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Il MOSCATELLO DI TAGGIA – Percorsi Di-Vini

Mi piace pensare che siamo sempre alla continua scoperta di quel qualcosa che fa vibrare gli animi, fa emozionare, sia esso un momento, uno sguardo, un pensiero… ed è ciò che è successo in una serena serata dove ti ritrovi a Roma, in una location in stile neoclassico, inaugurata il 21 gennaio del 1883, il Palazzo delle Esposizioni.

Ti ritrovi in un evento organizzato dalla Agea (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura), dove in occasione della “ICE Conference 2024”, sono state invitate le rappresentanze di tutte le regioni italiane a presentarsi compatte al cospetto dei rappresentanti della Comunità Europea.

Ogni regione poteva presentare due prodotti principe della propria diversità. In questo contesto unico, ricco di qualità territoriali, ecco emergere, tra le tante eccellenze presenti, un prodotto a me sconosciuto.

Mi avvicino, con la giusta curiosità, accompagnato nell’escursione dall’amico Pietro Campaldini della regione Emilia Romagna, alla postazione della regione Liguria, dove timidamente si presenta al mio sguardo una bottiglia di vino con su scritto “Moscatello di Taggia”.

Con timidezza degustativa prendo il calice, lo faccio roteare, ne scruto il contenuto contro luce, il colore è giallo paglierino con riflessi dorati.

All’olfatto sentori di pesca, frutti tropicali, agrumi ed erbe aromatiche fanno a gara per farsi notare. Al gusto si presenta amabile, deciso e morbido. Si abbina molto bene con i gamberi di Sanremo, le focacce e le torte di verdure. Un brivido scorre sulla mia pelle. Mai avrei pensato di provare questo nettare in una serata decisamente istituzionale.

Mi informo con la referente, su questo vitigno e scopro con sorpresa che ha una storia recente.

Infatti, sembra che soltanto nel 2004 sia stata riscoperta una barbatella di circa 200 anni di età e che un gruppo di Produttori, che chiamerei più pionieri, ha deciso di propagare le viti creando delle mini produzione che hanno portato, nel 2012, alla produzione delle prime 100 bottiglie.

Nel frattempo era stato avviato l’iter per il riconoscimento della DOC (Denominazione di Origine Controllata) che ottiene nel 2011. Da allora 18 Produttori si sono uniti per dare lustro a questo vitigno che viene coltivato in appena 5 ettari dando origine ad un totale di 20.000 bottiglie.

Una nicchia, non c’è che dire, di quelle che lasciano senza parole. Il mio pensiero va subito a coloro che con grande caparbietà hanno riportato a noi qualcosa che sembrava scomparso, ma il nostro Paese è ricco di storie di questo genere. In sintesi potremmo dire che l’Italia intera può essere considerata una nicchia nel panorama globale.

E’ una serata di maggio, gli ospiti stranieri sono estasiati dalle bontà che hanno trovato ad accoglierli. Immerso tra loro, anche io provo immenso piacere e limpida gratitudine per aver avuto l’occasione di scoprire questa uva amata da Principi e Papi, in un tempo non troppo lontano.

Buona degustazione.

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Data:

5 Giugno 2024
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