Con maltrattamento infantile si comprende ogni forma di abuso e maltrattamento nei confronti di bambini/e adolescenti.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce il maltrattamento infantile come “tutte le forme di cattiva cura fisica e affettiva, di abusi sessuali, trascuratezza, sfruttamento commerciale o altre che comportano un pregiudizio reale o potenziale per la salute del bambino, per la sua sopravvivenza, il suo sviluppo e la sua dignità nel contesto di una relazione di responsabilità, di fiducia o di potere”.
Gli ultimi dati disponibili (cfr: https://terredeshommes.it/news/maltrattamento-infantile/) ci dicono che più del 90% degli abusi su minori avvengono tra le mura domestiche. La complessità del fenomeno rende molto difficile la sua rilevazione e emersione contribuendo a fare dell’abuso un vero e proprio “problema di salute pubblica” (WHO, 2006) per l’impatto sul benessere fisico, mentale e sociale delle vittime, sul loro sviluppo e, più in generale, sulla società anche in termini di spesa sociale e sanitaria. In tutto il mondo ogni anno milioni di bambini/e sono vittime e testimoni di violenza fisica, sessuale, psicologica e sfruttamento. L’ultimo rapporto dell’OMS stima che 1 bambino/a su 2 siano vittime di violenza nel mondo. In Italia non esistono dati certi su tutto il territorio ma l’ultima indagine nazionale su maltrattamento e abusi all’infanzia riporta una triste fotografia, 45 minori su 1000 sono seguiti dai nuclei di tutela dei servizi sociali.
Fattori di rischio
Sono stati individuati alcuni fattori di rischio per i maltrattamenti infantili. Questi fattori di rischio non sono presenti in tutti i contesti sociali e culturali, ma forniscono un quadro generale quando si cerca di capire le cause dei maltrattamenti infantili.
- Riguardanti i bambini
Alcune caratteristiche del singolo bambino possono aumentare le probabilità di essere oggetto di maltrattamenti:
• bambini di età inferiore ai 4 anni oppure adolescenti;
• figli indesiderati, o che non corrispondono alle aspettative dei genitori;
• bambini che presentano esigenze particolari, che piangono a lungo o hanno caratteristiche fisiche non nella norma.
- Relativi alla comunità e alla società
Alcune caratteristiche delle comunità e delle società possono aumentare le probabilità di maltrattamenti infantili:
• disuguaglianze di genere e sociali;
• assenza di politiche abitative e servizi adeguati a sostegno delle famiglie e delle istituzioni;
• livelli elevati di disoccupazione o di povertà;
• facile accesso ad alcol e droghe;
• politiche e programmi inadeguati per la prevenzione dei maltrattamenti infantili , della pornografia infantile, della prostituzione infantile e del lavoro minorile;
• Regole sociali e culturali che promuovono o esaltano la violenza nei confronti degli altri, sostengono il ricorso alle punizioni corporali, impongono rigidi ruoli di genere o sminuiscono la condizione del bambino nel rapporto genitore-figli;
• Politiche sociali, economiche, sanitarie e in materia di istruzione che conducono a livelli di vita inadeguati oppure a disuguaglianze o instabilità socioeconomiche.
Le conseguenze dei maltrattamenti ai bambini sulla salute mentale
Con un intervento molto interessante Cristina Ferrario affronta un tema di rilevante importanza : le conseguenze dei maltrattamenti ai bambini sulla salute mentale. Ne riporto un estratto da https://www.univadis.it/uniflash del 13 maggio scorso.
Al netto di fattori genetici ed ambientali, i maltrattamenti subiti nell’infanzia hanno uno strascico importante e influenzano la salute mentale più in là nel tempo. Lo scrivono sulla rivista JAMA Psychiatry gli autori di una metanalsi basata su dati australiani condotta per determinare il contributo del maltrattamento infantile – sia fisico che psicologico – a diverse condizioni di salute mentale, tenendo conto appunto dei fattori genetici e ambientali che potrebbero influenzare il risultato finale.
“I problemi di salute mentale, tra cui i disturbi mentali e da uso di sostanze, l’autolesionismo e il suicidio, colpiscono il 13% della popolazione mondiale e rappresentano un terzo di tutti gli anni vissuti con disabilità. Inoltre, il suicidio è la principale causa di morte per i giovani australiani” esordiscono i ricercatori guidati da Lucinda Grummitt, del Matilda Centre for Research in Mental Health and Substance Use, dell’Università di Sidney, in Australia. “Affrontare il peso delle condizioni di salute mentale è una priorità fondamentale per la salute pubblica” spiegano, ricordando che la percentuale di disturbi mentali causalmente attribuibili al maltrattamento infantile è attualmente sconosciuta.
Nella loro valutazione epidemiologica, Grummit e colleghi hanno utilizzato i dati di oltre 3 decine di studi e di tre sondaggi nazionali: Australian Child Maltreatment Study (ACMS) 2023, National Study of Mental Health and Well-being 2020-2022 e Australian Burden of Disease Study 2023.
Le analisi hanno mostrato che il maltrattamento infantile ha un impatto notevole sulla salute mentale, che va dal 21% per la depressione al 41% per i tentativi di suicidio, passando dal 39% per l’autolesionismo. In altre parole, i numeri mostrano che oltre 1,8 milioni di casi di disturbi depressivi, d’ansia e da uso di sostanze potrebbero essere evitati se il maltrattamento infantile fosse eliminato. Inoltre, il maltrattamento infantile ha causato in Australia la perdita di 66.143 anni di vita, principalmente a causa del suicidio, e di oltre 184.000 anni di vita sana a causa di disturbi della salute mentale.