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IL GLOBAL INNOVATION INDEX – E’ diminuito in media del -15,82% tra il 2013 ed il 2022 per i paesi considerati

Il Global Innovation Index nel 2022. L’Indice Globale dell’Innovazione (GII) è una misura cruciale delle capacità e dei risultati innovativi nei diversi paesi, riflettendo gli ambienti economici e politici. Il GII valuta i paesi in base alla loro capacità di innovare, considerando fattori come le istituzioni, il capitale umano e la ricerca, le infrastrutture, la sofisticazione del mercato e la sofisticazione delle imprese. Nel rapporto GII del 2022, la Svizzera guida l’indice con un punteggio di 64,6, seguita da vicino dagli Stati Uniti e dalla Svezia. La Svizzera (64,6) occupa il primo posto, il che non sorprende dato che dispone di istituzioni solide, un ambiente imprenditoriale robusto e ingenti investimenti in ricerca e sviluppo. Il paese beneficia anche di una forza lavoro altamente qualificata e di un forte legame tra mondo accademico e industria. Gli Stati Uniti (61,8) si collocano al secondo posto, grazie alla vasta dimensione del mercato, ai livelli elevati di capitale di rischio e alla forte collaborazione tra università e industria. La presenza di aziende tecnologiche leader e un ecosistema imprenditoriale dinamico contribuiscono significativamente a questo risultato. La Svezia (61,6) segue da vicino, sostenuta da un’ottima qualità delle infrastrutture, un forte sostegno governativo per l’innovazione e un sistema educativo di alto livello che produce talenti eccezionali. Il Regno Unito (59,7) e i Paesi Bassi (58) completano la top five, entrambi con economie avanzate, eccellenti infrastrutture e un ambiente favorevole alle startup. Questi paesi hanno sviluppato ecosistemi innovativi grazie a politiche favorevoli e a un’elevata spesa in R&D. La Corea del Sud (57,8) si distingue per il suo avanzato settore tecnologico e per le consistenti spese in ricerca e sviluppo, che ne fanno un leader nell’innovazione tecnologica. Singapore (57,3) e la Germania (57,2) sono altri due protagonisti, con Singapore che beneficia di un ambiente politico stabile e pro-business, mentre la Germania si appoggia sulla sua lunga tradizione di eccellenza ingegneristica e innovativa. La Finlandia (56,9) e la Danimarca (55,9) mostrano anch’esse forti capacità innovative, supportate da sistemi educativi di alto livello e da una cultura dell’innovazione radicata. La Cina (55,3), sebbene meno avanzata rispetto ai paesi occidentali più innovativi, ha compiuto enormi passi avanti grazie a ingenti investimenti in R&D e a politiche governative mirate all’innovazione tecnologica. La Francia (55) e il Giappone (53,6) mantengono posizioni forti grazie a infrastrutture robuste, sistemi educativi solidi e una lunga tradizione di innovazione e ricerca scientifica. Hong Kong SAR, Cina (51,8), Canada (50,8), Austria (50,2), Estonia (50,2) e Israele (50,2) rappresentano paesi con ambienti molto favorevoli all’innovazione, sostenuti da forti politiche governative, investimenti in capitale umano e infrastrutture tecnologiche avanzate. Lussemburgo (49,8), Islanda (49,5), Malta (49,1) e Norvegia (48,8) sono piccoli paesi che hanno saputo creare ambienti innovativi attraverso politiche mirate e un forte sostegno alle nuove tecnologie. L’Irlanda (48,5), la Nuova Zelanda (47,2), l’Australia (47,1) e il Belgio (46,9) mostrano anch’essi un notevole potenziale innovativo, beneficiando di economie aperte, forti sistemi educativi e una crescente attrazione di investimenti esteri. Cipro (46,2), Italia (46,1), Spagna (44,6), Repubblica Ceca (42,8), Emirati Arabi Uniti (42,1) e Portogallo (42,1) rappresentano economie che stanno investendo significativamente in innovazione per migliorare la loro competitività globale. I paesi come la Slovenia (40,6), l’Ungheria (39,8), la Bulgaria (39,5), la Malesia (38,7), la Turchia (38,1) e la Polonia (37,5) mostrano progressi significativi nel campo dell’innovazione, con politiche che favoriscono la ricerca e lo sviluppo e un crescente coinvolgimento del settore privato. L’India (36,6) e la Lettonia (36,5) stanno emergendo come nuovi centri di innovazione, con un forte focus sullo sviluppo tecnologico e l’educazione. I paesi con punteggi più bassi, come il Pakistan (23), il Kenya (22,8), la Repubblica Dominicana (22,7), l’Egitto (22,7) e molti altri, affrontano sfide significative in termini di infrastrutture, capitale umano e istituzioni che limitano il loro potenziale innovativo. Gli ultimi posti dell’indice, occupati da paesi come il Niger (14,6), il Mali (14,2), l’Angola (13,9), lo Yemen (13,8) e la Mauritania (12,4), riflettono gravi carenze in termini di capacità istituzionali, investimenti in R&D e infrastrutture tecnologiche. In sintesi, il Global Innovation Index del 2022 mostra un panorama variegato, con paesi leader che continuano a investire pesantemente in innovazione, mentre molti paesi in via di sviluppo cercano di colmare il divario con politiche mirate e investimenti strategici. La capacità di innovare è sempre più riconosciuta come un fattore chiave per la crescita economica sostenibile e la competitività globale.

