Democrazia a rischio negli Stati Uniti? Secondo Biden sì. Ieri, nel discorso di commiato in diretta tv e a cinque giorni dall’atteso insediamento di Donald Trump, il presidente uscente ha espresso le proprie preoccupazioni sul futuro democratico del Paese. “Oggi in America sta prendendo forma un’oligarchia di estrema ricchezza, potere e influenza che minaccia letteralmente la nostra intera democrazia, i nostri diritti fondamentali e la libertà”. Ogni riferimento è evidentemente diretto alla corte del tycoon, una coalizione di miliardari con i quali costruire la futura America. Non soltanto quindi il noto Elon Musk, ma Mark Zuckerberg, Jeff Bezos, persino Tim Cook che, secondo Bloomberg, sarà anch’egli presente alla cerimonia di insediamento il prossimo 20 gennaio.
In poco meno di venti minuti, Joe Biden ha affrontato diversi argomenti, sottolineando questa particolare preoccupazione per “la concentrazione di potere nelle mani di poche persone ricche”. Poi un riferimento al simbolo degli Stati Uniti, la Statua della Libertà. È importante pensare a “chi noi siamo” e a “chi vorremmo essere” e a quel regalo francese, situato nel porto di New York, che rappresenta un “faro di libertà”, la “vera idea dell’America. (La statua, ndr) non è stata costruita da una sola persona, ma da molte”, rinviando ancora una volta a quel reale pericolo oligarchico che incombe sulla nazione. Ha poi voluto evidenziare che la statua “non è ferma, ma in marcia, perché l’idea dell’America, le nostre istituzioni, il nostro popolo, i nostri valori sono costantemente messi alla prova”. Le sfide che l’America dovrà affrontare non riguarderanno soltanto la politica, ma diversi altri temi di stretta attualità che tengono sulle corde un po’ il mondo intero, tra cui l’informazione e l’intelligenza artificiale. Parallelamente al “crollo della libertà di stampa”, Biden punta il dito contro i social network, che hanno rimosso il “fact-checking” dalle politiche di sistema. Il riferimento è alle intenzioni di Meta, sostenute da un dichiarato intento di voler garantire sempre più la libertà di espressione, anche mediante la scelta di voler rimuovere le restrizioni di parola. “Queste piattaforme devono rispondere di ciò che fanno, perché dobbiamo proteggere i bambini, le famiglie e la democrazia stessa da abusi di potere”, ha aggiunto Biden. Poi l’AI, il cui raggio di azione deve essere disciplinato e le cui redini non dovranno essere tenute dalla Cina.
Biden ha voluto spendere delle parole anche sulla questione ambientale, messa a rischio da “forze potenti” che “vogliono esercitare la loro influenza incontrollata per eliminare i passi fatti sulla crisi climatica”, tutto “per servire interessi di potere e profitto”. La sua previsione non è ottimistica e, anche in questo caso, emergono diversi riferimenti indiretti alle idee di Trump su questo argomento.
Il discorso di Biden è tuttavia iniziato rivendicando un importante successo di politica internazionale, ottenuto con l’accordo tra Israele e Hamas sul cessate il fuoco e lo scambio di prigionieri, sebbene la notizia fosse stata inizialmente confermata, sempre ieri, proprio da Trump. “Il piano è stato sviluppato e negoziato dal mio team e sarà implementato dall’amministrazione entrante”, ha voluto specificare il presidente uscente, lasciando a chi subentra il mero ruolo di attuatore.
Al termine, infine, un ringraziamento per il periodo politico trascorso, che egli stesso ha definito “un grande onore”. “Adesso è il vostro turno di stare in guardia, possiate essere tutti custodi della fiamma, possiate mantenere la fede. Amo l’America, anche voi l’amate. Dio vi benedica tutti. Che Dio protegga i nostri soldati”. Ora tocca a Trump.