Davanti a circa 15.000 calorosi spettatori, il Bari, nella sua prima gara ufficiale, esordisce al San Nicola contro il Foggia di De Zerbi, perdendo per 2-1 nel secondo turno di Tim Cup. Un derby giocato correttamente (l’ultimo fu giocato 18 anni fa) e che ha onorato il gioco del calcio. L’unica nota stonata è stata l’assenza dei sostenitori del Foggia vietata dal prefetto di Bari, su sollecitazione dell’Osservatorio sulle manifestazioni sportive, per evitare possibili incidenti. “Dispiace – ha dichiarato il Presidente del Bari, Gianluca Paparesta – vedere che, già all’inizio di stagione, si impongono divieti anche ai tifosi muniti di regolare tessera per seguire le proprie squadre in trasferta. Tutto il sistema calcio dovrebbe interrogarsi su questo.”
LA PARTITA
Una partita dai due volti. Il primo tempo a favore dei padroni di casa, troppo spreconi nell’occasione. Nella ripresa, decisamente meglio il Foggia, soprattutto fino al raddoppio. Bene il Bari della prima mezz’ora per intensità, trame di gioco e occasioni da gol costruite. Clamorose quelle di Sansone che, tutto solo in area di rigore non riesce a concretizzare quanto costruito. Merito anche del portiere avversario, Narciso, che in entrambi i casi, è stato bravo ad opporsi. Incredibili anche i legni colpiti da Contini (sugli sviluppi di un calcio di punizione) e da Defendi. Nel finale di tempo, si rende pericoloso anche il Foggia soprattutto con Sarno e Coletti.
In avvio di ripresa, il Foggia entra in campo più determinato e si rende subito pericoloso, un paio di volte, con Sainz Maza. Poi, Gigliotti di testa (lasciato inspiegabilmente solo), porta in vantaggio il Foggia, sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Il Bari sbanda. Ne approfitta il Foggia che, poco dopo, raddoppia in contropiede. Angelo, l’esterno difensivo foggiano, offre un pallone d’oro a Floriano che raddoppia. Il Bari, che fino a quel momento sembrava non essere sceso in campo nella ripresa, finalmente si sveglia e prova a reagire, con orgoglio, costruendo in pochi minuti diverse palle gol. Ci prova Sansone su punizione (di pochissimo fuori) e Puscas, di testa, per ben due volte. Finalmente, per i biancorossi, Defendi, in una classica azione di ripartenza, riesce ad accorciare le distanze con un gol di pregevole fattura, ma è troppo tardi per riequilibrare la partita.
IL PUNTO
“Chapeau”davanti ad un Foggia che ha destato un’ottima impressione per qualità di gioco e sicurezza nei fraseggi. Un tiki taka, tuttavia, che ha prodotto tanto possesso palla e meno tiri in porta rispetto a quanto prodotto. Resta, comunque l’impresa meritata dei rossoneri.
Nel Bari si sono rivisti gli antichi vizi: la incapacità di capitalizzare le tante occasioni create e le disattenzioni difensive che sembravano essere state superate nel finale del campionato scorso. “Abbiamo perso meritatamente – ha dichiarato il tecnico del Bari Davide Nicola – soprattutto perché abbiamo sbagliato sotto rete. Potevamo fare tre gol nel primo tempo e questo, purtroppo non è accaduto.” I biancorossi sono in rodaggio e il calo fisico – atletico ne hanno accentuato tale aspetto. Tuttavia si possono evidenziare alcune note positive. Intanto, l’intensità e il pressing alto (tanto voluti da Nicola) espressi soprattutto nella prima mezz’ora di gioco. L’altro elemento su cui soffermarsi è la buona reazione dei biancorossi sul risultato di 2-0, una reazione d’orgoglio dettata dalla necessità, è vero, ma che testimonia il carattere non arrendevole della squadra. Buono l’impatto sulla gara di Puscas, uno dei pochi a meritarsi la sufficienza con Guarna, Contini, Defendi e Sansone (solo per il primo tempo). Sotto tono Sabelli, Gemiti e Partipilo.
Da qui, il Bari dovrebbe ripartire dimenticando la sconfitta e meditando sugli errori commessi sia nella fase offensiva che in quella difensiva. Guai a sottovalutare questa sconfitta. E’ il segnale di un malessere che impone una seria ed approfondita riflessione. La squadra è sembrata, almeno a tratti, più pimpante e in progresso dal punto di vista fisico rispetto alla partita contro il Bastia. Ma deve lavorare ancora molto e smaltire i carichi di lavoro accumulati durante la preparazione estiva. In attesa di risolvere lo spinoso caso Caputo-Galano, (probabilmente sfuggito di mano dalla società), il Bari dovrebbe sfoltire la rosa e trovare rinforzi di qualità soprattutto nel reparto avanzato che possano fare la differenza nel campionato cadetto.