No al determinismo tecnologico, sì alla centralità degli affetti e del cuore nell’uso dei nuovi media. È questo il succo del messaggio lanciato da Papa Francesco, in occasione della 50esima Giornata Mondiale dedicata alle Comunicazioni Sociali che si celebrerà l’8 maggio prossimo. Le parole di Bergoglio sono una vera e propria benedizione verso i social network, strumenti, ha dichiarato lo stesso Papa, che possono diventare vere e proprie forme di comunicazione pienamente umane, a condizione che favoriscano le relazioni e promuovano il bene comune della società, ponendo la giusta attenzione a derive pericolose come la polarizzazione e la divisione tra le persone e i gruppi sociali.
Nelle parole del vicario di Cristo non è mancata la metafora dell’ambiente digitale inteso come piazza, luogo d’incontro per una vera cittadinanza fondata sull’autenticità, ma anche spazio in cui può manifestarsi l’assenza di reali valori morali. Le parole del Papa nei confronti delle nuove tecnologie aprono una profonda riflessione sui ruoli e sulle responsabilità che ognuno ha nei confronti dei media. La comunicazione deve intendersi non come un flusso inarrestabile di dati, parole e notizie, ma come un momento di condivisione in cui diviene fondamentale l’ascolto del prossimo, un atteggiamento quest’ultimo che permette di uscire per esempio dalla passività tipica dello spettatore televisivo per trasformarsi in maggiore attenzione e condivisione dei problemi e delle domande dell’altro.
Questa affermazione permette di capire in quale direzione vadano le parole del Pontefice, ovvero verso un atteggiamento da parte degli utenti della Rete che non sia di onnipotenza digitale ma che piuttosto sia di responsabilità nell’uso, per esempio, del linguaggio e delle espressioni. Le parole sono importanti, affermava un laico come Nanni Moretti, ma lo sono anche i gesti, aggiunge il Pontefice. Insieme, parole e gesti, possono costruire ponti per favorire la prossimità, il contatto, il dialogo necessario ad aprire all’inclusione e all’incontro. Il discorso non si deve solo estendere alle buone pratiche a cui dovrebbe attenersi un cristiano, ma sarebbe opportuno che rappresenti una logica comportamentale estesa a tutti sotto ogni latitudine religiosa.
La Rete è ormai diventata una delle più potenti infrastrutture al mondo, secondo le parole di Carl Bildt, ex Primo Ministro svedese. La potenza di Internet deriva dall’essere una piattaforma consolidata su tutto il pianeta in cui si muovono agilmente notizie, comunicazioni di ogni tipo, movimenti di denaro, intrattenimento, e tantissimo altro ancora. I monitor con cui ci interfacciamo quotidianamente, rappresentano una finestra sulla conoscenza e sullo stato del mondo. Un mondo che, a detta delle parole del Papa, rischia sempre più di disgregarsi in miliardi di monadi senza nessun tipo di relazione l’una con l’altra.