La discussione è ormai apertissima e coinvolge non solo le famiglie, ma anche i governi dei maggiori Paesi al mondo. L’uso precoce di social come TikTok, Instagram e Snapchat da parte dei preadolescenti, suscita sempre più preoccupazioni a livello globale. I governi di molte nazioni sono all’opera per discutere le più opportune regolamentazioni per proteggere i giovani da contenuti che appaiono come nocivi e incitanti al cyberbullismo.
Sembra ormai preistoria la decisione di Facebook ormai datata quasi quindici anni, di poter far aprire profili e accedere ai contenuti solo a chi avesse compiuto tredici anni. La decisione venne poi ripresa anche dalle altre piattaforme, prassi che però viene regolarmente aggirata fornendo dati personali falsi e permettendo dunque ai minori di aprire un proprio profilo su TikTok, Snapchat e Instagram, per esempio. La possibilità di raggirare le deboli e solo di facciata, regole per aprire un account social, sono diventate un motivo di allarme sociale tanto da far intervenire anche la politica con decisioni spesso draconiane e molto severe, almeno alla lettera.
Gli esempi vanno dal sindaco di New York, Adams, che è sceso in campo opponendosi all’utilizzo in particolar modo di Instagram e TikTok, sconsigliandone vivamente l’uso ai preadolescenti perché nocivi per la salute mentale e forieri di potenziali pericoli come il cyberbullismo o con immagini richiamanti materiale pornografico. In Europa, la Francia tramite le due massime istituzioni, il Presidente della Repubblica Macron e il Primo Ministro Attal, vuole intervenire attraverso delle regole molto severe come il divieto di utilizzare gli schermi prima dei 3 anni, il possesso di uno smartphone non prima degli 11 anni, proibire di navigare su Internet fino a 13 anni e vietare di possedere un account su Instagram, TikTok o Snapchat, fino a 15 anni. Non tutti i social però sono uguali e non tutti vengono demonizzati allo stesso modo. TikTok è la piattaforma che, rispetto ad altre, attira le maggiori paure e accuse come per esempio quelle di incoraggiare attraverso le challenge situazioni limite per i giovani, oppure di mostrare e promuovere i suoi famosi brevi video che propongono temi del tutto inappropriati per l’età dei propri utenti medi. In casi come questi, il fattore legato all’età ha la sua fondamentale importanza, in quanto l’utilizzo precoce della rete e dei social porta a pericoli per la salute mentale derivanti dal cosiddetto abuso dello screentime, ovvero le ore passate dai giovanissimi da uno schermo all’altro in un effetto rimbalzo deleterio nello sviluppo mentale dei ragazzi.
Un social come TikTok dunque sembra possedere una dimensione maggiormente pericolosa rispetto ad altri a causa della caratteristica algoritmica della piattaforma cinese in grado di avere maggiori effetti di suggestione sui giovani. L’offrire un contesto social divertente, disinibito, creativo, spesso ridondante, porta TikTok a essere vissuto come un’isola di assoluta libertà dove è possibile fare qualsiasi cosa, in cui non vi sono controlli da parte dei genitori. L’influenza subita dagli utenti di TikTok, in particolar modo della fascia dei più giovani, risiede nel particolare tipo di comunicazione, specifica per un certo tipo di soggetti. La predominanza dei video e la completa assenza di ogni forma di testo scritto, denotano un ambiente consono allo sviluppo e alla promozione di una logica tirannica dell’immagine. Non c’è spazio per la riflessione e per la elaborazione di pensieri profondi. È l’impero del concetto semplice, della suggestione, della brevitas, dello stupire attraverso la futilità della performance fine a se stessa. Forse sono i tempi che ci meritiamo o forse non siamo stati in grado di fornire alternative ed esempi migliori che potessero offrire un’alternativa valida a uno schermo di uno smartphone.