Global Innovation Index tra il 2013 ed il 2022. L’analisi dei dati sull’Indice Globale dell’Innovazione (GII) tra il 2013 e il 2022 rivela significativi cambiamenti nei punteggi di vari paesi, evidenziando tendenze di crescita o declino nella capacità di innovare. La Cina, con un incremento da 44,7 a 55,3, ha visto un aumento assoluto di 10,6 punti, pari a una crescita percentuale del 23,71%. Questo notevole miglioramento riflette i massicci investimenti in ricerca e sviluppo, nonché le politiche governative favorevoli all’innovazione. Allo stesso modo, l’Iran ha migliorato il suo punteggio da 27,3 a 32,9, un aumento assoluto di 5,6 punti e una crescita del 20,51%, suggerendo progressi significativi nonostante le sfide economiche e politiche. La Corea del Sud ha visto un aumento da 53,3 a 57,8, con un incremento di 4,5 punti, pari all’8,44%, confermando la sua posizione di leader nell’innovazione tecnologica e industriale. Uzbekistan e Turchia hanno mostrato miglioramenti più modesti rispettivamente del 5,86% e del 5,83%, indicando progressi stabili ma significativi nelle loro capacità innovative. Francia, Giappone e Germania hanno registrato lievi aumenti nei loro punteggi GII, rispettivamente del 4,17%, 2,68% e 2,51%, indicando una crescita sostenuta, ma meno dinamica rispetto ai paesi emergenti come la Cina. Gli Stati Uniti, con un aumento di 1,5 punti (2,49%), mantengono una posizione di forza, ma il loro ritmo di crescita è più contenuto rispetto ai concorrenti asiatici. L’India ha visto un incremento minimo da 36,2 a 36,6, pari all’1,10%, suggerendo la necessità di ulteriori sforzi per migliorare il proprio ambiente innovativo. Gli Emirati Arabi Uniti e la Svezia hanno mostrato variazioni minime, rispettivamente dello 0,48% e dello 0,33%, suggerendo una stabilità nei loro già alti livelli di innovazione. D’altra parte, diversi paesi hanno registrato declini nei loro punteggi GII. Estonia, Pakistan, Vietnam e Filippine hanno visto lievi decrementi, suggerendo sfide persistenti nel mantenere la loro competitività innovativa. Il Regno Unito e la Svizzera, tradizionalmente forti in innovazione, hanno registrato diminuzioni rispettivamente del 2,45% e del 3,00%, indicando potenziali aree di stagnazione. Austria, Singapore, Italia e Danimarca hanno tutti mostrato cali significativi nei loro punteggi, con decrementi che vanno dal 3,28% al 4,12%. Questi cali possono essere attribuiti a vari fattori, tra cui cambiamenti nelle politiche governative, fluttuazioni economiche o riduzioni negli investimenti in ricerca e sviluppo. Paesi come Bulgaria, Finlandia, Paesi Bassi, Malta e Cipro hanno registrato diminuzioni nei loro punteggi tra il 4,36% e il 6,29%, suggerendo una perdita di slancio nelle loro capacità innovative. Questi cali riflettono potenzialmente una combinazione di fattori interni ed esterni che hanno influenzato negativamente la loro competitività. Il Marocco, la Thailandia, la Federazione Russa e la Grecia hanno mostrato decrementi significativi, con variazioni percentuali negative che vanno dal 6,80% all’8,49%. Questi cali evidenziano le difficoltà incontrate da questi paesi nel mantenere i livelli di innovazione in un contesto globale competitivo. Mauritius, Lituania, Spagna e Israele hanno registrato cali ancora più marcati, con variazioni negative tra il 9,47% e il 10,36%. In particolare, il calo di Israele, un paese noto per la sua forte cultura di startup e innovazione tecnologica, solleva domande su potenziali cambiamenti nelle dinamiche interne o nelle strategie governative. Paesi come il Brasile, il Belgio, l’Australia, la Repubblica Ceca e il Canada hanno subito cali significativi, con variazioni che vanno dal 10,47% al 11,81%. Questi declini potrebbero riflettere una combinazione di sfide economiche, riduzioni degli investimenti in innovazione o cambiamenti nelle politiche di supporto. Luxembourg, Norvegia, Islanda e Hong Kong SAR, Cina, hanno registrato cali considerevoli nei loro punteggi, con variazioni negative che vanno dal 12,01% al 12,79%. Questi paesi, sebbene storicamente forti in innovazione, potrebbero aver affrontato sfide specifiche che hanno influenzato negativamente le loro capacità innovative. La Nuova Zelanda, l’Ucraina, la Slovenia e la Serbia hanno mostrato cali significativi nei loro punteggi GII, con variazioni percentuali negative che vanno dal 13,39% al 