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IL FRUSCIO DEL D.I.U. (Diritto Internazionale Umanitario)

Scopo primario di questa dottrina è il “Ripudio della guerra” e, la diffusione dei Principi raccomandati dalle Convenzioni di Ginevra e dell’AJA, il suo obiettivo.

Nel caso estremo di conflitto armato, esorta gli operatori del Soccorso ad agire senza discriminazione nei confronti di ogni ferito, fa obbligo alle Nazioni belligeranti di salvaguardare la dignità dei prigionieri e di tutelare le comunità coinvolte, i loro Beni ed il Patrimonio Storico, Artistico e Culturale.

… A FAVORE DI QUEST’ULTIMA INTIMAZIONE DEPONE IL SINGOLARE E RARISSIMO EDITTO:

cms_32122/0v.jpg“… ogni casa, deve essere tutelata, ogni bene protetto e ciascun sentimento non va ferito”…

Attribuito a Ciro il Grande o il Vecchio (600 a.C.) si tramanda che fosse stato proprio il famoso Re dei Persiani, ben noto per la sua politica espansionistica che, in breve, lo portò a costruire un vastissimo Impero, fino alla conquista di Babilonia, a coniare l’Editto che lui stesso intimava alle sue soldatesche prima dell’ assalto finale.

Questo nel 600 a.C., in epoca, cioè, sine lex scripta.

Figurarsi lo stupore e la reazione di Ciro il Grande se, oggigiorno, potesse assistere alle catastrofi provocate dalle c.d. incursioni durante i conflitti … in essere.

IL D.I.U. (Diritto Internazionale Umanitario):

una materia per evitare, ovvero, rendere meno brutale la guerra.

“il D.I.U. è la dottrina che insegna ad applicare sistematicamente gli accordi internazionali e,

in caso di conflitto armato, obbliga i combattenti e gli operatori del soccorso ad agire umanamente nei confronti delle popolazioni “”

cms_32122/Henry_Dunant.jpgCon il presente lavoro l’autore, enunciandone i principi fondamentali, auspica di favorire la diffusione del DIU. Le cui Regole essenziali se, osservate coscientemente, possono evitare le occasioni di conflitto armato e, in caso di guerra, rendere meno disumane le sue conseguenze; ridurre al minimo le sofferenze delle popolazioni coinvolte; aiutare a rispettare le regole ed evitare la distruzione della natura, dell’ ecosistema e del patrimonio storico-artistico-culturale. Non sono parole, considerato appunto che l’uomo, nonostante tutta la sua conclamata saggezza e le amare esperienze patite a causa delle “sue” tante guerre, non è ancora riuscito a bandire i conflitti armati come mezzo per risolvere le controversie. Ecco quindi la necessità che il DIU, nel totale ripudio della guerra, venga massimamente diffuso ed insegnato in ogni ordine e classe della Scuola come materia per disciplinare i comportamenti dei combattenti durante e dopo i conflitti armati.

IL D.I.U.: UNA RONDINE CHE PUÒ FAR LA PRIMAVERA

IL DIRITTO UMANITARIO, È MATERIA VIVA, POSSIEDE COSTRUTTO DOTTRINALE E SI PROPONE COME BALUARDO PER LA SALVAGUARDIA DELL’UOMO E DELLA NATURA.

<< Concepito da chi ha convissuto e sofferto le angherie della guerra guerreggiata, è un Diritto pratico da leggere, studiare e, soprattutto, da divulgare.>>

Una disciplina il DIU, come detto in apertura, che “Ripudia la guerra” ed in costanza di tale catastrofe, vincola le “Parti in conflitto” alla tutela dell’uomo e del suo habitat naturale. Una dottrina quindi per chiunque ha a cuore l’ordinata sopravvivenza del genere umano, da conoscere e studiare, approfondire ed applicare ma anche da custodire gelosamente. Non va dimenticato, al riguardo, che i trattati internazionali più recenti fanno obbligo agli Stati, oltre che di includere lo studio del diritto in questione nei programmi di istruzione militare, di diffonderne la conoscenza il più largamente possibile in seno alla popolazione civile e nelle Scuole. Va inoltre tenuto presente che Le Croce Rosse Nazionali [1] sono chiamate a surrogare i Governi nella formazione di personale qualificato in grado, quindi, di facilitare l’applicazione delle Convenzioni e degli altri documenti pertinenti. Ciò, con particolare riferimento alle attività delle potenze protettrici in caso di conflitto armato (Protocollo I/1977, art. 6). Alla base di tale formazione deve essere, evidentemente, la conoscenza approfondita della materia.

