Un nuovo scandalo di corruzione sta scuotendo il Parlamento Europeo, questa volta coinvolgendo il colosso cinese delle telecomunicazioni Huawei. L’inchiesta, condotta dalla giustizia belga, ha portato a perquisizioni, arresti e accuse di corruzione che coinvolgono lobbisti legati all’azienda. Questo caso, già ribattezzato “Huawei-gate,” arriva a poco più di due anni dal Qatargate, un altro scandalo che aveva messo in crisi le istituzioni europee.
Le Accuse e l’Operazione “Generazione”
L’indagine, denominata “Generazione,” ha preso di mira un presunto sistema di corruzione che avrebbe coinvolto lobbisti di Huawei e alcuni europarlamentari. Secondo le autorità belghe, i lobbisti avrebbero offerto tangenti, regali e altri benefici, come biglietti per eventi sportivi, in cambio di favori politici e appoggi a iniziative favorevoli agli interessi dell’azienda cinese. Tra i sospettati principali figura Valerio Ottati, un lobbista italo-belga che in passato ha lavorato come assistente parlamentare per due eurodeputati italiani. Ottati, ora direttore degli affari pubblici europei di Huawei, avrebbe sfruttato i suoi contatti per influenzare decisioni politiche a favore dell’azienda.
Le perquisizioni, effettuate tra Belgio e Portogallo, hanno portato al sequestro di documenti e dispositivi elettronici, che saranno analizzati per raccogliere ulteriori prove. Gli investigatori stanno anche esaminando possibili flussi finanziari illeciti e casi di riciclaggio di denaro legati all’attività di lobbying.
Le Reazioni delle Istituzioni Europee
In risposta all’inchiesta, la Commissione Europea ha sospeso immediatamente tutti i contatti e gli incontri con Huawei, adottando una misura precauzionale per tutelare l’integrità delle istituzioni. Anche il Parlamento Europeo ha deciso di revocare temporaneamente l’accesso ai suoi locali ai rappresentanti dell’azienda cinese, in attesa di ulteriori sviluppi.
Un portavoce della Commissione ha dichiarato che “la trasparenza e l’integrità sono valori fondamentali per l’Unione Europea,” sottolineando l’importanza di un’indagine approfondita per fare chiarezza sulle accuse. Nel frattempo, Huawei ha rilasciato una nota in cui afferma di prendere “molto seriamente” le accuse e di essere pronta a collaborare con le autorità per chiarire la propria posizione.
Un Nuovo Capitolo di Crisi per Bruxelles
Questo scandalo rappresenta un ulteriore colpo alla credibilità del Parlamento Europeo, già messa a dura prova dal Qatargate. L’inchiesta su Huawei solleva interrogativi non solo sulla trasparenza delle istituzioni europee, ma anche sull’influenza delle grandi aziende tecnologiche straniere nei processi decisionali dell’UE. La vicenda potrebbe avere ripercussioni significative sulle relazioni tra l’Unione Europea e la Cina, in un momento in cui le tensioni geopolitiche e commerciali sono già elevate.
Il caso Huawei evidenzia la necessità di rafforzare i meccanismi di controllo e trasparenza all’interno delle istituzioni europee. Mentre l’indagine prosegue, l’UE dovrà affrontare una sfida cruciale: dimostrare che è in grado di proteggere la propria integrità e indipendenza, garantendo che gli interessi dei cittadini europei prevalgano su quelli delle lobby e delle potenze straniere. Questo scandalo potrebbe rappresentare un punto di svolta per le politiche di trasparenza e regolamentazione del lobbying a Bruxelles, ma solo se le istituzioni sapranno rispondere con fermezza e determinazione.