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IL FASCINO DEL MALVAGIO IN UNA PEDINA DI DIO

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Il debutto in Prima Nazionale al Festival Teatrale di Borgio Verezzi, l’estate scorsa.
Nel ruolo di Giuda: Maximilian Nisi.
Testo dell’Autrice emergente Raffaella Bonsignori.
Musiche di Stefano De Meo, immagini evocative di Marino Lagorio. Costumi di Tiziana Gagliardi.

Nell’ambito del Premio Camerale, è stata assegnata una menzione speciale a Giuda “per la profondità dei contenuti e l’alto livello dell’interpretazione di Maximilian Nisi.

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Come nasce l’idea dello spettacolo?

Al di là dell’interpretare il ruolo di Giuda, la cosa che più m’interessava era curare la messa in scena, tirare fuori il testo, dare voce a Giuda trovando la giusta vocalità, far lavorare Stefano De Meo su delle musiche evocative, aggiungendo anche delle immagini di Marino Lagorio.
Era un progetto sul quale stavo già lavorando prima del Covid e nasceva come Reading all’interno delle Grotte di Borgio Verezzi che non erano agibili e quindi lo faccio in Teatro. Più che uno spettacolo è una performance. Regala un bel momento di riflessione e mette insieme una serie di tasselli storici. Giuda è uno dei personaggi più saccheggiati in qualsiasi campo sia stato rappresentato.

cms_19965/1.jpgPerché dare voce a Giuda?
Rappresenta il fascino del malvagio. Attorno alla figura di Gesù oltre a Giuda che lo ha tradito si parla di Pietro che lo ha rinnegato e di Tommaso che non credeva in lui. Tutti noi abbiamo la consapevolezza di essere buoni e contemporaneamente anche cattivi. Giuda è terribilmente umano ma non ha la possibilità di avvicinarsi ad un concetto di amore universale. Era necessaria una pedina di Dio e in questo caso Giuda malgrado fosse il più ricco e il più colto degli Apostoli, aveva più limiti rispetto agli altri.
Ci sono alcune teorie che dicono che Giuda e Gesù avessero una grande intesa. Giuda era l’unico a poter capire il desiderio di Gesù e ad aiutarlo nella realizzazione del suo mandato.

Come vivi questo periodo storico?
É vero che con il lockdown siamo tutti destabilizzati emotivamente ma abbiamo bisogno di cose che ci possano far riflettere, darci una speranza e ci possano riportare su una via che credo in questo momento abbiamo smarrito. Siamo molto disorientati e ricominciare dalle origini parlando di un amore maltrattato può essere un buon avvio.
Giudaè un progetto che porterò avanti, perfezionandolo ulteriormente. A fine ottobre ha saltato la tappa di Roma al Teatro Lo Spazio e ancora non si sa quando riapriranno i Teatri.
Noi abbiamo bisogno anche solo di una manciata di spettatori per far sì che il Teatro possa continuare a fare quello che ha fatto nel corso dei secoli. Quando ho proposto lo spettacolo al Direttore Stefano Delfino, il mio intento era quello di dare speranza al nostro lavoro e se ci fosse stato anche un solo spettatore sarebbe stato giusto farlo ugualmente. Lui ne è stato subito entusiasta. Il Teatro non si deve fermare, deve comunque andare avanti e quando si sbloccherà questa situazione saremo pronti a continuare il nostro percorso.

Data:

14 Novembre 2020