L’AUTOREVOLE PENSIERO DI UNO DEI PADRI FONDATORI

cms_32122/Cornelio_Sommaruga.jpgEstrapolato dalla “Lectio magistralis” che l’Avv. Cornelio Sommaruga [2], ha dissertato in occasione del conferimento del Dottorato “honoris causa” in Diritto internazionale, a Lui conferito il 15.7.2008 dall’Università dell’Insubria (Co).

<< Il Diritto Umanitario non è un diritto che si invoca regolarmente nella solennità delle Preture. Scaturito dalla guerra, è nei conflitti armati che vuole far sentire la sua voce. Protesta contro la forma estrema di violenza che mette Stati contro Stati o contro movimenti armati di opposizione, non ha come scopo di giudicare delle motivazioni che hanno portato l’uno o l’altro dei belligeranti a ricorrere alle armi. La sua portata di ius in bello è altrove: sono altre giurisdizioni che avranno eventualmente da giudicare sul “Jus ad Bellum”. L’obiettivo del Diritto Umanitario è più immediato e più elevato: davanti alle sofferenze causate da conflitti armati, ricorda ai belligeranti il “comun dovere di umanità”; nel chiasso delle armi costruisce un’ultima barriera alla violenza dell’uomo contro l’uomo. Fu la battaglia di Solferino nel 1859 (V. nota pag. precedente), che portò Henry Dunant a prendere l’iniziativa di elaborare una convenzione per migliorare la sorte dei militari feriti negli eserciti in campagna. Un postulato già avanzato dal chirurgo napoletano Ferdinando Palasciano, lo stesso che aveva curato Garibaldi per la ferita riportata nella battaglia dell’Aspromonte (29 agosto 1862).

L’INVESTITURA … LA SUA AUTOREVOLEZZA

cms_32122/00.jpgÈ così che nacque la prima Convenzione di Ginevra nel 1863 (di cui ricorre quest’anno il 160°). Il Diritto umanitario sarebbe rimasto teorico se i redattori della Convenzione non avessero avuto la preoccupazione di dare alla protezione dei feriti e del personale di assistenza un’espressione concreta. Adottando l’emblema della Croce Rossa come simbolo visibile riconosciuto dell’immunità, avevano anche dato alla Convenzione lo strumento operazionale della sua applicazione. È questo senso del realismo e questa dinamica di messa in opera che danno al Diritto umanitario i mezzi della sua autorità, in quanto – il Comitato internazionale attivo in tanti conflitti, lo sa bene che: “ per soccorrere e proteggere le vittime di guerra e i Beni Comuni, non bastano formule altisonanti che altrimenti sarebbero lettere morte.”

I PRINCIPI FONDAMENTALI DEL D.I.U.

Asseverati dalla Clausola MARTENS [3] e adottati dalla I^ Convenzione di Ginevra 1977 – art. 52, riguardano:

  • A- LA PROPORZIONALITÀ (l’azione deve essere commisurata al vantaggio previsto);
  • B- LA DISTINZIONE TRA OBIETTIVI MILITARI E CIVILI e tra Beni e luoghi di carattere Civile (indispensabili per la sopravvivenza della popolazione);
  • C- L’INTANGIBILITÀ DEI BENI (di Culto, Cimiteriali, museali, Artistici e Architettonici, ovvero, che godono di particolare tutela generale) Un’esigenza, questa, resa sempre più sentita dal carattere estremamente micidiale e totale che i conflitti moderni hanno…abbondantemente raggiunto e superato.

COSA POSSIAMO FARE ?

cms_32122/000.jpgPer quanto riguarda gli Istruttori del D.I.U., sui quali incombe il dovere della informazione, debbono continuare ad esortare alla salvaguardia del “Bene Comune” e al massimo rispetto degli Artt. 9 – 11 – 52 della Costituzione Italiana della quale abbiamo celebrato il 77° anniversario ed a prendere coscienza del D.I.U.. Come ricorda il fondatore della Croce Rossa: Henry Dunant (Premio Nobel x la Pace 1901): “ … Poiché tutti possono, in un modo o nell’altro, ciascuno nella sua sfera di competenza e secondo le sue forze, contribuire in qualche misura in questa buona opera.” Se di fronte a certi drammi l’unico antidoto è dire basta, l’obbligo per tutti è di invertire rotta, rimboccarsi le maniche ed adoperarsi per riparare i danni. Ovviamente, secondo le proprie possibilità, sempre e comunque con spirito umanitario.

