“Come sto? Sono ancora vivo”. È con questo motto che Papa Francesco da tempo affronta malanni e acciacchi dell’età. Appena un mese fa una bronchite acuta lo ha costretto ad una terapia a base di antibiotici. E a causa della ‘groppe’ (influenza in spagnolo), come la definì lo stesso Bergoglio durante un’udienza, niente viaggio a Dubai per il pontefice a fine novembre per la 28esima Conferenza delle Parti per la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. E poi due interventi chirurgici: l’ultimo, il 7 giugno scorso al Policlinico Gemelli, per un laparocele incarcerato in corrispondenza della cicatrice delle pregresse operazioni chirurgiche laparotomiche effettuate negli anni passati. Per non parlare di una lesione al legamento del ginocchio destro che lo affligge da tempo, un disturbo dovuto principalmente a una postura sbagliata causata a sua volta da un problema all’anca.
Per Ferrara, insomma, “visto da chi non è suo medico personale, il pontefice appare sì invecchiato ma con capacità cognitive e in parte motorie, cammina con ausili, soddisfacenti”. Con le battute sul suo stato di salute ‘Sono ancora vivo’, o il richiamo frequente che fa ai fedeli ‘Pregate per il Papa, ne ha sempre bisogno’, “a mio giudizio si comporta da uomo con tutte le sue fragilità. L’auspicio è che possa continuare ancora per molto tempo, dimostrando al mondo che anche nelle decadi di età avanzata può svolgere la sua opera pastorale, apprezzata anche dai non credenti. Sicuramente lo staff medico-sanitario di alto profilo che è accanto a Bergoglio ha un ruolo importante nel mantenimento delle performance del nostro pontefice”, conclude.