Si fa sempre più drammatica la situazione al largo di Mauritius. La Bbc riporta che il cargo giapponese Mv Wakashio, incagliato dal 25 luglio su una barriera corallina con un carico di 4000 tonnellate di petrolio, dopo averne perse oltre 1000 di greggio si è spezzato in due. L’urto aveva causato uno squarcio dal quale è fuori uscito il contenuto letale per la flora e la fauna marina: circa 3800 tonnellate di carburante e 200 di diesel. Anche se non si tratta del peggiore disastro ambientale marino causato dal petrolio (l’incidente della Deep Horizon nel Golfo del Messico nel 2010, sversò in mare 400 mila tonnellate di greggio) le ripercussioni sull’ambiente circostante saranno notevoli.
E a nulla son servite le azioni di contenimento che autorità e cittadini mauriziani hanno messo in atto per arginare il problema. Così come saranno difficili e lunghe le attività di recupero del cargo spezzato in due e affondato per metà. “Il vento e le correnti d’acqua non stanno aiutando. Stanno portando il carburante verso le aree con ecosistemi marini vitali”, ha detto nei giorni scorsi alla Bbc Sunil Mokshananda, ricercatore di Greenpeace. Le Mauritius sono abitate da 1770 specie animali, tra cui circa 800 tipi diversi di pesci, 17 di mammiferi marini e due specie di tartarughe. “Sono rimaste pochissime aree marine di questo tipo con una biodiversità così ricca sul pianeta. Una fuoriuscita di petrolio come questa avrà un impatto devastante”, ha detto Corina Ciocan, docente di biologia marina all’Università di Brighton in Regno Unito. Lo scenario per tutto il mondo è impressionante, così come creano sgomento le immagini giunte dallo spazio riprese dal satellite Sentinel-2 del programma di osservazione della Terra Copernicus, gestito da Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Commissione europea: la marea nera di carburante fuoriuscita dalla petroliera MV Wakashio, appare come un laccio stretto intorno alla costa sud-orientale dell’isola.
Grazie all’attività del Sentinel 2, messo in campo con altri satelliti per raccogliere informazioni utili in caso di calamità naturali, incendi, terremoti e disastri ambientali, sono stati raccolti i dati necessari alla task force ’International Charter Space and Major Disasters’ alla gestione dell’emergenza. Stando alle ultime notizie, le operazioni di pompaggio del carburante si sono quasi concluse; al momento rimangono ancora 90 tonnellate di petrolio sul cargo. Nel frattempo il governo di Mauritius ha annunciato che chiederà all’armatore e assicuratore di far fronte economicamente a quanto accaduto. Pronta è stata la risposta della società giapponese Nagashiki Shipping, proprietaria del battello battente bandiera panamense, che si è detta disponibile a pagare eventuali danni.