PERCHÉ S’ HA DA FARE

cms_32122/Leonetto_Amadei_.jpg<< Perché - ha scritto l’On. Leonetto Amadei - (già Pres. della Corte Costituzionale) si tratta di una Dottrina sostenuta da concetti scritti piuttosto che con l’inchiostro, con l’amaro delle sofferenze e delle umiliazioni, direttamente patite dai suoi autori.”

Prima Combattenti legittimi e poi I.M.I. [4], forgiati e cresciuti all’ombra degli orrori, del dolore, delle umiliazioni e delle mortificazioni ad essi ed ai loro cari inferte dalla guerra. Patimenti incisi sulla loro pelle e nella memoria permanente. Tristissimi prodotti di quel periodo di loro vita convissuta in tutta la sua aspra miseria … senz’altro. Non già da cancellare, ma da prendere in carico come ammonimento. Da cui essi hanno saputo trarre il necessario insegnamento da trasmettere ai posteri … quale “vital nutrimento” (parole di don Luigi Del Pinto -zio di Anacleto mio carissimo amico e collega), affinché certe nefandezze, non si ripetano mai … mai … mai più !.

PANORAMICA MONDIALE

La gente è inorridita e stanca del tourbillon che, oramai dal 2020, si accanisce sul mondo, non sa più dove andare a parare. Ma non basta. Intanto, mentre la nostra comunità già provata dalla lotta onorevolmente intentata contro il subdolo e impalpabile nemico comune: il Covid-19 , eccoti spuntare una nuova versione della pandemia; altre guerre e nuovi conflitti interni più o meno gravi che, comunque, minacciano la stessa sopravvivenza dell’umanità.

I dati raccolti dall’Armed Conflict Location & Event Data Project (ACLED) parlano chiaro. Ed i numeri che, per quanto crudi ed immoti costituiscono, pur sempre, il mezzo più immediato per rendere l’idea di ciò che si intende rappresentare, mostrano come gran parte del Pianeta è stato (o è) impegnato in una qualche forma di ostilità.

Conflitti ce ne sono sempre stati, tantissimi e diversi gli uni dagli altri, altrettanti dei quali, pur non essendo degenerati in una vera e propria guerra, sul tipo di quelli che hanno devastato la Siria –di cui ricordiamo il tristissimo spettro della nobile Palmira– ed in questi giorni l’ Ucraina e la Palestina, hanno comunque provocato, sconvolgimenti, crisi, lutti e dolore: (vedasi l’inseminazione delle micidiali Mine antiuomo, le contese costellate da sanguinose proteste, guerriglie e/o lotte armate tra fazioni interne, e via dicendo, ancora.)

COME USCIRE DAI SENTIERI DEL DOLORE E … RINASCERE

cms_32122/0000.jpgAffidandosi, per esempio, agli illuminati inviti rivolti all’umanità sofferente dai nostri Pontefici, dai Padri Fondatori della Costituzione italiana e riponendo il massimo rispetto in coloro che hanno dimostrato di avere a cuore le sorti del genere umano. Calzante, a tal proposito è senz’altro l’ Enciclica “Laborem Exsercens” in cui il Papa Giovanni XXIII [5] ribadisce che <>. Sempre attualissime e cogenti quelle illuminate parole meritano rispetto e, soprattutto in questo periodo di sofferenza, profonda riflessione. Piuttosto che parole, quelle di S.S. il Papa buono, sono state un avvertimento: il suo SOS [6] all’umanità. Più recentemente ribadito da Papa Francesco con la sua “Laudato Si ”, rimpallata dagli Ecologisti e adesso coralmente gridato dall’Italia che soffre. E perché no ?, pretendere che i Capi dei popoli belligeranti e/o delle “Parti in Conflitto”, cessino le ostilità che riportano a Papa Benedetto XV, il Pontefice della: “INUTILE STRAGE” [7]. Uno schiocco di frusta all’orgoglio e all’egoismo, un perentorio ”Comando” a muoversi, ad agire, a fare il “Bene Comune” ma presto: prima che sia troppo tardi! Una invocazione ostinata, improrogabile alla quale hanno risposto in tanti con Marce della Pace. Un dovere imprescindibile, per ringraziare la sorte, la natura e il creato per tutte le cose belle che ci ha dato. Un esempio, la strada che nessuno può percorrere da solo e che,quindi, richiede opere positive, armonizzate, in grado di contribuire alla maturazione di una forma di coscienza collettiva. Le buone intenzioni non sono sufficienti a risolvere il seppur minimo problema.Davanti a certi drammi, è doveroso contribuire senza se e senza ma !

