Avete mai provato a guardare un bambino negli occhi? Potreste vedere un’onda del mare che travolge con il suo stupore, spesso accompagnata da una spontaneità che illumina il viso. Perché gli occhi dei bambini comunicano. Sono il riflesso cristallino dei loro sentimenti. Hanno il potere di parlare. Dicono tutto. Anche ciò che non dovrebbero sapere.
Come la guerra, la cattiveria, l’odio e la sofferenza. Bisognerebbe soffermarsi più frequentemente sugli orrori che vengono commessi su questi inermi spiriti del futuro in nome della pace, dei soldi e del sesso. Si potrebbe iniziare partendo dal presupposto consolidato da studi, dottrine, leggi, convenzioni e buon senso, che l’infanzia in quanto diritto a crescere in modo sano ed equilibrato, dovrebbe esser tutelata come patrimonio dell’umanità.
Invece i dati urlano. Hanno mille voci. Sono pieni di lacrime. Quelle versate da più di 150 milioni di bambini, vittime del mondo degli adulti. Non si parla di rari accadimenti che coinvolgono una particolare cultura o una determinata società. Sono fenomeni estesi a tutto il pianeta. In una quotidiana apparente normalità, si verifica questo abominio del genere umano, ormai agli antipodi della prassi della sessualizzazione precoce che si inserisce nel contesto particolare del periodo della cultura Greca.
In realtà, ancora oggi le forme di abuso sono molteplici ed è curioso sapere che non riguardano solo i paesi in via di sviluppo, ma sono comuni anche a società in cui vi è una piena consapevolezza dell’ingiustizia che comporta un abuso su un bambino. Come passa inosservata ad esempio, la pratica così in voga dei viaggi verso paesi in cui l’infanzia è poco tutelata non per mancanza di leggi ma per comodità economica di persone che vivono alle spalle dei più deboli. Vengono organizzati viaggi a sfondo sessuale tramite pacchetti all’inclusive mascherati da trasferte di lavoro. Spiagge meravigliose in stridente contrasto con l’immagine di questi uomini che tengono per mano queste piccole creature.
Un business da paura quello dello sfruttamento sessuale dei minori. Un esempio tra tutti è quello della Thailandia che secondo le stime -e nonostante abbia ratificato la Convenzione sui diritti del bambino nel 1992- ha un tasso di prostituzione che riguarda circa 150.000 bambini (per la maggior parte bambine). Un giro di vite che sconvolge. Certo, c’è possibilità di denuncia, ma si sa che i soldi comprano anche il silenzio di chi pur sapendo preferisce tacere in cambio di un cospicuo tornaconto personale. Come il migliaio e passa di bambine pompate di Oradexon, un tipico steroide per cavalli che ha l’obiettivo di farle sembrare adulte. Ebbene sì, perché le vogliono piccole ma già formate. Nei bordelli del Bangladesh alle bambine e alle ragazzine poco formose viene somministrato questo potente anabolizzante con effetti collaterali dannosi che compromettono la funzionalità dei reni e la produzione di ormoni.
Da questo stato dell’Asia si passa all’Africa, una terra bellissima e fonte di grandi ricchezze. Oggetto di lunghe contese e spartizioni che hanno comportato dei danni ingenti da tutti i punti di vista, specialmente da quello umano. C’è stato un tempo in cui i bambini erano quasi venerati. La guerra importata dagli occidentali ha creato paure profonde e capri espiatori. Le bambine sono diventate streghe da cacciare dai villaggi. In alcuni sono considerate portatrici di mali e di cattivo auspicio, vengono torturate ed espulse dalla famiglia. Gli operatori umanitari che sono stati in quei luoghi, raccontano con il dolore nel cuore la sofferenza vissuta attraverso la loro esperienza. Con voce sommossa e piena di rabbia parlano di bambine esorcizzate e torturate con sacchetti di plastica sciolti sul loro corpo. Di queste e tante altre atrocità, quasi si tace.
