Nelle ultime ore, a Hong Kong si è scatenata l’ennesima violenta ondata di repressione sui media.
Stand News, il media filodemocratico di Hong Kong, ha chiuso i battenti mercoledì 29 dicembre dopo che la polizia ha fatto irruzione negli uffici della redazione, avendo precedentemente congelato i suoi beni. Il capo redazione e i responsabili dell’agenzia di stampa sono stati arrestati per sospetti reati di “pubblicazione sediziosa“.
L’azione della polizia di Hong Kong ha provocato la censura del Comitato per la protezione dei giornalisti e dell’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani a Ginevra, che si è detto allarmato per la chiusura estremamente rapida dello spazio di dibattito civico e degli strumenti con cui la società civile di Hong Kong si può confrontare ed esprimere liberamente.
Stand News, fondata nel 2014 come organizzazione senza scopo di lucro, è stata la più importante fonte pro-democrazia rimasta a Hong Kong, dopo che un’indagine sulla sicurezza nazionale quest’anno ha portato alla chiusura del tabloid Apple Daily del magnate Jimmy Lai.
L’assalto da parte delle forze di sicurezza al giornale solleva ulteriori preoccupazioni sulla libertà di stampa nell’ex colonia britannica, che è tornata al dominio cinese nel 1997 con la promessa che una vasta gamma di diritti della persona sarebbe stata rispettata.
Steve Li, capo del dipartimento di sicurezza nazionale della polizia, ha dichiarato che Stand News stava pubblicando notizie e commenti che incitano all’odio contro le autorità. Secondo alcuni di questi articoli, i manifestanti sarebbero scomparsi durante i disordini filo-democrazia della città e nel 2019 sarebbero stati persino oggetto di violenze sessuali; tali notizie sono state dichiarate dalle autorità come “di fatto infondate” e “malevole“. Li ha anche evidenziato che alcuni articoli affermano falsamente che il Partito Comunista abbia esteso i suoi poteri attraverso i tribunali indipendenti della città. Il capo di polizia non ha però citato gli articoli a cui si riferiva né li ha menzionati.
Li ha aggiunto che la polizia ha sequestrato beni per un valore pari a circa 7 milioni di dollari, così come computer, telefoni e materiale giornalistico, e che non ha escluso ulteriori arresti. “Non stiamo prendendo di mira i giornalisti. Stiamo prendendo di mira i reati di sicurezza nazionale” ha precisato.
La polizia ha inoltre comunicato che 200 agenti hanno perquisito l’ufficio Stand News e che tre uomini e quattro donne, di età compresa tra 34 e 73 anni, sono stati arrestati con l’accusa di “cospirazione atta a diffondere pubblicazioni sediziose“.
Ronson Chan, vicedirettore di Stand News e capo dell’Associazione dei giornalisti di Hong Kong (HKJA) non era tra gli arrestati ma ha detto che la polizia ha sequestrato il suo computer, il cellulare, il tablet, la tessera stampa e i documenti bancari durante una perquisizione della sua casa. “Stand News ha sempre riportato notizie in modo professionale” ha detto Chan ai giornalisti.
Il Segretario capo per l’amministrazione di Hong Kong, John Lee, entrato in carica lo scorso giugno, ha confermato di sostenere l’azione della polizia. Ha inoltre ribadito che chiunque tenti di utilizzare il lavoro dei media come strumento per perseguire il proprio scopo politico o altri interessi contrari alla legge, in particolare i reati che mettono in pericolo la sicurezza nazionale, è un elemento negativo che danneggia la libertà di stampa.