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APPENDICE

I PRINCIPI ISPIRATORI DEL MOVIMENTO INTERNAZIONALE DI CROCE ROSSA E MEZZALUNA ROSSA

Umanità
Nato dall’esigenza di assistere senza discriminazioni i feriti sui campi di battaglia, il Movimento Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa intende, sotto il suo aspetto internazionale e nazionale, prevenire e alleviare le sofferenze umane in ogni situazione. La sua missione è di proteggere la vita e la salute, e di garantire il rispetto dell’essere umano. Promuove la comprensione reciproca, l’amicizia, la cooperazione e la pace duratura fra tutti i popoli.

Imparzialità
Il Movimento non fa alcuna distinzione di nazionalità, razza, convinzione religiosa, classe sociale o credo politico. Si sforza di alleviare le sofferenze di ogni individuo essendo guidato solamente dal bisogno, e di dare priorità ai casi più urgenti.

Neutralità
Al fine di mantenere la fiducia di tutti, il Movimento non prende le parti di alcuno durante le ostilità, né in qualsiasi momento entra in controversie di natura politica, razziale, religiosa o ideologica.

Indipendenza
Il Movimento è indipendente. Le Società Nazionali, pur essendo ausiliarie dei governi nei servizi
umanitari e soggette alle leggi dei rispettivi paesi, devono sempre preservare la propria autonomia
in modo da poter agire in qualsiasi momento in accordo con i Principi del Movimento.

Volontarietà
Il Movimento è basato su un’attività di soccorso volontaria, in nessun caso spinta dal desiderio di un guadagno.

Unità
In ciascun paese vi può essere un’unica Società Nazionale di Croce Rossa o Mezzaluna Rossa. Questa deve essere aperta a chiunque. Deve svolgere il proprio compito umanitario su tutto il territorio nazionale.

Universalità
Il Movimento Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa è attivo in tutto il mondo, e le Società Nazionali hanno al suo interno uguale status e le stesse responsabilità e doveri di aiutarsi a vicenda.

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[1]Risale al 24 giugno 1859, la data in cui lo svizzero Henry Dunant, assistendo alla cruenta battaglia di Solferino, combattuta nell’ambito della Seconda Guerra di Indipendenza tra regno di Sardegna e Impero francese da un lato e Impero austriaco dall’altro, ebbe l’ispirazione di promuovere il CICR “Comitato Internazionale della Croce Rossa” per il soccorso dei feriti. Indignato dalla cruenta battaglia, dal gran numero dei feriti, abbandonati in balia della loro sofferenza e costernato dalla carenza dei soccorsi, ha costituito il “Comitato Internazionale per il soccorso dei feriti”. Dal quale, il 17 febbraio 1863 è scoccata la scintilla che, by step by step, ha portato alla fondazione della Croce Rossa.

[2]Cornelio Sommaruga,( Roma , 29 dicembre 1932 ) è un umanitario , avvocato e diplomatico svizzero, noto soprattutto per essere stato Presidente del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) dal 1987 al 1999.

[3]Martens Inserita nel Preambolo della seconda Convenzione dell’Aja del 1899 sulla guerra terrestre, su proposta del giurista russo Feodor Feodorovic Martens, e successivamente riaffermata nella quarta Convenzione dell’Aja del 1907, tale clausola prevede che «fino a che non sarà adottato un più completo codice delle regole applicabili ai conflitti armati, le popolazioni e i belligeranti restano sotto la salvaguardia e sotto l’imperio dei principi del diritto delle genti, quali risultano dagli usi stabiliti fra le nazioni civili, dalle leggi d’umanità e dalle esigenze della coscienza pubblica».

[4] – I.M.I.= Internati Militari Italiani, prigionieri di guerra, catturati e segregati dai Nazisti nei loro invivibili Lager.

[5] – San Giovanni XXIII – Il Papa Buono – Patrono dell’Esercito Italiano dal 12 ottobre 2017.

[6] – SOS = Save Our Souls (Salva le nostre anime)

[7] – del quale ricorre quest’anno il Centenario della morte ( + 22gennaio 2022)

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Data:

18 Ottobre 2023