Benvenuti a questa intervista esclusiva con il Maestro Luciana Carbonara, una figura di spicco nel mondo della didattica musicale e del canto. Di seguito esploreremo la carriera e l’ispirazione di un talento unico nel suo genere, il cui fulcro risiede nell’insegnamento e nella formazione di nuovi talenti. Originaria della Puglia (Monopoli), il Maestro Carbonara sta velocemente conquistando il rispetto dei grandi professionisti italiani del settore.
Luciana Carbonara, soprano leggero di coloratura, dedica la propria vita professionale all’insegnamento e alla formazione musicale. Con oltre un decennio di esperienza nel settore, Luciana ha influenzato positivamente le vite di numerosi studenti, trasmettendo non solo le tecniche vocali, ma anche la passione e l’arte intrinseca della musica.
La sua formazione accademica, sottolineata dal diploma accademico in canto lirico ottenuto nel 2013 (Laurea Magistrale) e dal secondo livello in Didattica della Musica ottenuto nel 2023 (Laurea Magistrale), ha fornito a Luciana le competenze necessarie per guidare e ispirare gli aspiranti musicisti verso il successo.
Il suo impegno nel fornire un’istruzione di qualità è evidente nella sua collaborazione con istituzioni prestigiose e nella sua dedizione nell’affinare le abilità dei suoi studenti.
Per il M° Carbonara, insegnare non è solo un lavoro, è una missione. La sua passione per la musica e il desiderio di condividerla con gli altri si riflettono nel suo approccio empatico e coinvolgente all’insegnamento. Attraverso corsi liberi e propedeutici, sia nella musica classica che nella popular music, il Luciana apre le porte della conoscenza musicale a una vasta gamma di studenti, guidandoli con pazienza e maestria lungo il loro percorso artistico.
In questa intervista, avremo quindi l’opportunità unica di esplorare il mondo della didattica musicale attraverso gli occhi e il cuore del Maestro Luciana Carbonara, spesso ospite nel ruolo di opinionista su TV e giornali, nonchè membro di giuria di numerosi concorsi canori.
– Qual è, secondo te, il segreto del successo nel canto?
Il successo nel canto è un concetto complesso e articolato, che va al di là della mera celebrità mediatica. È importante distinguere tra successo artistico e successo mediatico, poiché spesso non coincidono. Il successo artistico si basa sull’impegno nello studio e sull’applicazione delle proprie capacità. Lo studio può significare fatica, ma è attraverso questo sforzo che si costruisce una solida base per la propria arte. I talent show e i mezzi di comunicazione di massa spesso promuovono l’idea che il talento e la fortuna siano sufficienti per affermarsi nel mondo del canto, ma la realtà è diversa.
L’artista vero non dà priorità al successo superficiale, ma si impegna nella creazione di emozioni autentiche e nel dono di sé attraverso la propria arte. Educare all’arte significa educare all’umiltà e all’autocritica costruttiva. Sentirsi “arrivati” può destinare a brillare solo per un breve momento, come una meteora. Pertanto, è essenziale mantenere sempre un atteggiamento di apprendimento e crescita, poiché nella ricerca della perfezione artistica non si smette mai di imparare e migliorare.
– Cosa implica lavorare con la propria voce?
Lavorare con la propria voce significa molto più che semplicemente emettere suoni. Coinvolge un’interazione complessa tra le strutture fisiologiche, le emozioni e le capacità cognitive di chi canta. Questo processo richiede una profonda integrazione della personalità nel suo complesso. La voce diventa uno strumento attraverso il quale ci confrontiamo con noi stessi in maniera completa.
Per il cantante, questo implica una mediazione tra le strutture anatomiche coinvolte nella produzione della voce, le emozioni che emergono durante il canto e i processi di pensiero che lo sostengono. Inoltre, le dinamiche emotive sono influenzate dai meccanismi di difesa psicologica di ognuno. L’armonia o la disarmonia dei suoni emessi può fungere da indicatore sull’equilibrio o sulla mancanza di equilibrio nell’intera unità psicofisica dell’individuo.
In sostanza, lavorare con la propria voce non riguarda solo la produzione di suoni piacevoli, ma rappresenta un viaggio di autoesplorazione e integrazione, in cui la voce diventa lo specchio dell’equilibrio interiore e della comprensione di se stessi.