14,78%. Questi cali suggeriscono la necessità di interventi strategici per invertire la tendenza e stimolare l’innovazione. Paesi come Croazia, Ungheria, Romania, Messico e Giamaica hanno subito cali marcati, con variazioni che vanno dal 15,04% al 15,81%. Questi declini indicano difficoltà persistenti nel mantenere o migliorare le infrastrutture e le politiche a supporto dell’innovazione. L’Irlanda, il Cile, la Malesia e la Repubblica Slovacca hanno registrato cali ancora più significativi, con variazioni negative tra il 16,23% e il 18,72%. Questi paesi potrebbero aver affrontato sfide economiche e politiche che hanno limitato la loro capacità di innovare. Paesi come il Madagascar, l’Arabia Saudita, il Perù e Panama hanno mostrato cali marcati nei loro punteggi GII, con variazioni percentuali negative che vanno dal 18,78% al 19,18%. Questi cali suggeriscono difficoltà strutturali nel sostenere l’innovazione in modo continuo. Latvia, Oman, Bangladesh, Qatar, Egitto e Sri Lanka hanno registrato cali significativi, con variazioni che vanno dal 19,25% al 20,39%. Questi declini indicano che, nonostante i progressi passati, ci sono sfide sostanziali che questi paesi devono affrontare per migliorare le loro capacità innovative. Paesi come la Bielorussia, il Sudafrica, l’Albania e la Bosnia ed Erzegovina hanno subito cali marcati nei loro punteggi GII, con variazioni percentuali negative che vanno dal 20,52% al 21,27%. Questi cali riflettono probabilmente una combinazione di sfide economiche, sociali e politiche che hanno ostacolato l’innovazione. Georgia, Mongolia, la Repubblica del Kirghizistan, la Colombia e la Tunisia hanno registrato cali significativi, con variazioni che vanno dal 21,63% al 22,07%. Questi paesi devono affrontare sfide significative per invertire questa tendenza negativa e migliorare le loro capacità innovative. Paesi come il Bahrain, il Botswana, l’Uruguay, la Costa d’Avorio e la Moldova hanno subito cali marcati nei loro punteggi GII, con variazioni percentuali negative che vanno dal 22,71% al 23,96%. Questi declini suggeriscono la necessità di interventi strategici per migliorare le politiche e gli investimenti in innovazione. Argentina, Kazakistan, Zimbabwe, Macedonia del Nord e Kenya hanno registrato cali significativi, con variazioni che vanno dal 24,14% al 24,75%. Questi paesi affrontano sfide strutturali che limitano la loro capacità di innovare e competere a livello globale. Paesi come il Paraguay, il Montenegro, l’Azerbaigian, la Tanzania e la Giordania hanno subito cali marcati nei loro punteggi GII, con variazioni percentuali negative che vanno dal 25,41% al 26,54%. Questi declini indicano difficoltà persistenti nel sostenere l’innovazione e migliorare la competitività. Kuwait, Cambogia, Namibia, Algeria e Yemen hanno registrato cali significativi, con variazioni che vanno dal 27,00% al 28,50%. Questi paesi devono affrontare sfide sostanziali per invertire questa tendenza negativa e migliorare le loro capacità innovative. Armenia, Nepal, Costa Rica, la Repubblica Dominicana e il Ghana hanno subito cali marcati nei loro punteggi GII, con variazioni percentuali negative che vanno dal 29,26% al 32,03%. Questi declini riflettono probabilmente una combinazione di sfide economiche, sociali e politiche che hanno ostacolato l’innovazione. Rwanda, Nicaragua, l’Etiopia, il Togo e il Senegal hanno registrato cali significativi, con variazioni che vanno dal 32,25% al 34,75%. Questi paesi devono affrontare sfide significative per invertire questa tendenza negativa e migliorare le loro capacità innovative. El Salvador, Nigeria, il Tagikistan, il Brunei Darussalam e l’Ecuador hanno subito cali marcati nei loro punteggi GII, con variazioni percentuali negative che vanno dal 36,42% al 38,11%. Questi declini indicano difficoltà persistenti nel sostenere l’innovazione e migliorare la competitività. Niger, Honduras, Trinidad e Tobago, Angola e Zambia hanno registrato cali significativi, con variazioni che vanno dal 39,17% al 41,04%. Questi paesi affrontano sfide strutturali che limitano la loro capacità di innovare e competere a livello globale. Paesi come il Camerun, il Benin, il Burkina Faso, il Mozambico e il Guatemala hanno subito cali marcati nei loro punteggi GII, con variazioni percentuali negative che vanno dal 41,25% al 43,49%. Questi declini suggeriscono la necessità di