Da quando i talebani hanno preso il potere in Afghanistan lo scorso agosto, le donne, di fatto, sono state oggetto di molte discussioni. Inizialmente uno dei portavoce dei talebani, Suhail Shaheen, aveva dichiarato che non sarebbero state obbligate a portare il burqa, avrebbero potuto continuare a studiare, lavorare e avere la loro indipendenza. Pian piano, però, queste promesse sono andate scemando.
Ad oggi, infatti, nessuna di queste promesse è davvero realtà; anzi, i talebani riducono le libertà delle donne di volta in volta. Prima l’università, poi il velo, ora i viaggi. È stato infatti annunciato ufficialmente il divieto per le donne di viaggiare da sole per lunghe distanze, ossia dopo i settanta chilometri dalla città in cui risiedono. Di conseguenza, oltre questa distanza dovranno essere accompagnate necessariamente da un mahram, ossia uomo della famiglia: padre, fratello o parente stretto.
La raccomandazione, pubblicata dal Ministero della Promozione della virtù e della prevenzione del vizio, invita anche gli autisti a non accettare donne sui loro veicoli qualora sprovviste di “velo islamico”, anche se questa definizione risulta molto vaga, poiché molte donne indossano il burqa, ma altre continuano ad indossare il velo non integrale, l’hijab. Alcune settimane fa, lo stesso dicastero aveva chiesto alle televisioni del Paese di non mandare più in onda serie in cui recitano donne e di imporre lo stesso tipo di velo, non specificato, alle giornaliste dei notiziari tv.