“Mi piacerebbe essere Papa, sarebbe la mia scelta numero 1.” Con questa battuta provocatoria, Donald Trump ha gettato un’ombra inattesa sul Conclave che si appresta a eleggere il successore di Papa Francesco . Ma può davvero il presidente degli Stati Uniti influenzare la scelta del nuovo pontefice?
Parlando con i giornalisti nel giardino della Casa Bianca , Trump ha evitato di indicare un candidato specifico, ma ha fatto riferimento al cardinale Timothy Dolan , arcivescovo di New York, lodandolo indirettamente: “Abbiamo un ottimo cardinale che arriva da un posto chiamato New York, vediamo cosa succede.”
L’Insofferenza dell’Episcopato Statunitense verso Francesco
Non è un segreto che una parte significativa della Chiesa americana abbia guardato con crescente malcontento al pontificato di Papa Francesco . Il suo approccio aperto su migranti, clima, sinodalità e inclusione ha scosso le fondamenta di una Chiesa statunitense che, in alcuni settori, è diventata negli anni un baluardo spirituale e culturale del trumpismo .
Cardinali come Raymond Leo Burke , noto per il suo tradizionalismo liturgico e le critiche feroci a Francesco, insieme a Timothy Dolan , sono considerati vicini agli ambienti conservatori americani. Entrambi sono sostenuti da reti ecclesiali, think tank e fondazioni che hanno legami con il mondo politico repubblicano e con il Movimento “MAGA Catholics” , il gruppo cattolico favorevole a politiche più rigide su dottrina morale, bioetica e ordine ecclesiale .
La Contrapposizione tra Conservatori e Progressisti
Se da un lato l’ala conservatrice sostiene figure come Burke , Dolan , Robert Sarah (Guinea) e Péter Erdő (Ungheria), dall’altro lato esiste una corrente progressista che vede in Papa Francesco un riferimento chiaro.
Tra i cardinali americani più allineati alla visione di Bergoglio troviamo:
- Robert Walter McElroy , arcivescovo di Washington, noto per il suo approccio inclusivo e per aver criticato l’uso dell’Eucaristia come arma politica.
- Wilton Daniel Gregory , primo cardinale afroamericano, considerato dalla stampa anti-Trump .
- Blase J. Cupich , arcivescovo di Chicago, sostenitore della sinodalità e delle riforme ecclesiali.
- James F. Tobin , arcivescovo di Newark, impegnato nella difesa dei diritti umani e nella lotta alla povertà .
Questa divisione ideologica all’interno della Chiesa americana potrebbe avere ripercussioni nel Conclave, portando a una contrapposizione tra chi vuole una Chiesa più riformista e inclusiva e chi punta a un ritorno a posizioni più tradizionali e dottrinali .
Un Papato Sensibile ai Temi Trumpiani? Gli Impatti Geopolitici
Se l’ala conservatrice riuscisse a influenzare il Conclave, la Chiesa potrebbe subire cambiamenti significativi su vari fronti:
- Irrigidimento nei confronti della Cina , mentre Papa Francesco ha cercato il dialogo con Pechino.
- Distanziamento dall’Islam moderato , minando i progressi compiuti nel dialogo interreligioso.
- Riavvicinamento alla destra cristiana europea , con impatti su politiche migratorie e questioni sociali.
- Minore enfasi su temi progressisti , come la tutela dell’ambiente e i diritti dei migranti.
Il Conclave come Riflesso di Dinamiche Globali
Secondo gli osservatori vaticani, l’idea che Trump possa realmente influenzare il Conclave va interpretata non in senso letterale, ma come segnale di una dinamica globale in cui la religione è tornata a essere un campo di battaglia ideologica.
Mentre la Chiesa si prepara a scegliere il nuovo pontefice, la politica americana si insinua tra le mura leonine. Non è detto che decida , ma certamente punta a orientare .
Sarà il Conclave a stabilire se la Chiesa rimarrà fedele al percorso tracciato da Francesco o se virerà verso una direzione più conservatrice.
Una partita complessa, che non riguarda solo la fede, ma anche gli equilibri geopolitici del nostro tempo.
