi di tutto il mondo, le avventure di Dolly Levi continuano a risuonare nel cuore del pubblico, ricordandoci l’importanza di seguire il cuore e di non arrenderci mai davanti alle sfide della vita.