Il dottor Daniele Bellu, Presidente del gruppo “Atlante 2000”, ha redatto con la collaborazione di numerosi esperti, oltre 40 progetti di riforma strutturale dello Stato che hanno carattere universale e quindi applicabili ad ogni ordinamento sovrano. Di questi, i primi sette più urgenti, presentati al Parlamento ma mai discussi, prevedono le misure che si possono attuare subito nei settori
- della sicurezza di circolazione e di svolgimento delle varie attività produttive e sociali, che potrebbe così essere assicurata dalle forze di Polizia con efficacia, sulla base delle nuove regole di organizzazione dei servizi di sicurezza assicurati dalle forze dell’ordine;
- della tutela dell’ambiente per creare la strategia di tutela dell’ambiente da inquinamento e calamità naturali oggi inesistente, che purtroppo creano danni ingenti alle persone e alle cose;
- della riforma della didattica delle scuole di ogni ordine e grado, per generare le creatività di massa, che preveda il funzionamento di una istituzione scolastica, in grado generare automaticamente ricerca in tutti i settori di attività statali, che come noto è il motore dello Stato moderno;
- della sanità per creare un sistema sanitario che utilizzi il criterio della pianificazione per raggiungere elevati livelli di efficienza;
- dell’occupazioneper l’adozione di misure atte a far regredire le fasce di di disoccupazione fino alla loro estinzione;
- dell’imposizione fiscale con la previsione di un nuovo sistema impositivo, che permetta la progressiva eliminazione dell’evasione ed elusione fiscale del reddito variabile;
- del piano turistico per l’Italia e per il Sud del Paese, che organizza le misure di miglioramento dell’offerta del bene turistico in modo da aumentare cospicuamente le visite del nostro Stato da parte di turisti italiani e stranieri.
Il progetto sicurezza di riorganizzazione delle forze di polizia italiane. La sua attuazione permetterebbe di salvare centinaia di vite umane oggi soppresse dal crimine e di recuperare l’ingente ricchezza persa per l’illecito in genere che secondo dati ISTAT ammonta a circa 600 miliardi di euro l’anno, un importo che supera un intero bilancio dello Stato. Il progetto prevede la riforma delle forze dell’ordine attraverso l’eliminazione di 5 difetti macroscopici presenti nella struttura di sicurezza italiana. Il primo di questi è il non impiego in servizi di polizia del personale delle forze dell’ordine. In Italia vi sono più di 400.000 uomini appartenenti alle nove forze di polizia italiane (Polizia di Stato, Finanza, Carabinieri, polizia municipale, polizia penitenziaria, guardie forestali, vigili del fuoco, polizia provinciale e capitanerie di porto). Questi tutori dell’ordine sono più del doppio di quelli presenti negli altri Stati europei ma molto meno della metà è impiegata in servizi operativi. La maggior parte dei tutori dell’ordine è utilizzata in mansioni amministrative, burocratiche e logistiche. Vi sono quindi più di 200.000 uomini da recuperare al servizio attivo che possono essere impiegati per creare quella rete capillare di volanti, di poliziotto di quartiere ed investigativa, che garantisce il controllo del territorio, necessario per assicurare la prevenzione del crimine, unico e valido strumento per arginare il fenomeno delittuoso in regime democratico. Va allora previsto il divieto assoluto dell’impiego in servizi amministrativi, burocratici e logistici del personale di polizia, il quale va impiegato solo in servizi operativi. Un esempio concreto. Regione Veneto. Attuale presenza di 25 volanti e 25 unità poliziotto di quartiere in tutta la regione oltre alcune radiomobili dei Carabinieri. Con il recupero del personale predetto si possono mettere sul territorio 400 unità volanti, 400 unità poliziotto di quartiere e 400 unità investigative. Ogni provincia viene divisa in settori di decentramento su cui ha giurisdizione un Commissariato di zona che gestisce le attività di sicurezza per tutte le forze di Polizia unite in confederazione. Mediamente ciascun settore avrà 16 volanti di due uomini, 16 unità poliziotto di quartiere di due uomini e 16 unita investigative di due uomini, oltre a quelli che sono già esistenti, che operano 24 ore su 24 su tutto il proprio territorio di ciascun settore di decentramento; eventuale sconfinamenti necessari vanno segnalati sempre all’unica centrale operativa, che è l’organo che disciplina e coordina gli interventi sul territorio. Oggi vi sono invece 5 centrali operative delle varie forze dell’ordine. Le stazioni dei Carabinieri, i distaccamenti della Polizia stradale, vengono soppressi e rimangono solo come punti di appoggio operativo in caso di operazioni di Polizia Giudiziaria. Essi vengono vigilati con vigilanza mobile dalle forze armate con esclusione delle forze di Polizia.
Con questa organizzazione qui molto sinteticamente spiegata, si avrà il CONTROLLO CAPILLARE DEL TERRITORIO e quindi tutte le attività illecite saranno soggette a continuo controllo di polizia, consentendo di far CROLLARE verticalmente il CRIMINE comune ed organizzato fino ad arrivare alla loro totale estinzione. Anche gli extracomunitari irregolari che non hanno diritto a permanere sul nostro territorio verrebbero controllati efficacemente, cosa che attualmente non è possibile per la scarsità di forze di polizia sul territorio. Per cui vi sarà la possibilità di individuare anche il singolo extracomunitario irregolare, come anche le varie attività di spaccio di stupefacenti saranno eliminate progressivamente e così lo sfruttamento della prostituzione. Con questa organizzazione delle sicurezza preventiva e repressiva si avrà l’effetto certo del crollo verticale del crimine comune ed organizzato, fino ad arrivare alla loro totale estinzione con la sola sopravvivenza del crimine fisiologico ineliminabile ma che non desta più allarme sociale per la sua occasionalità e sporadicità.