Come della consuetudine dell’infibulazione, tipicamente praticata nel continente africano, nello spazio arabo e nei paesi del sud-est asiatico. Sono 130 milioni le bambine che rischiano di subire la mutilazione di una parte fondamentale del proprio corpo. Spesso viene praticata dalle donne anziane in un ambiente privo di sterilizzazione e con strumenti inidonei quali coltelli o lame arrugginite. Le bambine la cui età spazia dalla tenera infanzia e più raramente alla pubertà vengono sottoposte a questa barbara tortura. C’è chi subisce l’asportazione di una parte o dell’intero clitoride, chi invece anche quella della piccole e grandi labbra e infine, chi è oggetto della infibulazione cosiddetta faraonica. Un tipo di mutilazione che dopo l’asportazione di gran parte dell’organo esterno femminile, prevede la cucitura della vagina. Gli strumenti utilizzati per lo scopo sono molteplici e vanno dall’ago e filo, alle spine delle piante. Alle bambine durante l’operazione vengono bloccate braccia e gambe. Le urla sono strazianti. Si tratta di un trattamento inumano effettuato senza anestesia che può provocare shock emorragico, infezione o morte. Spesso crea dolori forti e cronici che diventano più acuti durante il parto. Nel periodo di cicatrizzazione e rimarginazione delle ferite viene inserito un piccolo bastoncino nella fessura lasciata appositamente per permettere la minzione e la fuoriuscita del sangue mestruale. E’ una tradizione radicata nella cultura e nella mente, con lo scopo primario di annullare la donna e toglierle il piacere per tenerla sotto controllo.
L’Unicef rivela che almeno il 90 per cento della mortalità infantile è causata dall’infibulazione. Da qui ci spostiamo nei paesi di guerra, dove almeno 150 mila bambini (questi sono dati approssimativi, si stima qualcosa di più) non vengono educati ed istruiti ma mandati a combattere come piccoli carri armati da assalto. Alle bambine invece, sullo stesso scenario di lotta, tocca il ruolo di piccole schiave del sesso e dello sfruttamento. La Siria ne è un esempio. Una guerra di interessi passata silenziosamente e che conta più di 400.000 bambini morti. C’è addirittura qualche cecchino che prende la mira, spara a raffica fino a trapassare una, due, tre.. dieci volte quei piccoli corpi. Anche spostandosi in paesi quali l’Iraq e lo Yemen, si assiste ad un’ulteriore screzio all’infanzia.
Le bambine vengono date in spose a uomini adulti o anziani. Una forma di pedofilia appoggiata da religione e tradizione che coinvolge 60 milioni di bambine. Soprattutto nei paesi poveri, dove si prolifera senza sosta e i genitori sopravvivono a stento. Una decisione presa con il terrore che la figlia venga violentata prima della pubertà, soprattutto in Africa dove è diffusa l’idea che il sesso con una vergine guarisca dall’AIDS.
Questo è il modo controverso in cui viene tutelata l’infanzia del mondo. Eppure, neanche le società più civilizzate ne sono esenti. Si pensi solo ai concorsi di bellezza per bambini, in cui le bambine diventano modelle di perfezione e di attenzione degli adulti. Finiscono sotto i riflettori con l’idea che apparire conti più dell’essere. Poco importa se vanno incontro a problemi di peso, di accettazione di se stesse e di aperto contrasto su quello che vorrebbero fare nella vita (non tutte vogliono fare le modelle o le attrici) e quello che i genitori impongono loro di fare. Ma l’importante è esibirsi su un palco, essere sempre al massimo e sorridere come star vincenti. Come vogliono gli adulti. Nel frattempo ci ripetiamo che i bambini sono importanti e che rappresentano la punta di diamante della società presente e futura. Questo mentre magari compriamo prodotti di marche note, frutto del lavoro di bambini sottopagati a cui viene negato il diritto a crescere in modo sano ed equilibrato. In ogni caso possiamo anche fare finta di niente e seppellire dietro la coscienza le loro urla strazianti ma di certo non potremmo sfuggire ai loro occhi. Quelli toccano l’anima più di ogni parola. Ricordando che a tutti dovrebbe essere data la possibilità di essere bambini almeno una volta nella vita. I bambini dovrebbero essere bambini. Un mix di innocenza, purezza, spensieratezza e fantasia. Un inno alla vita. Probabilmente il migliore che ci sia.