interventi strategici per migliorare le politiche e gli investimenti in innovazione. Uganda e Mali hanno registrato i cali più significativi, rispettivamente del 49,68% e del 50,69%, indicando enormi sfide nel sostenere l’innovazione. Questi paesi devono affrontare difficoltà strutturali, economiche e politiche sostanziali per migliorare le loro capacità innovative e competere a livello globale. In conclusione, l’analisi dei dati GII dal 2013 al 2022 mostra una chiara disparità tra i paesi che hanno migliorato le loro capacità innovative e quelli che hanno subito un declino. Mentre alcuni paesi emergenti come la Cina hanno fatto notevoli progressi, molti altri, inclusi alcuni tradizionalmente forti in innovazione, hanno visto un calo delle loro capacità innovative. Le sfide economiche, politiche e strutturali giocano un ruolo cruciale in queste dinamiche, evidenziando la necessità di politiche mirate e investimenti strategici per sostenere e migliorare l’innovazione a livello globale.

Politiche economiche per lo sviluppo del global innovation index.  Per incrementare l’Indice Globale dell’Innovazione (GII) a livello globale, è essenziale implementare una serie di politiche economiche mirate che incoraggino l’innovazione in modo sostenibile e inclusivo. In primo luogo, è cruciale aumentare gli investimenti in ricerca e sviluppo (R&D) sia dal settore pubblico che privato. Governi e imprese devono collaborare per finanziare progetti innovativi, creare incentivi fiscali per le aziende che investono in R&D e stabilire partenariati tra università e industrie per promuovere la ricerca applicata. Un’altra strategia fondamentale è migliorare la qualità dell’istruzione a tutti i livelli, con un’enfasi particolare sulle STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica). La formazione di una forza lavoro qualificata è essenziale per sostenere un ecosistema innovativo; ciò include anche la promozione della formazione continua e del reskilling per adattarsi ai cambiamenti tecnologici. Inoltre, le politiche di immigrazione devono essere orientate ad attrarre talenti globali. Offrire visti e permessi di soggiorno agevolati per ricercatori, ingegneri e imprenditori può arricchire il bacino di competenze e idee innovative di un paese. Allo stesso tempo, è fondamentale migliorare le infrastrutture digitali, garantendo l’accesso a internet veloce e a basso costo, oltre a investire in tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale, il machine learning e l’Internet delle Cose (IoT). Questi investimenti facilitano l’adozione di nuove tecnologie da parte delle imprese e stimolano l’innovazione. Un altro aspetto chiave è la creazione di un ambiente regolamentare favorevole all’innovazione. Le normative devono essere agili e adattabili, supportando nuovi modelli di business e tecnologie disruptive senza soffocare la creatività con eccessiva burocrazia. Promuovere la proprietà intellettuale (PI) è altrettanto importante: un sistema di PI robusto garantisce che gli innovatori possano proteggere e monetizzare le loro idee, incentivando ulteriormente la creatività. In parallelo, la concorrenza leale deve essere garantita per evitare monopoli che potrebbero soffocare l’innovazione; politiche antitrust efficaci sono quindi essenziali. Le politiche economiche dovrebbero anche incentivare la creazione e lo sviluppo di startup e PMI innovative. Questo può essere fatto attraverso l’accesso agevolato a finanziamenti, venture capital e programmi di accelerazione. Le startup spesso guidano l’innovazione, ma necessitano di supporto per superare le barriere iniziali e scalare rapidamente. Inoltre, è importante promuovere una cultura dell’innovazione attraverso programmi educativi, eventi di networking e piattaforme di collaborazione che incoraggino lo scambio di idee e la sperimentazione. La sostenibilità deve essere integrata nelle politiche di innovazione. Investire in tecnologie green e promuovere l’adozione di pratiche sostenibili non solo risponde alle sfide ambientali, ma crea anche nuove opportunità di business. Le politiche economiche devono incentivare la ricerca e l’innovazione in settori come le energie rinnovabili, l’efficienza energetica, l’agricoltura sostenibile e la gestione dei rifiuti. Un altro elemento cruciale è la promozione dell’inclusione digitale. È essenziale garantire che tutte le fasce della