A volte il furto di un cane può trovare giustificazione per salvargli la vita.
Infatti, spesso accade che nel mondo del volontariato, gli animalisti “integralisti” devono fare i conti con la burocrazia e soprattutto con la conoscenza delle regole da rispettare nel caso in cui si voglia salvare un cane (gatto o altro animale) da una situazione di maltrattamento…e spesso accade che invece di fare del bene vengono fatti danni a se stessi ed all’animale da salvare.
E’ recente il caso di un pastore australiano mal tenuto dal proprietario, con problemi psichici, tanto che al ritrovamento, parte del corpo era ricoperto, a causa dei propri escrementi, da larve di mosche che gli avevano provocato gravi lacerazioni da metà schiena in giù.
Il cane venne portato in una clinica moribondo dallo stesso proprietario che ne chiedeva l’eutanasia. La veterinaria, titolare della clinica, decise di provare a salvarlo ricoverandolo per una settimana, fornendogli le cure necessarie, non provvide però a segnalare alle autorità competenti il maltrattamento subito dal cane come sarebbe stato doveroso fare.
Il cane fuori pericolo ma denutrito e mal ridotto venne così riconsegnato al proprietario che nei mesi successivi chiese alla stessa veterinaria più volte l’eutanasia. Quest’ultima rifiutò ma allo stesso tempo continuò a non segnalare il caso di maltrattamento.
La signora X che si recava saltuariamente per fare le pulizie prelevò il cane di nascosto e lo portò in un luogo sicuro. Venne però denunciata dopo qualche giorno per furto e di conseguenza lei denunciò il proprietario del cane per maltrattamento.
Il caso venne portato all’attenzione della magistratura a seguito del sequestro e si attende ora la decisione del giudice sul futuro del cane. Andrà in un rifugio? In un canile? O date le condizioni di salute andrà presso l’abitazione di qualche volontario richiedente che abbia intenzione di accogliere l’animale per spirito umanitario.
Attualmente, con le cure mediche, il buon cibo e l’affetto di chi ha accolto il cane senza fare tante domande, il povero animale sta bene e probabilmente rimarrà nella casa in cui ora le volontarie si adoperano tutti i giorni anche per il benessere di altri animali ma i 2 procedimenti a carico del proprietario del cane e della signora che l’ha salvato non si concluderanno prima di un anno…con spese giudiziarie, le relazioni da inviare al giudice che si occupa del caso di sequestro, oltre alle spese veterinarie che nel frattempo devono essere affrontate.
In realtà, si sarebbero dovuti chiamare immediatamente i carabinieri forestali o guardie zoofile autorizzate e fare formale denuncia di maltrattamento con filmati e foto, ricordando sempre che il sindaco, sia di città sia di paese, è il primo responsabile del benessere degli animali sul territorio di competenza ed ha l’obbligo di intervenire sotto segnalazione.
Infatti, spesso le asl territoriali anche se chiamate non intervengono anche perché i canili sono pieni e mal gestiti e non farebbe la differenza per l’animale…quindi gli amanti degli animali si trovano a fare la scelta “meno peggio” per l’animale.
Pertanto, sarebbe ora di risolvere il problema canili nell’anno 2025: dalle sterilizzazioni alle adozioni consapevoli con persone esperte e che abbiano il “buon senso” di seguire e controllare le adozioni.