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IL BOLOGNA FOOD AWARD 2018 E IL PREMIO “VIVERE A SPRECO ZERO”

Si è appena conclusa la premiazione del Bologna Food Award 2018 che, in stretta collaborazione con il CAAB (Centro Agroalimentare) di Bologna, tende a promuovere la ricerca scientifica e tecnologica in tema di sostenibilità agroalimentare, migliorare la distribuzione del cibo, sostenere una nuova e diffusa cultura nel segno dell’educazione alimentare. Il relativo premio, normalmente legato ad una donazione “in favore di progetti e iniziative di settore durevoli e/o solidali per il progresso della ricerca e la diffusione di sempre maggiori circoli virtuosi in ambito agroalimentare e agro-ambientale sul pianeta”, quest’anno è andato alla ricercatrice ambientalista indiana Sunita Narain, annoverata dal Time fra le 100 persone più influenti al mondo e arcinota per l’infaticabile impegno che, al fine di sensibilizzare le masse sulla necessità di riflettere sul futuro della Terra, l’ha portata ad essere interprete del film “Before the flood” insieme a Leonardo Di Caprio. La motivazione, posta alla base del premio Bologna Food Award 2018, ha sottolineato le idee innovative portate avanti dalla illustre ambientalista, in relazione alla produzione e distribuzione alimentare in funzione dell’equità nell’accesso al cibo “individuato come elemento strategico dello sviluppo sostenibile”, tenendo in conto la biodiversità e i cambiamenti climatici in base alle ricerche portate avanti dirigendo il CSE (Centro Scienza e Ambiente) di New Delhi cui viene riferita la guida per i Paesi in via di Sviluppo. Va evidenziato che questo premio è stato in chiara sintonia con la previsione dell’impegno femminile ad investire anche in ambito familiare sull’educazione alimentare, come elemento fondamentale per il futuro del pianeta secondo il progetto del “Women for Food”, che aveva fatto parte del Word Food Day.

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Nello specifico, così come ribadito dal Direttore Generale FAO Josè Graziano Da Silva in visita al Parco Agroalimentare FICO Eataly World, avevano trovato piena concordanza: sia le direttive del FAO (Food and Agricolture Organization of the United Nations) con la promozione della sostenibilità a partire dalle giovani generazioni, sia i 17 obiettivi della agenda 2030 in base ai quali la Fondazione FICO si prefigge di migliorare le condizioni globali con la prevenzione e recupero degli sprechi alimentari oltre che con la promozione di una cultura sostenibile implementata dalle imprese, amministrazioni, scuole e consumatori. Una campagna in tal senso, da vent’anni, è condotta dall’agro-economista Andrea Segrè e dal ricercatore Luca Falasconi attraverso Last Minute Market che riceve un sostanziale contributo dall’Associazione SprecoZero.net di Stefano Mazzetti con l’Osservatorio Waste Watchera, in base al progetto 60 Sei ZERO dell’Università di Bologna-Distal (Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari) e del Ministero dell’Ambiente.

C’è anche uno specifico riconoscimento delle buone pratiche attraverso il Premio Vivere a Spreco Zero che, quest’anno, ha celebrato la sua 6^ edizione nel Cubiculum Artistarum dell’Archiginnasio di Bologna, dove sono stati consegnati gli “Oscar” della Sostenibilità alle unità che, nelle rispettive categorie, si sono distinte nel rapportarsi con l’ambiente.

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Così, nella categoria “Imprese”, a mezzo dei rappresentanti Piero Attoma e Claudio Dall’Agata, il premio è andato al consorzio no-profit Bestack di Forlì, per gli imballaggi innovativi dell’ortofrutta in cartoni ondulati trattati con una miscela brevettata di olii essenziali e sostanze naturali che, in base ad una Ricerca in Microbiologia degli Alimenti, prolungano l’integrità del prodotto ritardandone il processo di marcescenza riducendo gli scarti anche sino al 20%.

Nella categoria “Scuole”, è stato premiato l’Istituto Pacinotti di Taranto attraverso la professoressa Maria Teresa Mascellaro che ha guidato 50 studenti nel portare avanti la sensibilizzazione al “Vivere a Spreco Zero” coinvolgendo insegnanti e varie realtà territoriali nel progetto “Tesori…nei rifiuti. No allo spreco alimentare”.

Quale “Cittadina Spreco Zero 2018” è stata premiata la romana Valentina Brengola per il contributo al test dei Diari di Famiglia cui, in base al progetto “Reduce” dell’Università di Bologna Distal e del Ministero dell’Ambiente, è stata corrisposta la prima certificazione dello spreco alimentare domestico.

In concorso con l’impegno Anci, in stretta collaborazione con il Ministero dell’Ambiente per sensibilizzare i Comuni a ridurre lo spreco come parte della lotta alla povertà, il premio è andato al comune di Maranello attraverso le persone del Sindaco Massimiliano Morini e del Vicesindaco Luigi Zironi, per i progetti virtuosi portati avanti sul territorio, nel recupero di sprechi alimentari e nella gestione ottimale dei rifiuti insieme con la promozione di stili di vita sostenibili da parte dei cittadini.

Nella stessa direzione sono state anche le due menzioni speciali che hanno riguardato, rispettivamente: nell’ambito del Comune di Ragusa, il progetto “Non Scalo” di Legambiente con l’impiego di migranti per la raccolta di prodotti ancora commestibili anche se non più commerciabili; altresì, nell’area del Trentino, l’attività dell’Associazione Assform relativa, in special modo, a corsi di educazione alimentare nelle scuole.

Testimonial 2018 del Premio Vivere a Spreco Zero è stato l’artista Giobbe Covatta, “per l’attenzione, la sensibilità e l’efficacia d’impegno di un attore e autore fra i più amati dal grande pubblico”. Secondo le motivazioni: “Con Giobbe Covatta, il Premio sviluppa una riflessione ampia e coinvolgente sul vivere sostenibile e sul rapporto dell’uomo con l’ambiente”.

Fra le partecipazioni: oltre alla Giuria del Premio di cui hanno fatto parte i due già menzionati fondatori di Last Minute Market e l’AD Matteo Guidi, insieme a Stefano Mazzetti di Sprecozero.net; i giornalisti Antonio Cianciulli, Massimo Cirri, Massimo Fratoddi e Roberto Giovannini.

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In definitiva, tutti concordi nel ritenere che la vera svolta in tema di riduzione drastica degli sprechi è solo quella culturale che, partendo dalle famiglie e dai banchi di scuola deve diffondersi nelle aziende e nelle amministrazioni degli Enti Pubblici; all’insegna dello sprono a mettere in pratica un ineludibile cambiamento nel rapportarsi dell’uomo con l’ambiente perché sia scongiurato l’allarme di un estremo pregiudizio ad opera proprio della nostra specie “sapiens”.

D’altra parte, secondo il messaggio-riflessione che il giornalista ambientalista Antonio Cianciullo ha fornito come sfondo al Premio Vivere a Spreco Zero 2018 presentando il suo libro “Ecologia del desiderio”, perché si possa scongiurare il collasso degli ecosistemi, ormai necessita cambiare il modo di vivere e produrre, secondo unanime consapevolezza raggiungibile attraverso “una prospettiva ecologista che va resa seduttiva, desiderabile, a portata di mano”.

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Data:

5 Dicembre 2018