Oggi prende il via il concorso dedicato ai vini rosè provenienti da tutto il mondo. Ci troviamo a Montpellier, in Francia.
Siamo 50 giudici che provengono da 20 nazioni diverse ed avremo in degustazione oltre 1200 vini di tipologia rosè.
Tra poco avrà inizio la prima sessione di degustazione e mentre ci avviciniamo alla sala predisposta per accoglierci, cresce l’emozione e la tensione per questo momento.
Si sente nell’aria la sana esuberanza di chi si ritrova dopo diverso tempo a confrontarsi con personalità di spicco del mondo del giornalismo ma anche del settore luxory e del lifestyle ed è con piacere che rivedo buyer internazionali con cui in passato ho dialogato lungamente sui differenti stili di consumo del vino.
Ci andiamo posizionando nelle proprie giurie identificate da un numero sul tavolo, ben evidente, dove ognuno di noi rappresenta la propria nazione, identificata con la relativa bandiera e con un cavaliere che riporta il proprio nome.
Attendiamo con ansia l’avvio dei lavori, che viene scandito da un video di presentazione e dalle parole- rigorosamente in lingua inglese – del direttore del concorso; nel contempo arrivano i ragazzi delle scuole alberghiere che hanno il compito di portare le varie batterie dei vini da degustare. Sui loro volti trapela sincera emozione nonchè preoccupazione mista a giovane incoscienza ma con la giusta consapevolezza di chi sa di trovarsi in un luogo unico, di cui forse ricorderanno i dettagli per molto tempo. Passano in sequenza le varie batterie e si ha la sensazione di viaggiare stando fermi in un punto; degustare in sequenza circa 45/50 vini permette di confrontare mentalmente stili diversi di produzione.
Ad ogni prodotto degustato viene assegnato un punteggio che potrà essere discusso soltanto al termine della degustazione, proprio al fine di non influenzare il giudizio puramente soggettivo del giudice. La mattinata scorre veloce; il silenzio aleggia nella sala, la concentrazione è massima, ognuno di noi comprende la responsabilità che ha nell’assegnare un punteggio che potrebbe dare valore ad un vino anche dal punto di vista commerciale. Al contrario, una errata valorizzazione potrebbe arrecare un danno al vino esaminato o quanto meno non dargli il meritato riconoscimento; pertanto grande è l’attenzione che viene posta in questa fase.
Termina la prima giornata ed il senso di soddisfazione per aver contribuito con la propria analisi all’accrescimento di un prodotto sarà senz’altro al settimo cielo. Breve pausa e poi di corsa per la seconda parte della giornata, quella dedicata alla scoperta di cantine locali che aiuteranno le “public relation” tra i vari giudici. Questi sono momenti importanti che attendiamo sempre con grande attesa perché è un momento di scambio, di confronto, in un contesto idoneo per chi di questa passione ne fa un lavoro. Ritrovarsi a distanza di tempo, con un calice in mano in una nazione diversa dalla propria ed in un contesto globalizzante è estremamente emozionante ed anche se non sempre la lingua aiuta i discorsi… per qualche alchimia ci si comprende enormemente come se la distanza, gli usi, le abitudini, non fossero diverse tra noi. Dico sempre che il vino unisce i popoli, mai come in questi momenti rendo omaggio a tale pensiero.
Buona degustazione!