Allo stadio “Da Luz” di Lisbona (Portogallo), il Bayern Monaco supera il Paris Saint Germain 1-0 e torna a vincere, dopo sette anni, la Champions League. L’ultima volta, infatti, risale al 2012/13 quando la squadra bavarese si impose sul Borussia Dortmund per 2-1. Si tratta del sesto trofeo conquistato dal B. Monaco in undici finali di Champions League. Un successo importante che consente alla squadra tedesca di raggiungere al terzo posto – nella classifica generale – il Liverpool (fermo a 6 trofei) e di avvicinarsi al Milan (7). Mentre resta sempre lontano il Real Madrid al primo posto con i suoi 13 successi. Ma con questo trionfo il B. Monaco può festeggiare anche il secondo Triplete dopo quello del 2013.
Diversa, invece, la storia del PSG sconfitta alla sua prima finale in Champions League.
LA PARTITA IN SINTESI
Ecco gli undici iniziali delle due formazioni.
Il tecnico del Psg, Thomas Tuchel, con il 4-3-3 schiera: Keylor Navas; Kehrer, Thiago Silva, Kimpembe, Bernat; Paredes, Marquinhos, Herrera; Di Maria, Mbappé, Neymar. Con il 4-2-3-1, invece, il tecnico del Bayern Monaco, Hans-Dieter Flick, risponde con: Neuer; Kimmich, Boateng, Alaba, Davies; Goretzka, Thiago Alcantara; Gnabry, Müller, Coman; Lewandowski.
Una gara giocata a ritmi elevati dalle due squadre soprattutto per merito del B. Monaco e del suo pressing aggressivo ed asfissiante. Ma il match si infiamma verso la metà del primo tempo. Neymar (20’), da posizione leggermente defilata, prova la conclusione angolata, ma Neuer si oppone con un grande duplice intervento. Risponde il B. Monaco con Lewandowski (22’ e 31), ma prima il palo e poi Navas gli negano il gol. Le occasioni fioccano da una parte e dall’altra, ma è clamorosa quella capitata a Mbappé che da posizione centrale (all’altezza del dischetto) tira debolmente tra le braccia del portiere tedesco Neuer.
Nella ripresa la partita diventa più nervosa, ma il Bayern spinge e passa meritatamente in vantaggio con un preciso colpo di testa di Coman (59’). I tedeschi schiacciano il PSG nella propria metà campo, ma è Marquinhos (70’) a sprecare la palla del pareggio. Ancora una volta si fa trovare pronto Neuer. Poi, nel finale, ancora grandi emozioni, ma il Bayern può festeggiare.
ANALISI E COMMENTI
Il B. Monaco, dunque, sale sul gradino più alto d’Europa. Un successo meritato per la squadra di Flick che ha costruito la vittoria soprattutto grazie ad un pressing alto e ad un gioco veloce ed offensivo che ha messo in seria difficoltà i francesi.
Nel complesso il Bayern si è mostrato più compatto, ha fatto quasi sempre la partita – con un 60% di possesso palla – e mostrato un’identità ben precisa di gioco. Ma la “Coppa dalle grandi orecchie” è più che meritata soprattutto per l’intero percorso fatto in questa stagione dalla squadra tedesca. Resta memorabile l’umiliazione inflitta in semifinale al Barcellona (gara terminata 8-2).
Sull’altro versante, invece, il PSG dimostra di essere sempre più dipendente dalla condizione fisica e dalle giocate dei suoi gioiellini, Mbappé e Neymar, che in questa finale hanno dimostrato poca concretezza e brillantezza soprattutto sotto porta. La squadra francese riesce a creare, comunque, più di un pericolo alla porta difesa da Neuer, ma concede anche parecchio in fase difensiva. Così, pur tenendo testa ai forti tedeschi, alla fine è costretta a rimandare il sogno Champions.
Ma in questa finale c’era anche un po’ di azzurro: il direttore di gara, Daniele Orsato, quarto arbitro italiano a dirigere una finale europea. Esattamente come accadde nell’ultima finale vinta – sempre dal B. Monaco – nel 2012/13 quando arbitrò un altro italiano: Nicola Rizzoli. Evidentemente gli arbitri italiani portano fortuna al Bayern Monaco.
E con questa finale di Champions League il calcio europeo giunge all’atto conclusivo di una stagione strana e complessa, fortemente caratterizzata dall’emergenza sanitaria provocata dal Covid-19, un virus che sta riemergendo in tutta la sua forza e che rischia di compromettere anche la prossima stagione (e non solo calcistica).
(Foto da: adnkronos.com Fotogramma, Ipa e Afp – Si ringrazia)