– Qual è la principale caratteristica dell’iniziale interazione fra maestro e allievo?
L’iniziale interazione fra maestro e allievo è spesso caratterizzata dalla mancanza di un linguaggio comune, il che può ostacolare una comunicazione efficace e l’insegnamento complessivo. Se questa barriera non viene superata rapidamente dall’insegnante, l’incomprensione persistente può causare danni significativi nel lungo termine, sia a livello di salute vocale che di apprendimento, e soprattutto in termini di autostima e percezione di sé da parte dell’allievo.
Troppo spesso, vengono utilizzati termini tecnici o metafore che possono risultare oscuri o privi di significato per l’allievo, come ad esempio “voce in maschera” o “appoggio sul fiato”, senza una chiara spiegazione del loro significato. Altre volte, si ricorre a espressioni poetiche o bizzarre che non contribuiscono a una comunicazione efficace, come “metti la voce in punta di labbra” o “vomita il suono”.
Ritengo che questo approccio non risolva il problema della comunicazione né favorisca lo sviluppo di un linguaggio condiviso e comprensibile. Al contrario, una spiegazione chiara dei fondamenti fisiologici del canto e della respirazione può creare una base solida per la comprensione da parte dell’allievo. Questo non implica sovraccaricare l’allievo con nozioni complesse di anatomia, ma piuttosto renderlo consapevole che il canto si basa su principi fisiologici e meccanismi di causa-effetto comuni a molte altre attività umane, e non su concetti astratti slegati dalla realtà quotidiana.
In sintesi, una comunicazione chiara e trasparente fin dall’inizio dell’interazione tra maestro e allievo è fondamentale per creare un ambiente di apprendimento positivo e produttivo.
– Qual è la condizione più giusta per chi comincia un percorso di studio nel canto?
La condizione più giusta per chi intraprende un percorso nel canto è quella di essere disposti a mettersi completamente “a nudo” e a mettersi “in gioco”. È fondamentale essere aperti e vulnerabili per trovare la propria essenza vocale. Troppo spesso, chi inizia a cantare porta con sé preconcetti sul suono giusto e su come eseguirlo, limitando così la propria ricerca e l’espressione vocale. Questi preconcetti si basano spesso su idee assolutizzate del suono, come la rotondità e lo spazio, che possono essere fraintesi e applicati in modo sbagliato.
La vera ricerca di sé stessi come strumento vocale implica comprendere le sensazioni e i movimenti nel corpo. Questa consapevolezza, di tipo orientale, non si basa sul controllo attivo dei movimenti, ma piuttosto sull’ascolto e sull’osservazione dei movimenti naturali del corpo. Si tratta di permettere al movimento giusto di emergere in modo spontaneo, prendendone consapevolezza e integrandolo con gli altri aspetti della voce.
In sintesi, la condizione più importante per chi inizia a studiare canto è essere aperti alla scoperta di sé stessi come strumento musicale e alla ricerca di un’espressione vocale autentica e naturale.
– Quale dovrebbe essere la peculiarità di un insegnante di canto?
La peculiarità di un insegnante di canto dovrebbe essere la capacità di mettersi completamente al servizio dell’allievo, partendo dalle sue esigenze intime e non semplicemente cercando di plasmarlo a propria immagine o replicare il proprio successo vocale. Spesso, gli insegnanti che sono stati grandi cantanti tendono a voler creare degli allievi che riflettano la loro stessa grandezza, concentrandosi sull’effetto esterno piuttosto che sul processo interiore del canto.
Inoltre, è importante che l’insegnante abbia consapevolezza dei possibili rischi legati alla deformazione professionale, come l’egocentrismo, che può derivare dalla carriera di un cantante famoso. È fondamentale che l’insegnante sia in grado di superare queste tendenze e mettersi veramente al servizio dell’allievo.
L’insegnante di canto dovrebbe essere in grado di entrare empaticamente nel mondo dell’allievo, comprendendo le sue sensazioni e le sue esigenze, e stabilire un rapporto significativo tra le diverse coordinazioni muscolari e le sensazioni correlate. In questo modo, l’insegnante può guidare l’allievo attraverso un percorso di scoperta e sviluppo della propria voce in modo autentico e sano.
Grazie