La protesta dei ristoratori di Tutela Nazionale Imprese Italia (Tni) è divampata ieri sull’autostrada A1, totalmente congestionata da auto e camion fermi in entrambe le direzioni all’altezza del casello di Incisa (Firenze). Il traffico è tornato alla normalità solo intorno alle 14:20, quando tutti sono ripartiti in un corteo di clacson e schiamazzi. Il messaggio destinato alle istituzioni è forte e chiaro: “Noi non molleremo mai, per la tutela delle imprese – ha ribadito Pasquale Naccari, presidente di Tni Italia e leader della protesta – Dopo 5 lunghe ore di blocco autostradale sul tratto A1 – ha dichiarato Naccari – sia in direzione Nord che in direzione Sud, abbiamo creato notevoli disagi del traffico. Riteniamo che il messaggio forte sia arrivato e adesso andiamo via con l’indicazione al governo di accogliere i nostri punti, altrimenti saremo costretti a ripetere gesti eclatanti“. Le manifestazioni sono state immortalate con una diretta Facebook dello stesso Naccari.
In quelle lunghe ore non sono mancati i momenti di tensione, sebbene, fortunatamente, non si siano registrate vittime. Un manifestante, il ristoratore di Sassuolo Antonio Alfieri, è stato investito da un’auto che non aveva rispettato un posto di blocco, riportando solo una lussazione alla spalla. “Sto bene, tutto a posto, è solo la spalla – ha rassicurato sulla sua pagina Facebook – Gli sconsiderati ci sono sempre, però quello mi ha preso in pieno, mi ha fatto volare. Mi fa male, però a prescindere da tutto noi abbiamo fatto la cosa giusta”. Anche un altro manifestante è stato urtato dallo stesso automobilista, riportando una contusione alla mano. L’investitore è stato fermato da una pattuglia della polizia stradale vicino a Barberino del Mugello e poi condotto in caserma a Firenze Nord. L’uomo, dopo l’interrogatorio con il pubblico ministero di turno, è stato denunciato per lesioni personali volontarie.
I ristoratori aderenti alla Tni chiedono da più parti di poter riaprire le proprie attività, ormai stremati dopo tanti mesi di sacrifici economici, in cui le spese non hanno subito alcuno stop sebbene le casse restassero puntualmente vuote, per via delle restrizioni anti-Covid. “Ci sono imprenditori – ha evidenziato Naccari – gente stanca di subire, che vorrebbe riaprire e tornare a lavorare, rispettando i protocolli di autogrill e mense. Vorrebbero lavorare, e non all’esterno col freddo“. “Non ne possiamo veramente più – gli ha fatto eco il ristoratore modenese Ermes Ferrari – dovete farci riaprire, perché veramente questo è un disegno criminale per far saltare la spina dorsale delle partite Iva italiane. Non è vero che siamo evasori, perché noi siamo la dorsale dell’Italia”.