popolazione abbiano accesso alle tecnologie e alle competenze necessarie per partecipare all’economia digitale. Ciò richiede investimenti in infrastrutture nelle aree rurali e svantaggiate, nonché programmi di formazione per colmare il divario digitale. La cooperazione internazionale gioca un ruolo fondamentale nell’incrementare il GII. La condivisione delle migliori pratiche, la cooperazione in progetti di ricerca transnazionali e il sostegno alle iniziative globali possono accelerare il progresso tecnologico. Organizzazioni internazionali, governi e imprese devono collaborare per affrontare le sfide globali come i cambiamenti climatici, la salute pubblica e la sicurezza alimentare attraverso l’innovazione. Le politiche fiscali devono essere orientate a sostenere l’innovazione. Riduzioni fiscali, crediti d’imposta per le attività di R&D e incentivi per gli investimenti in tecnologie avanzate possono stimolare l’attività innovativa. Tuttavia, è importante che queste politiche siano trasparenti e accessibili a tutte le imprese, indipendentemente dalle loro dimensioni. La promozione della diversità e dell’inclusione nel settore dell’innovazione è un altro aspetto cruciale. Le politiche devono garantire che donne, minoranze e altri gruppi sotto-rappresentati abbiano pari opportunità di contribuire all’innovazione. Questo può essere realizzato attraverso programmi di mentorship, incentivi per l’assunzione diversificata e iniziative che promuovano l’uguaglianza di genere nelle STEM. Un altro punto centrale è la protezione dei dati e la sicurezza informatica. Mentre le tecnologie digitali offrono immense opportunità, aumentano anche i rischi di cyber-attacchi e violazioni della privacy. Politiche robuste per la sicurezza informatica e la protezione dei dati sono essenziali per costruire la fiducia nel sistema digitale e promuovere l’adozione di nuove tecnologie. Le politiche economiche devono anche affrontare le barriere all’ingresso per le nuove imprese innovative. Ridurre la burocrazia, semplificare i processi di registrazione delle imprese e offrire supporto legale e amministrativo può facilitare la creazione di nuove imprese e accelerare il loro sviluppo. Infine, è cruciale monitorare e valutare l’efficacia delle politiche di innovazione. Stabilire indicatori chiari e sistemi di feedback permette di adattare rapidamente le politiche alle esigenze emergenti e garantire che gli investimenti producano i risultati desiderati. La trasparenza e la rendicontazione sono essenziali per mantenere la fiducia del pubblico e degli investitori nelle iniziative di innovazione. In sintesi, incrementare il Global Innovation Index a livello globale richiede un approccio integrato che combini investimenti in R&D, miglioramento dell’istruzione, politiche di immigrazione favorevoli, infrastrutture digitali avanzate, regolamentazioni agili, promozione della proprietà intellettuale, sostegno alle startup, sostenibilità, inclusione digitale, cooperazione internazionale, incentivi fiscali, diversità e inclusione, protezione dei dati, riduzione delle barriere all’ingresso e un monitoraggio costante delle politiche. Solo attraverso un impegno coordinato e multiforme è possibile creare un ambiente globale che favorisca l’innovazione e permetta di affrontare le sfide future con creatività e resilienza.

Conclusioni. Il valore medio del Global Innovation Index è diminuito tra il 2013 ed il 2022 di un valore pari a -15,82% passando da un ammontare di 38,5 unità fino ad un valore di 32,4 unità. Vi sono dei paesi che hanno visto crescere significativamente il livello di Global Innovation Index assai più del valore medio ovvero la Cina con +23,71%, Iran con +20,51%, Corea del Sud con +8,44%, Uzbekistan con 5,86%, Turchia con +5,83%. Vi sono anche delle regioni nelle quali si è verificata una riduzione del valore del Global Innovation Index ovvero Mozambico con -43,40%, Guatemala con -43,39%, Uganda con -49,68%, Mali con -50,69%. In generale il valore medio del Global Innovation Index dei paesi a reddito pro-capite medio alto tende ad essere superiore al 40,00%.

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Fonte: Global Innovation Index Link: https://www.wipo.int/global_innovation_index/en/

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Data:

30 Agosto 2024

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