La variabile “Researchers, FTE/mn pop.” nel contesto del Global Innovation Index rappresenta il numero di ricercatori in equivalenti a tempo pieno (Full-Time Equivalent, FTE) per milione di abitanti in un dato paese o regione. Questo indicatore è fondamentale per misurare la capacità di un paese di generare e sostenere l’innovazione, poiché un numero elevato di ricercatori è spesso associato a un ambiente di ricerca vivace e produttivo. I ricercatori, in questo caso, includono non solo scienziati e ingegneri, ma anche esperti in altre discipline che contribuiscono allo sviluppo di nuove tecnologie, processi o conoscenze. Un valore più alto in questa metrica indica una maggiore densità di professionisti dedicati alla ricerca, il che può suggerire un ecosistema favorevole alla scoperta scientifica e tecnologica. Tuttavia, non solo il numero di ricercatori è importante; anche la qualità delle istituzioni di ricerca, i finanziamenti disponibili e il supporto per l’innovazione hanno un ruolo significativo nell’effettivo impatto di questi professionisti. Pertanto, l’indicatore FTE/mn pop. è utilizzato per confrontare la presenza relativa di ricercatori tra paesi di diverse dimensioni demografiche, aiutando a identificare le nazioni che investono maggiormente nel capitale umano scientifico e che potrebbero, di conseguenza, avere un vantaggio competitivo nel panorama dell’innovazione globale.
Numero di ricercatori a tempo pieno per milione di abitanti nel global innovation index nel 2022. I dati del “Numero di ricercatori a tempo pieno per milione di abitanti” nel contesto del Global Innovation Index mostrano una significativa variazione tra i paesi, riflettendo differenze nel grado di investimento nel capitale umano scientifico e tecnologico. In cima alla lista troviamo paesi come la Corea del Sud (100), la Svezia (91), la Danimarca (88,3) e la Finlandia (86,4), che si distinguono per il forte impegno nel sostenere un’alta densità di ricercatori rispetto alla popolazione. Questi numeri indicano un ambiente favorevole alla ricerca e allo sviluppo (R&S), caratteristica fondamentale per promuovere un’innovazione sostenibile e competitiva. La presenza di un numero elevato di ricercatori a tempo pieno riflette una priorità istituzionale e culturale nel favorire il progresso tecnologico e scientifico, che tende a tradursi in una maggiore capacità di innovazione e in un’economia basata sulla conoscenza. In Europa, paesi come i Paesi Bassi, l’Austria e la Svizzera mostrano dati solidi, con valori rispettivamente di 67,8, 66 e 63,7, indicando un discreto livello di investimenti in R&S. Paesi quali il Giappone (62,5) e la Germania (61,8) si posizionano appena sotto i leader, ma mantengono comunque un numero di ricercatori consistente, compatibile con economie fortemente industrializzate e tecnologicamente avanzate. Gli Stati Uniti (55,4), pur essendo noti per la loro forza nell’innovazione, mostrano un valore inferiore rispetto ai paesi scandinavi, suggerendo una differente distribuzione della forza lavoro nei settori di R&S e un focus più spostato su iniziative private o settori specifici piuttosto che su un’alta densità di ricercatori a livello nazionale. L’Italia, con un valore di 30,6, si colloca al di sotto della media europea, suggerendo una possibile area di miglioramento nel numero di ricercatori impiegati a tempo pieno. Rispetto ai paesi dell’Europa occidentale, l’Italia sembra destinare meno risorse al rafforzamento della comunità scientifica e alla creazione di ambienti di ricerca strutturati. Ciò potrebbe limitare la capacità di competere in modo efficace con i paesi leader nell’innovazione, specialmente in settori ad alta intensità di conoscenza. Nei paesi in via di sviluppo e in molte economie emergenti, il numero di ricercatori a tempo pieno per milione di abitanti è significativamente più basso. Ad esempio, paesi come il Brasile (10), l’Argentina (14) e il Sudafrica (5,4) mostrano valori modesti, mentre nazioni come l’India (2,7) e il Vietnam (8,5) risultano ancora meno competitive in termini di densità di ricercatori. Questo divario evidenzia una sfida nell’implementazione di infrastrutture e risorse adeguate per la R&S, che potrebbero permettere una maggiore inclusione di tali paesi nel panorama globale dell’innovazione. Il basso numero di ricercatori in queste nazioni può derivare da limitazioni economiche, scarse politiche di incentivo alla ricerca o una mancanza di accesso all’istruzione avanzata. Infine, i dati sui paesi africani e dell’Asia meridionale, come l’Etiopia (0,9), il Ghana (0,9), il Pakistan (4,2) e la Tanzania (0,1), indicano un quasi totale disinteresse per lo sviluppo del settore R&S a livello nazionale. Questo riflette una problematica di fondo legata alla scarsità di risorse e alla necessità di concentrare gli investimenti in altri settori prioritari come la sanità e l’istruzione primaria. In queste regioni, la scarsità di ricercatori limita fortemente il potenziale innovativo, creando una barriera allo sviluppo tecnologico e al miglioramento delle condizioni socioeconomiche. In conclusione, l’indicatore “Numero di ricercatori a tempo pieno per milione di abitanti” rispecchia non solo il livello di sviluppo economico di un paese, ma anche le sue priorità nel sostenere l’innovazione. Una maggiore densità di ricercatori tende a correlarsi con una più alta capacità di innovazione e competitività globale, ponendo i paesi con pochi ricercatori in una posizione di svantaggio rispetto alle economie avanzate.
