“Regole: ordine, pulizia, disciplina, severità. Difendere la proprietà sparando a vista ad altezza d’uomo, se non ti piace me ne frego!”: frasi che, condite con quel piglio autoritario tipico dei grandi trascinatori di folle, ci aspetteremmo solo da uno di quei filmati d’epoca trasmessi nei documentari di storia. Ma il passato, si sa, spesso torna prepotentemente a farsi sentire, come un’eco lontana che ancora vibra nell’aria. E’ quanto accaduto a Chioggia (Venezia), presso lo stabilimento balneare “Punta Canna”: una struttura dotata di ben 650 lettini, grandi gazebo bianchi e numerose cabine per il cambio d’abito. Un lido come tanti altri, se non fosse per gli irriverenti poster disseminati lungo tutta la spiaggia, liberamente ispirati alle parole di Benito Mussolini negli anni d’oro della sua dittatura. Non si tratta di una burlesca trovata pubblicitaria, bensì di una dichiarazione d’intenti in piena regola, portata avanti sia dal gestore della struttura che dai suoi frequentatori. Un nostalgico ritorno all’atmosfera tipica del Ventennio fascista, ricreata con minuzia di particolari tra un ombrellone e l’altro: dal saluto romano ai comizi diffusi tramite gli altoparlanti, fino alle scritte apertamente antidemocratiche e discriminatorie. “Camera a gas, vietato entrare” si legge su una cabina bianca, forse riservata al personale. “Gabinetti per lui, per lei, per lesbiche e gay”: queste, invece, le parole stampate sulle porte dei servizi igienici. Non sono state da meno le dichiarazioni del gestore dello stabilimento, il 64enne Gianni Scarpa: “Qui valgono le mie regole. La democrazia mi fa schifo. Mi fa schifo la gente sporca e i tossici li sterminerei tutti […] Sono molto contento di avere una clientela esemplare. Guardatevi in giro, oggi siete 650, non c’è una cicca, non c’è una salvietta a terra. Sono totalmente antidemocratico e sono per il regime. Ma non potendolo esercitare fuori da casa mia, lo esercito a casa mia”. E ancora: “Voi sapete che io sono per lo sterminio totale dei tossici, è meglio che girino alla larga da qui. Chi viene qui sa come la penso io: qui dentro voglio solo gente educata!”. Affermazioni accolte dai sorrisi complici dei bagnanti, ormai avvezzi a un gergo tutt’altro che diplomatico.
Com’è facile immaginare, la vicenda – peraltro emersa da un’inchiesta del quotidiano La Repubblica – ha destato numerose polemiche, dentro e fuori i palazzi del potere. “Sono sconcertata. E’ grave che debba essere il giornalismo e non le autorità ad accorgersi e a denunciare questi casi vergognosi. Mi chiedo dove siano la politica e le istituzioni che dovrebbero vigilare. Le immagini che abbiamo visto sono un oltraggio alla memoria delle vittime della Shoah e un’offesa alle istituzioni democratiche del nostro Paese” ha commentato Noemi Di Segni, presidente delle Comunità ebraiche italiane. “E’ incredibile che nel nostro Paese, nel 2017, esista uno stabilimento balneare dedicato a Benito Mussolini e al regime fascista, dove addirittura si esaltano le camere a gas. Si intervenga senza indugio, a partire dalla questura e dalla Procura della Repubblica di Venezia. Ci aspettiamo dal Demanio atti veloci e chiari: è evidente che a questo punto la concessione al camerata-gestore deve essere ritirata. Vuole ricordare un regime sanguinario? Vuole esaltare Mussolini? Lo faccia bene al chiuso della sua casa e non sul terreno pubblico. Chiameremo il governo in Parlamento a chiarire la vicenda”. Questa la promessa di Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana. Il polverone sollevato dalla curiosa vicenda ha fomentato ulteriormente il già avviato dibattito parlamentare in merito alla propaganda fascista, fenomeno che sta dilagando specialmente sul web. Proprio in questi giorni, infatti, è al vaglio della Camera il ddl proposto dal deputato Pd Emanuele Fiano, volto ad arginare qualunque comportamento “apologetico” nei confronti della dittatura. Il testo prevede aspre sanzioni, ad esempio, per i venditori di gadget sul fascismo – fenomeno diffuso nella zona di Predappio, luogo natale del Duce – e per chiunque venisse colto in atteggiamenti inneggianti al Ventennio, anche sui social. Un disegno considerato “liberticida” dal Movimento 5 Stelle, ma che di certo trarrà giovamento dall’indignazione generata dal caso “Punta Canna”.
Intanto, le autorità veneziane non hanno perso tempo: domenica scorsa, la Digos ha effettuato un sopralluogo presso lo stabilimento in questione e, dopo aver acquisito materiale necessario, ha sporto denuncia nei confronti del gestore. Il rapporto stilato dalla Questura di Venezia è già stato trasmesso alla Magistratura, chiamata ora a giudicare l’imprenditore 64enne. Opponendosi alla volontà del vicesindaco 5 Stelle Marco Veronese – che ha subito liquidato la questione, definendola “folkloristica e un po’ borderline” – il prefetto di Venezia, Carlo Boffi, ha emesso un’ordinanza “per l’immediata rimozione di ogni riferimento al fascismo contenuto in cartelli, manifesti e scritte”. Un provvedimento che ha decisamente colto nel segno: ieri pomeriggio, Scarpa ha fatto sparire dallo stabilimento gigantografie e slogan in memoria del Ventennio.
Il tutto si è rivelato fuoco di paglia, insomma, nonostante l’iniziale determinazione del “pirata” (questo il soprannome affibbiato a Gianni Scarpa). Rientrate le manifestazioni più plateali, resta però da chiedersi come sia potuto accadere un fatto del genere: l’eccentrico imprenditore accoglie nella sua struttura centinaia di visitatori al giorno, che scelgono del tutto consapevolmente di aderire alla sua ideologia; non dimentichiamo, inoltre, la massiccia ondata filofascista che ha letteralmente travolto il web, suscitando tensione nei palazzi del potere. Cosa sta succedendo? Oggi, come quasi un secolo fa, gli italiani sentono il bisogno di un rinnovamento radicale, che sappia rispondere alle esigenze di una società sempre più insoddisfatta. La ricerca del benessere porta spesso alla rivalutazione di epoche passate, immerse nel loro alone di leggendario mistero. A nulla, probabilmente, varranno le sanzioni imposte dalla possibile legge antifascismo: il ricordo di quei tempi, mitici e quasi “fiabeschi”, prevarrà su qualsiasi imposizione. Chi è al governo dovrebbe guardare al futuro, spalancando agli italiani orizzonti di nuova felicità, in grado di cancellare nostalgici riverberi di tempi mai vissuti. Mai tornare indietro, “neanche per prendere la rincorsa”…