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I CROMATISMI IPERBOLICI DI MARCELLO LO GIUDICE

In questo ultimo scorcio d’anno, la mitteleuropea Trieste galvanizza ancora una volta l’interesse di un nutrito pubblico che, provenendo da ogni parte d’Italia e dall’Estero, considera imperdibile la mostra “BLU/BLEU” allestita dal 7/10 al 6/11 2016 presso il castello di Miramare con l’opportunità di visionare l’opera di Marcello Lo Giudice, in anteprima rispetto allo stesso evento che, nel prossimo dicembre, si svolgerà presso il Marble Palace di Sanpietroburgo prestigioso centro espositivo della somma arte contemporanea come quella dell’appena ospitato Robert Indiana e quella di Fernando Botero la cui mostra farà seguito a quella del nostro Lo Giudice.
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Con la sua opera affiancata a quella dei suddetti “magnifici” nel “tempio” russo dell’arte contemporanea; l’acclarata personalità di Marcello Lo Giudice, esponente dell’avanzata corrente dell’Informale, dai report Artribune e Artprice è collocata fra i 500 artisti di maggiore fama mondiale e nella prima decade degli italiani più quotati e ambiti nelle principali aste europee e d’oltreoceano.
Quindi, nella mostra magistralmente curata da Manuel Laghi, il bianco castello di Miramare ha visto le sue connotazioni di chiara impronta ottocentesca affiancarsi agli iperbolici cromatismi del Lo Giudice; di sensazionale impatto, a partire dallo stesso porticciolo coronato: dal totem “GUERRA”, scultura di oltre due metri di materassi bruciati e lenzuola a brandelli per indicare il disgregamento e disorientamento causato dai conflitti bellici; da installazioni, fra cui la celebre rivisitazione che il fantasioso artista, “Dalla Primavera del Botticelli”, ha ideato delineando una figura slanciata ad una altezza di oltre tre metri nella sua consistenza di centinaia di farfalle dipinte a mano su ceramica di Albisola, a simbolo del passaggio dalla morte a nuova vita spirituale.
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Altrettanto suggestivo, l’ammantarsi dei possenti colori dei grandi dipinti e della complessiva arte di Marcello Lo Giudice in tutti gli ambiti del castello asburgico: nel piazzale prospiciente, nelle terrazze e nelle sale interne con la particolarità della Sala Rosa dei Venti, dove sono state esposte le opere pittoriche più recenti datate 2016: “Eden Blu”- “Pianeti Lontani”-“Eden Primavera”- “Red Vulcano”; così, dappertutto, è esplosa la pirotecnica sensibilità di questo poliedrico artista dalle cui opere si è profuso il personale appassionato percepire ed accogliere il preponderante influsso della natura e il profetico protendere ad una espansione più lata, universale.
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D’altra parte, Marcello Lo Giudice si è sempre distinto nel sostenere, con le sue mostre, la priorità della tutela dei più indifesi come gli orfani delle guerre; nonchè della cura dell’ambiente-natura, sensibilizzando alla difesa del patrimonio marittimo delle aree del Mediterraneo e, in genere, della fauna a rischio di estinzione come nel caso degli elefanti.Pertanto, anche da questo ennesimo evento può evincersi che, pure nel doverlo mixerare ad un complessivo continuo da farsi, Trieste addita il migliore antidoto alle immancabili criticità del quotidiano nella promozione della cultura di cui asseconda tutti gli ambiti; curati, come per l’arte, nelle massime espressioni.

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Data:

28 Ottobre 2016