Numero di ricercatori a tempo pieno per milione di abitanti nel global innovation index tra il 2013 ed il 2022. Analizzando i dati relativi al numero di ricercatori a tempo pieno per milione di abitanti nel contesto del Global Innovation Index, emergono interessanti osservazioni sulle dinamiche dell’investimento nella ricerca e sviluppo (R&S) a livello globale. Il periodo considerato, dal 2013 al 2022, mostra variazioni significative, sia in termini assoluti sia percentuali, in molti paesi, il che suggerisce un’evoluzione nelle priorità nazionali verso il potenziamento delle capacità innovative. Paesi come l’Arabia Saudita, il Ghana e il Kuwait hanno registrato aumenti impressionanti, rispettivamente del 1566%, 800% e 418% nel numero di ricercatori per milione di abitanti. Questi incrementi riflettono un crescente investimento in R&S, spesso sostenuto da politiche governative mirate e incentivi economici per attrarre e trattenere i talenti scientifici. In Arabia Saudita, per esempio, il significativo aumento può essere interpretato come parte della visione strategica “Vision 2030,” che punta a diversificare l’economia riducendo la dipendenza dal petrolio, con un’enfasi sull’innovazione. Anche altri paesi in crescita, come la Thailandia e la Malesia, che hanno registrato rispettivamente incrementi del 374% e 361%, stanno intensificando i propri sforzi nel settore tecnologico e della ricerca. Dall’altra parte, alcuni paesi, principalmente quelli con economie avanzate come il Belgio, la Germania e la Svezia, hanno incrementi più moderati in percentuale (sotto il 70%) ma partivano già da una base più alta di ricercatori. In questi paesi, il focus tende a essere sul miglioramento delle infrastrutture di ricerca e sulla qualità delle istituzioni scientifiche, piuttosto che sulla crescita del numero di ricercatori. Questi aumenti, anche se meno impressionanti in termini percentuali, dimostrano la solidità degli ecosistemi di R&S esistenti e l’impegno a mantenerli competitivi. Invece, si evidenziano anche diminuzioni significative in paesi come Islanda, Giordania, e Costa Rica, che hanno registrato cali rispettivamente del 30%, 54% e 34% nel numero di ricercatori per milione di abitanti. Questi cali possono derivare da una combinazione di fattori, tra cui crisi economiche, cambiamenti politici o mancanza di finanziamenti adeguati per la ricerca. In Islanda, ad esempio, il calo potrebbe essere legato alle difficoltà nel mantenere una forza lavoro di ricerca stabile in una piccola popolazione, mentre in paesi come Giordania e Costa Rica, la riduzione può riflettere priorità economiche rivisitate o una migrazione di talenti scientifici verso nazioni con migliori opportunità di carriera. Infine, è interessante notare che paesi con economie emergenti come il Pakistan, l’Iran e il Rwanda hanno registrato incrementi, anche se da una base piuttosto bassa. Ciò potrebbe indicare un desiderio di sviluppare capacità innovative locali per sostenere l’economia e migliorare la competitività internazionale. Tuttavia, senza un aumento parallelo degli investimenti nelle infrastrutture e nell’istruzione avanzata, questi paesi potrebbero faticare a trasformare tale crescita in un reale vantaggio competitivo. In conclusione, questi dati rivelano come l’impegno per la ricerca e lo sviluppo sia variegato e risponda a priorità nazionali differenti. Alcuni paesi puntano ad ampliare il numero di ricercatori per rispondere alle sfide future, mentre altri consolidano ecosistemi già sviluppati, garantendo qualità e stabilità.
Conclusioni. Il valore dei ricercatori occupati a tempo pieno per milione di abitanti è cresciuto del 30,85% in media per i paesi analizzati tra il 2013 ed il 2022 passando da un ammontare pari a 19,56% fino ad un valore pari a 25,72%. I paesi top perfomers sono: Arabia Saudita con +1566,66%, Ghana con +800,00%, Kuwait con +418,18%, Tailandia con +374,41%, Malaysia con +361,11%. I paesi worse performers sono Uganda con -66,66%, Colombia con -69,23%, Panama con -70,00%, Botswana con -71,42%, Tanzania con -75%.
Performers | Countries | 2013 | 2022 | Var Ass | Var Per |
Top Performers | Saudi Arabia | 0,3 | 5 | 4,7 | 1566,667 |
Ghana | 0,1 | 0,9 | 0,8 | 800 | |
Kuwait | 1,1 | 5,7 | 4,6 | 418,1818 | |
Thailand | 4,3 | 20,4 | 16,1 | 374,4186 | |
Malaysia | 5,4 | 24,9 | 19,5 | 361,1111 | |
Worse Performers | Uganda | 0,3 | 0,1 | -0,2 | -66,6667 |
Colombia | 2,6 | 0,8 | -1,8 | -69,2308 | |
Panama | 1 | 0,3 | -0,7 | -70 | |
Botswana | 7 | 2 | -5 | -71,4286 | |
Tanzania | 0,4 | 0,1 | -0,3 | -75 |